Una guida per i soldati israeliani: ecco come comportarsi se arrestati all’estero e cosa controllare prima del volo

Roi Rubinstein, Korin Elbaz-Alush

05 gennaio 2025 – Ynet

In seguito alla fuga di un soldato israeliano dal Brasile e alla richiesta di arresto per un altro soldato in Cile, aumentano i timori per le minacce legali che il personale dell’esercito si trova ad affrontare quando viaggia all’estero. Gli ufficiali affrontano rischi maggiori? Quali verifiche dovrebbero fare i soldati prima di prendere i loro voli? E come dovrebbero rispondere alle domande dopo l’atterraggio? Ecco cosa dovete sapere.

La fuga dal Brasile di un soldato dell’esercito israeliano sottoposto a indagine giudiziaria e la richiesta di arresto immediato per un altro soldato che viaggiava in Cile sono solo due esempi di azioni legali contro personale dell’esercito israeliano dall’inizio della guerra. Sono stati emessi mandati di arresto contro soldati israeliani anche in paesi europei.

Quindi cosa dovrebbe fare un soldato israeliano se viene arrestato all’estero? Gli ufficiali corrono rischi maggiori? Quali paesi dovrebbero essere evitati? Ecco cosa dovete sapere.

Cosa dovrebbe fare un soldato se arrestato all’estero?

Nick Kaufman, avvocato difensore presso la Corte Penale Internazionale a L’Aia, consiglia:

“Secondo le linee guida del Ministero degli Esteri israeliano, ogni israeliano arrestato – sia esso civile o soldato – ha diritto all’assistenza consolare. Un soldato arrestato all’estero deve immediatamente richiedere una visita da parte del console israeliano”.

Gli ufficiali corrono rischi maggiori rispetto ai soldati?

“Nel modo più assoluto”, dice Kaufman. “Gli ufficiali hanno maggiori responsabilità sul piano decisionale e operativo, come per esempio la selezione dei bersagli e la gestione delle operazioni militari”.

La condivisione di filmati online aumenta i rischi legali?

“Decisamente”. Secondo Kaufman “i soldati che postano video online forniscono a organizzazioni ostili possibili prove contro di loro”.

È pericoloso viaggiare all’estero per un soldato che ha prestato servizio a Gaza?

“Il rischio viene dal principio della ‘giurisdizione universale’, che permette a certi paesi di arrestare, indagare e processare individui sospettati di gravi crimini, compresi crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.

Potrei essere arrestato all’estero per azioni compiute a Gaza?

“Servirebbero prove della responsabilità individuale di un soldato in atti illegali. Aver semplicemente prestato servizio a Gaza non basta”.

Come faccio a sapere se la mia destinazione è a rischio prima di partire?

“Le organizzazioni per i diritti umani pubblicano online rapporti che documentano l’applicazione della giurisdizione universale nei diversi paesi. Consultare un esperto di legge penale internazionale è fortemente raccomandato”.

Quali precauzioni bisognerebbe prendere prima di mettersi in viaggio?

“I soldati dovrebbero evitare di postare foto o video mentre sono in servizio, in particolar modo contenuti in cui si vedano edifici distrutti, anche se c’è una giustificazione militare. Tali post violano la sicurezza operativa e potrebbero danneggiare l’immagine di Israele. Alcuni paesi potrebbero trattare contenuti di rilievo apparentemente scarso, come per esempio canti razzisti, come incitamento al genocidio”.

Quali Paesi dovrebbero essere evitati dai soldati?

“La lista dei Paesi che applicano la giurisdizione universale cambia nel tempo. Persino Paesi amici come il Regno Unito, la Francia e la Spagna l’hanno applicata in passato. Le procedure variano di Paese in Paese: in alcuni è necessario che gli arresti siano approvati da un tribunale, mentre altri possono agire sulla base di una semplice denuncia alla polizia”.

Cosa devo fare se sono interrogato dalle autorità all’estero?

“Valuta attentamente se viaggiare in paesi dove queste domande possono esserti poste. Mentire al controllo di confine è sconsigliabile e può portare al respingimento”.

Israele dovrebbe finanziare la difesa legale dei soldati arrestati all’estero?

“Se un soldato è ingiustamente arrestato per aver legittimamente prestato servizio, lo Stato dovrebbe coprire le spese di difesa. Tuttavia la cosa diventa problematica se c’è un fondato sospetto di crimini di guerra. Finanziare la difesa di un soldato potrebbe stabilire un precedente e comportare analogo sostegno per altri, accusati di crimini gravi”.

Israele ha una “lista nera” di soldati a rischio di arresto?

