L’ANP sta sfruttando la storia invece di affrontare la realtà

Ramona Wadi

9 gennaio 2018, Middle East Monitor

Solo una settimana dopo che il leader dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato che importanti decisioni verranno prese nel 2018, ci sono già degli indizi che una delle priorità sia prolungare lo stallo politico a beneficio di Israele.

Lunedì l’agenzia Wafa [agenzia di stampa ufficiale dell’ANP, ndt.] ha informato che il comitato centrale dell’OLP [Organizzazione per la Liberazione della Palestina, che riunisce la maggior parte dei gruppi politici palestinesi ed è dominata da Fatah, ndt.] terrà un incontro il 14 gennaio, apparentemente per “cercare una nuova prospettiva politica” riguardo alle conseguenze dell’annuncio del presidente USA Donald Trump del riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele.

La breve nota di stampa si riferisce a una dichiarazione del presidente del consiglio nazionale palestinese [il parlamento dell’OLP, ndt.], Salim Zanoun, che ha fornito ulteriori dettagli sull’imminente incontro. Tra le questioni citate c’è un riesame dello scenario politico dagli accordi di Oslo, l’unità nazionale e il rinnovamento della “resistenza popolare non violenta contro l’occupazione israeliana”. La riunione, secondo Zanoun, sarà aperta a tutte le fazioni palestinesi, compreso Hamas.

Continuare ad avere contrasti insanabili rimane una priorità per Ramallah. Israele, rafforzato dalla decisione unilaterale su Gerusalemme da parte degli USA, si è avvalsa del momento per rafforzare ulteriormente l’usurpazione del territorio palestinese. Invece i dirigenti dell’OLP staranno a riepilogare un passato che è stato analizzato ed esaminato dai suoi inizi, con l’insistenza condivisa sul fatto che il ruolo degli accordi [di Oslo] è stato di creare nuovi livelli di dipendenza e di violenza per i palestinesi. Pertanto la nuova prospettiva politica cui allude Zanoun è una prassi di risposta diplomatica dilatoria. Anche se il contesto storico è sempre importante e dovrebbe far parte di ogni analisi sull’attualità, sfruttare la storia con l’intento di allontanare l’attenzione dalle attuali violazioni dimostra la politica di esclusione che caratterizza l’ANP.

L’ANP è stata in grado di mettere in pratica una simile politica per fornire dei vantaggi ad Israele. Mettendo ai margini altre fazioni palestinesi, soprattutto Hamas, Abbas si è scavato una nicchia in cui la dissociazione tra la dirigenza e il popolo è arrivata a livelli pericolosi. A prescindere dalle attuali circostanze, comprese le proteste su Gerusalemme che la stessa ANP ha cercato di capitalizzare senza responsabilità riguardo la sicurezza dei civili, gli accordi di Oslo forniranno ora un temporaneo piedistallo come metafora per la messa in atto di ulteriori ritardi. Mentre Israele colonizza il territorio, la dirigenza palestinese collabora con questo processo con diverse forme di mistificazione. Queste tattiche rendono già vuoto di senso l’incontro, per non parlare della prova evidente di come gli accordi hanno contribuito alla frammentazione della Palestina con l’approvazione internazionale.

Oltretutto invitare Hamas a partecipare alla riunione dopo gli ultimi mesi di pressioni costituisce un’altra forma di mistificazione. Le fluttuazioni su Gaza sono dannose per l’enclave – ogni serie di violazioni è rapidamente dimenticata per spianare la strada a quelle che seguono, che sia una promessa di ricostruzione o di un graduale ripristino della fornitura elettrica, che è ancora inadeguata. La stessa manipolazione viene applicata quando il degrado della situazione umanitaria non è più una preoccupazione politica di Abbas.

Ci sono due principali tattiche utilizzate a questo proposito. Una è che Abbas conservi l’apparenza della riconciliazione e dell’unità nazionale. L’altra è la normalizzazione delle privazioni che hanno precipitato Gaza nella scelta tra due scenari disastrosi. La partecipazione di Hamas a questo imminente incontro rafforzerà questa dinamica, in cui la marginalizzazione del movimento avverrà comunque in entrambi i casi. Tuttavia, data l’insistenza sul discutere di Oslo decenni dopo il prolungamento della violenza coloniale sui palestinesi da parte dell’ANP, è importante ricordare che i fondamenti dell’unità nazionale non possono essere formulati da Abbas, data la sua dipendenza dal contesto che sostiene politiche autoritarie a spese dei palestinesi.

(traduzione di Amedeo Rossi)