Nonostante un ricorso, ad ebrei di colore è stato ordinato di lasciare Israele entro due settimane

La comunità danza in occasione della festa ebraica Shavuot a Dimona, il 26 maggio 2013. Foto di Yonatan Sindel/Flash90
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Almog Ben Zikri

11 settembre 2021 – Haaretz

Si prevede che la comunità presenterà appello contro la decisione, anche se, afferma l’Autorità per la Popolazione di Israele, tutte le richieste sono state riviste singolarmente e poi respinte.

L’Autorità per la Popolazione e l’Immigrazione di Israele ha respinto un appello presentato da 51 membri della comunità di ebrei israeliti [setta di afro-americani convinti di essere la dodicesima tribù di Israele, ndtr.] contro un ordine di espulsione ricevuto lo scorso aprile che intima loro di lasciare Israele entro 14 giorni. Il sindaco di Dimona, dove risiedono molti di loro, ha promesso di opporsi alla loro espulsione.

Le lettere inviate dall’Autorità sono datate 9 agosto, ma sono arrivate a destinazione solo lo scorso lunedì, alla vigilia di Rosh Hashanah [capodanno religioso ebraico, ndtr.]. Ora si prevede che la comunità presenterà appello a un tribunale amministrativo di Be’er Sheva contro la decisione.

Gli ordini di espulsione sono stati ricevuti in seguito all’istanza presentata nel 2015 dalla comunità all’Autorità, con cui chiedeva che le persone venissero regolarizzate dopo che si erano stabilite in Israele senza permesso. Alla comunità è stato chiesto di fornire all’Autorità una lista di persone senza status legale in Israele, ed essa lo ha fatto. In seguito l’Autorità ha chiesto a quei membri della comunità di lasciare il Paese.

Quindi i membri della comunità coinvolti hanno presentato appello. Sebbene l’Autorità per la Popolazione sostenga che ogni caso è stato esaminato singolarmente, tutti i ricorsi sono stati respinti. I membri della comunità ora hanno iniziato un procedimento giudiziario contro la loro deportazione. Omri Barbash, che insieme ad Avigdor Feldman rappresenta i membri della comunità, ha affermato che presenteranno ricorso in tribunale contro la decisione.

Una delle lettere di respingimento [del ricorso] che è stata mostrata ad Haaretz elenca le ragioni del rifiuto di una domanda presentata da A., un ventiduenne membro della comunità di ebrei israeliti che vive in Israele da dieci anni. Secondo il ministero degli Interni A. è arrivato in Israele con un visto turistico nel 2011, quando aveva solo 12 anni. La lettera non specifica se A. è arrivato solo o con la sua famiglia: “Da quando è scaduto il suo permesso A. è rimasto illegalmente in Israele, ha violato la legge,” afferma la lettera. Continua dicendo che, benché il centro della sua vita sia in Israele, ciò non giustifica il fatto di concedergli lo status legale nel Paese.

A differenza di A., alcune delle persone a cui è stato ordinato di lasciare Israele sono nate qui. In aprile Haaretz ha raccontato la storia di Hercules, 22 anni, nato in Israele da genitori arrivati nel 1998, ma mai regolarizzato. Dawn, la madre di Yahhlitahl, ha ricevuto un ordine di espulsione in aprile, che riguarda anche i suoi otto figli che vivono in Israele. “Quando ho ricevuto questa lettera mi sono disperato,” ha detto Hercules in aprile. “Sono nato e cresciuto qui, sono andato a scuola qui, non conosco nessun altro posto. La mia casa è qui, quindi perché me ne devo andare?”

In aprile l’Autorità per la Popolazione e l’Immigrazione ha affermato che l’espulsione è stata ordinata con il consenso dell’allora ministro dell’Interno Arye Dery. Il sindaco di Dimona Benny Biton si è appellato a Dery, chiedendogli di non espellere la comunità, che ha descritto come parte inseparabile delle città. “È inconcepibile che dopo così tanti anni debbano lasciare le loro case, per alcuni di loro il luogo di nascita,” ha scritto. “Avendo accompagnato questa comunità per anni, non permetterò che ciò avvenga.”

Il deputato del Meretz [partito della sinistra sionista, ndtr.] Mossi Raz ha definito ignobile la decisione dell’Autorità, affermando che i membri della comunità ebreo israelita sono parte integrante della società israeliana. “La loro comunità è qui e loro appartengono a questa terra. Questa espulsione può e deve essere bloccata,” ha detto.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)