“L’ufficio legale dell’esercito israeliano fornisce consulenza legale ai comandanti, anche in materia di condotta sul campo di battaglia, per prevenire futuri problemi legali. Per quanto ne so, non c’è nessuna ‘lista nera’ di soldati a rischio di arresto”.

Cosa può dirci sulle battaglie legali internazionali contro Israele?

“La risposta di Israele comprende azioni legali e diplomatiche gestite da una squadra inter-ministeriale, guidata dal Consiglio di Sicurezza Nazionale e dal Ministero della Giustizia. Anche l’esercito israeliano conduce indagini interne quando necessario e promuove l’addestramento legale dei soldati, sia in servizio attivo che riservisti”.

[traduzione dall’inglese di Giacomo Coggiola]




Estrema destra israeliana contro conferenza sui bambini palestinesi

Deputati della Knesset interrompono la conferenza sui “Bambini sotto occupazione”

Quattro deputati di destra espulsi dall’auditorium della Knesset dopo aver interrotto una discussa conferenza organizzata dai partiti di sinistra: “Fino a che punto siete disposti a cadere in basso? Fino a portarci il nemico in casa?” ha gridato il deputato del Likud Oren Hazan.

Ynet

Inbar Tvizer – 07/03/2018

La conferenza “Bambini sotto occupazione” ospitata lunedì alla Knesset ha provocato proteste prima ancora del suo inizio, culminate quando quattro membri della Knesset hanno interrotto gli oratori e sono stati espulsi con la forza dall’auditorium dagli addetti alla sicurezza.

La prima conferenza di questo genere è stata promossa da partiti di sinistra per discutere delle conseguenze del conflitto israelo-palestinese sui bambini che vivono in Cisgiordania, a Gaza e a Gerusalemme est.

Gli organizzatori della conferenza hanno detto che avrebbero discusso dei “diversi aspetti della vita dei bambini sotto occupazione israeliana – povertà, restrizioni negli spostamenti, mancanza di elettricità, di strutture idriche ed educative, così come della detenzione di bambini in base a leggi discriminatorie che rendono difficile per le famiglie riunirsi e dell’influenza del blocco nella Striscia di Gaza.”

La ministra della Cultura e dello Sport Miri Regev [del Likud, partito di destra al potere, ndtr.] ha descritto la conferenza come “una quinta colonna” e il presidente di Yesh Atid [partito di centro all’opposizione, ndtr.] Yair Lapid ha twittato che l’appoggio dell’“Unione Sionista” [coalizione di centro tra il partito Laburista e Kadima, all’opposizione. ndtr.] alla conferenza era un “regalo ai nemici di Israele.”

Alla discussa conferenza erano presenti diplomatici stranieri di stanza in Israele, compresi gli ambasciatori dell’Unione Europea, dell’Olanda e il vice ambasciatore della GB, e hanno esposto il loro punto di vista riguardo al suddetto argomento.

Il parlamentare Oded Forer (di Yisrael Beytenu [Israele Casa Nostra]) [partito nazionalista di estrema destra, al governo, ndtr.] è stato espulso dalla conferenza dopo aver gridato alla deputata Michal Rozin (del Meretz) [partito della sinistra sionista, all’opposizione, ndtr.]: “Dovresti vergognarti. Stai tenendo una conferenza senza menzionare i bambini (israeliani) che sono stati uccisi (dai terroristi palestinesi). È uno schifo.”

Gli addetti alla sicurezza della Knesset hanno espulso anche il deputato Oren Hazan (del Likud) che ha gridato: “Fino a che punto siete disposti a cadere in basso? Fino a portarci in casa il nemico? State danneggiando il (nostro) Paese.”

Il presidente della Knesset Yoel (Yuli) Edelstein ha vietato la proiezione di un video che mostra la vita di bambini palestinesi a confronto con quella di bambini ebrei.

Ciononostante i promotori della conferenza hanno inviato a tutti i partecipanti un link del video. Rozin ha detto: “Mostreremo questo video, che lo vogliano o no.”

“La ministra Miri Regev ci ha chiamati ‘quinta colonna’, Lapid chi ha chiamati ‘un regalo al nemico di Israele’. Pare che le tenere anime dei bambini terrorizzino i servi dell’opinione pubblica,” ha attaccato Rozin.

“Le loro reazioni non sono patriottiche e non riflettono l’amore per Israele. Siete quelli che mandano i (nostri) soldati a mettere in pratica questa politica e non avete il diritto di chiudere i vostri occhi e ignorare le sue implicazioni.”

