Una ditta israeliana taglia l’acqua in modo illegale a un villaggio beduino non riconosciuto.

Il villaggio beduino di Rahma. Foto: Eliyahu Hershkovitz
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Nati Yefet

19 settembre 2022 – Haaretz

La ditta Meimei Hanegev ha lasciato senz’acqua 50 famiglie della comunità di Rahma nel sud di Israele che non avevano pagato le bollette dell’acqua – ha ripreso la fornitura dopo l’intervento di Haaretz.

Una società che fornisce acqua a una parte della regione meridionale israeliana del Negev ha interrotto il servizio a decine di residenti di un villaggio beduino per non aver pagato puntualmente le bollette.

Secondo la legge l’approvvigionamento idrico non può essere interrotto per mancato pagamento se non in circostanze estreme e solo con l’approvazione di un comitato consultivo dell’Autorità idrica governativa. Dopo che Haaretz ha iniziato a indagare sulla questione il servizio è stato ripristinato.

Il provvedimento ha riguardato circa 50 membri della famiglia allargata di Awawdeh Kalab a Rahma, un villaggio beduino a est di Yeruham. Il villaggio è stato costruito senza l’autorizzazione del governo e rimane non autorizzato.

Venerdì pomeriggio è stato interrotto agli abitanti il servizio idrico perché Kalab era in arretrato di 1.900 shekel ($ 550). Afferma di essere andato a un ufficio postale il giorno prima a Yeruham per pagare 1.500 shekel di arretrato per ridurre il saldo a 400 shekel, ma di essere stato informato che l’ufficio postale non poteva accettare il pagamento a causa di un problema tecnico.

“Non ho l’intero importo ora, ma non ho intenzione di eluderlo e pagherò”, Kalab sostiene riguardo al debito. “Ho quattro bambini piccoli. Ho animali: cani, gatti, capre, cammelli, asini. Ho un cavallo. Dipendono tutti dall’acqua e pago [per l’acqua] da tre anni, quindi perché per 400 shekel mi tagliano fuori?” Kalab si lamenta anche del fatto che la disconnessione è avvenuta poco prima del fine settimana, quando gli uffici della compagnia idrica sono chiusi.

“Perché interrompono per la seconda volta la fornitura di venerdì, quando non c’è nessuno con cui parlare fino a domenica?” chiede. La fornitura d’ acqua gli è stata interrotta due volte nelle ultime settimane, afferma, una volta per due giorni e poi di nuovo per cinque giorni, fino a quando Haaretz non ha chiesto informazioni sul caso.

A seguito di una sentenza del 2004 dell’Alta Corte di Giustizia i servizi idrici possono interrompere le forniture solo in circostanze eccezionali. Nel 2015 sono state definite normative che stabiliscono le procedure che le ditte devono seguire prima di poter tagliare il servizio per mancato pagamento.

Oltre a una raccomandazione del comitato consultivo dell’Autorità idrica, [queste procedure, ndt] richiedono l’approvazione del direttore dell’Autorità idrica. In ogni caso, tali procedure sono limitate ai casi in cui sono presenti una serie di circostanze, tra cui la mancata collaborazione del debitore, il fallimento degli sforzi per riscuotere il debito e la prova della capacità del debitore di pagare. Il servizio può essere interrotto solo in relazione a debiti di almeno 1.000 shekel.

Il presidente del comitato consultivo dell’Autorità idrica sin dalla sua costituzione, il prof. Yossi Korazim, ha detto ad Haaretz che dal 2018 il comitato si è riunito solo due volte, l’ultima più di un anno fa e da allora l’Autorità idrica non ha ricevuto richieste. Nella sua risposta a questo articolo, l’autorità sostiene che il comitato si è riunito raramente a causa del numero limitato di richieste ricevute. Aggiunge di non essere a conoscenza dei casi riportati in questo articolo.

Sulla base delle informazioni fornite ad Haaretz dalle famiglie interessate a Rahma, le disconnessioni non hanno soddisfatto i requisiti dei regolamenti.

Anche Hamad Kalab, padre di sei figli che lavora come autista di trattori, ha scoperto venerdì che la sua fornitura d’acqua era stata interrotta. Ha mostrato ad Haaretz una ricevuta del martedì precedente che indicava di aver saldato un debito di 1.400 shekel con Meimei Hanegev. Tuttavia afferma di essere stato successivamente lasciato senza approvvigionamento idrico per tre giorni. “Questa è la terza volta che mi hanno tagliato l’acqua negli ultimi tre mesi.”

Meimei Hanegev nega di aver scollegato l’acqua a Hamad Kalab e conferma che aveva “pagato il suo debito e non c’era motivo di disconnetterlo”. Per quanto riguarda Awadeh Kalab, la società afferma di avere un conto in sospeso per quattro mesi di 2.250 shekel “e che tutti gli avvisi e le richieste per saldare il suo debito sono rimasti senza risposta”. Nella sua risposta ad Haaretz, la società afferma che intende presentare una richiesta all’Autorità idrica per interrompere il suo servizio.

La ditta sostiene di fornire acqua a 1.320 famiglie in villaggi beduini non riconosciuti “e nel corso degli anni non ha disconnesso i consumatori per i debiti idrici. I nostri ispettori dell’acqua sono incaricati di rispettare, servire, assistere e aiutare il pubblico dei consumatori, ed è quello che facciamo”.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)

 

 

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