L’esercito israeliano uccide dieci palestinesi, tra cui una donna anziana

Dopo il raid israeliano Foto: Raneen Sawafta/Reuters
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Redazione

26 gennaio 2023-Al Jazeera

Le forze israeliane si sono scontrate con i combattenti palestinesi nella città occupata di Jenin, in Cisgiordania, accusati di aver usato gas lacrimogeni in ospedale.

Le truppe israeliane hanno ucciso almeno dieci palestinesi in uno dei giorni più letali nella Cisgiordania occupata da quando le incursioni israeliane si sono intensificati all’inizio dello scorso anno.

Il Ministero della Salute palestinese afferma che altri 20 sono stati feriti con proiettili veri nel rastrellamento odierno nel campo profughi di Jenin, che i palestinesi hanno descritto come un “massacro”.

Secondo funzionari palestinesi è stata segnalata tra i morti una donna anziana. Quattro dei feriti sono in gravi condizioni.

Le forze israeliane si sono ora ritirate da Jenin.

L’ospedale di Jenin ha identificato la donna uccisa come Magda Obaid e l’esercito israeliano afferma di star esaminando i rapporti sulla sua morte.

Il Ministero della Sanità palestinese ha precedentemente identificato un altro dei morti come Saeb Azriqi, 24 anni, che è stato portato in ospedale in condizioni critiche dopo essere stato colpito da colpi d’arma da fuoco ed è deceduto per le ferite riportate.

La Brigata dei Martiri di Al-Aqsa – una milizia armata affiliata a Fatah – ha rivendicato uno dei morti, Izz al-Din Salahat, come un suo combattente.

I sanitari affermano che la situazione sul campo è molto difficile, con feriti che continuano a riversarsi negli ospedali e le forze israeliane che ostacolano il lavoro delle ambulanze e dei medici.

Il Ministero della Salute palestinese ha annunciato una protesta di medici alle 12:00 (10:00 GMT) davanti all’ospedale di Ramallah per protestare contro gli attacchi israeliani agli ospedali e al personale delle ambulanze a Jenin.

“In termini di dimensioni e numero di feriti c’è un’invasione che non ha precedenti in passato” testimonia ad Al Jazeera Wissam Baker, capo dell’ospedale pubblico di Jenin

Baker continua: “L’autista dell’ambulanza ha cercato di raggiungere uno dei martiri che era al suolo, ma le forze israeliane hanno sparato direttamente contro l’ambulanza e hanno impedito loro di avvicinarsi a lui”.

Baker afferma che le forze israeliane hanno anche sparato lacrimogeni contro l’ospedale che sono penetrati nel reparto infantile provocando sintomi di soffocamento, bambini inclusi.

Sono seguiti scioperi generali a Jenin, Nablus e Ramallah, con la chiusura anticipata delle scuole e dei negozi.

Il Primo Ministro palestinese Mohammad Shtayyeh in una dichiarazione invita le Nazioni Unite e tutte le organizzazioni internazionali per i diritti umani a “intervenire urgentemente per fornire protezione al popolo palestinese e fermare lo spargimento di sangue di bambini, giovani e donne”.

Saleh al-Arouri, importante leader del movimento Hamas che governa la Striscia di Gaza, sostiene che “la risposta della resistenza non tarderà”.

Youmna El Sayed di Al Jazeera, che riferisce da Gaza, riporta che fazioni palestinesi, Hamas compresa, hanno annunciato un giorno di lutto e dichiarato lo stato di allerta.

El Sayed riferisce: “Hanno invitato la comunità internazionale a ritenere i ‘criminali dell’occupazione’ responsabili dei loro crimini e infine hanno invitato la popolazione di Gaza a scendere in piazza e mostrare la loro rabbia contro il massacro commesso a Jenin”.

L’incursione israeliana

L’esercito israeliano afferma che forze speciali sono state inviate a Jenin per arrestare i combattenti della Jihad islamica sospettati di aver compiuto e pianificato “numerosi grandi attacchi terroristici”.

Le forze israeliane hanno lanciato un’incursione su larga scala e hanno assediato il campo nelle prime ore del giorno con forze sotto copertura, decine di veicoli blindati e cecchini. Ben presto sono scoppiati scontri armati con i combattenti della resistenza palestinese. I militari hanno aggiunto che diversi combattenti palestinesi sono stati uccisi dopo aver aperto il fuoco.

In una nota i funzionari israeliani sostengono che “Durante l’operazione, le forze di sicurezza hanno operato per circondare l’edificio in cui si trovavano i sospetti. Due sospetti armati sono stati identificati mentre fuggivano dalla scena e sono stati neutralizzati dalle forze di sicurezza”.

Non sono stati segnalati feriti dell’IDF [esercito israeliano, ndt.].

Jenin è tra le aree della Cisgiordania settentrionale dove Israele ha intensificato le incursioni nell’ultimo anno nel tentativo di reprimere la crescente resistenza armata palestinese.

Aleef Sabbagh, un analista politico specializzato in affari israeliani, afferma che l’operazione odierna a Jenin “dovrebbe essere intesa come un segnale: è il primo colpo di una prossima e più ampia operazione israeliana”.

Sabbagh dice ad Al Jazeera che “La mancanza di una risposta – né araba né internazionale – su ciò che Israele sta facendo lo sta incoraggiando a continuare con i suoi rastrellamenti e uccisioni”.

Nessuna responsabilità è stata attribuita per gli attacchi alle ambulanze e agli ospedali, per l’ostacolo degli aiuti ai feriti, per le esecuzioni sul campo – persino per l’uccisione di Shireen Abu Akleh. Se non ci sarà una risposta reale e forte, Israele continuerà a fare ciò che vuole con impunità”.

Shireen Abu Akleh di Al Jazeera, corrispondente veterana che copriva i territori palestinesi occupati da più di 25 anni, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco a maggio mentre documentava un’incursione nel campo profughi di Jenin.

Nessuno è stato ancora ritenuto responsabile per la sua uccisione.

Il numero di palestinesi uccisi dalle forze israeliane durante le incursioni nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est a gennaio è salito ad almeno 29 persone, tra cui cinque minori. Almeno 15 degli uccisi provenivano da Jenin.

Più di 170 palestinesi sono stati uccisi in tali azioni nel 2022, molti dei quali civili.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)

 

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