Il capogruppo della “Lista Unitaria” [coalizione di tutti i partiti arabo-israeliani, all’opposizione, ndtr.] Ayman Odeh ha ringraziato la deputata Ksenia Svetlova (dell’Unione Sionista), che è stata una degli organizzatori della conferenza e l’unica del suo partito che l’ha sostenuta, per “non essersi arresa alle pressioni messe in atto contro di lei dall’opposizione.”

Un altro importante organizzatore della conferenza, il deputato Dov Khenin (della Lista Unitaria), ha detto: “L’attacco della destra radicale contro questa conferenza mostra che l’occupazione non può essere o considerata separatamente dallo spazio democratico in Israele.”

“(Quelli che ci attaccano) si stanno scontrando con il nostro diritto e dovere come membri della Knesset di esprimere le nostre posizioni. Continueremo ad essere conseguenti con la nostra posizione e non cederemo,” ha garantito il deputato.

(traduzione di Amedeo Rossi)

 

 




Duecento ex ufficiali della sicurezza presentano un piano per porre fine alla situazione di stallo

Associated Press, Ynet

28/05/2016

Generali dell’IDF e loro pari grado di Mossad, Shin Bet [rispettivamente servizi segreti e servizio di sicurezza interna di Israele. Ndtr] e polizia chiedono il congelamento della costruzione nelle colonie, l’accettazione dell’iniziativa di pace araba [proposta di un accordo di pace con Israele formulata dall’Arabia Saudita ed accolta dalla Lega Araba nel 2002. Ndtr.] e il riconoscimento che Gerusalemme est dovrebbe fare parte del futuro Stato palestinese; gli ex ufficiali della sicurezza invocano anche il completamento della barriera di sicurezza [o Muro di separazione. Ndtr.].

Venerdì [27 maggio] un gruppo di oltre 200 militari ed ufficiali dell’intelligence hanno criticato il governo per la sua inazione nella soluzione del conflitto israelo-palestinese ed hanno presentato un piano dettagliato che secondo loro potrebbe porre fine alla situazione di stallo. La pubblicazione del rapporto segue di poco la nomina del leader del partito Yisrael Beytenu [partito ultranazionalista. Ndtr], Avigdor Lieberman, a ministro della Difesa.

Con i colloqui di pace completamente bloccati, venerdì il piano dei “Comandanti per la Sicurezza di Israele” ha indicato le “condizioni di garanzia” per negoziare con i palestinesi. Chiede un complesso di iniziative politiche e per la sicurezza insieme alla contestuale concessione di miglioramenti economici per i palestinesi di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme est.

 Auspica un congelamento della costruzione di colonie, l’accettazione in linea di massima dell’ “Iniziativa di Pace Araba” e il riconoscimento che Gerusalemme est debba essere parte di un futuro Stato palestinese “quando ciò sia stabilito come parte di un futuro accordo.”

Il leader del gruppo, Amnon Reshef, un ex-generale dell’IDF, ha detto che il piano “smentisce i venditori di paura” che sostengono che attualmente non ci sia una controparte palestinese per la pace o che le condizioni non sono adeguate per i negoziati. Ha affermato che questo argomento, comune in Israele dopo anni di conflitto e di fallimenti dei negoziati, “non dovrebbe essere una scusa per la passività e l’inazione.”

Reshef ha messo in guardia:”L’attuale status quo è un’illusione” che danneggia una soluzione dei due Stati del conflitto.

Il piano chiede anche alle autorità di completare la costruzione del Muro di sicurezza, in modo tale da non impedire la soluzione dei due Stati. In particolare, invita le autorità a completarne la costruzione attorno a Gush Etzion, Ma’ale Adumim [due colonie nei pressi di Gerusalemme, in Cisgiordania. Ndtr.]e nel sud della Cisgiordania.

Reshef ha detto che il suo gruppo intende garantire le condizioni per futuri colloqui di pace con i palestinesi ottimizzando nel frattempo la sicurezza nazionale di Israele e le relazioni regionali e internazionali. ” Sappiamo per esperienza che non puoi sfidare il terrore solo con mezzi militari, devi migliorare la qualità della vita dei palestinesi,” ha affermato.

Il gruppo di veterani militari ha detto di sperare che il piano sia preso in considerazione dai decisori politici e dall’opinione pubblica in Israele e negli USA, dove la prossima settimana verrà lanciata una campagna con l’ ong “Israel Policy Forum” [organizzazione statunitense di ricerca, studio e formazione impegnata per la realizzazione della soluzione dei due Stati. Ndtr.].

(traduzione di Amedeo Rossi)