Ebrei di estrema destra irrompono ad Al-Aqsa, palestinesi arrestati e feriti

Fanatici ultranazionalisti entrano nella Spianata delle moschee. Foto : Jerusalem Islamic Waqf/Anadolu Agency]
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Redazione

26 settembre 2022-Al jazeera

Ebrei ultranazionalisti entrano con la protezione della polizia israeliana nel luogo santo occupato a Gerusalemme est, vengono imposte restrizioni all’ingresso dei palestinesi.

Centinaia di ebrei ultranazionalisti sono entrati nel complesso della Moschea di Al-Aqsa nella Gerusalemme est occupata – sotto la protezione delle autorità israeliane – per il secondo giorno consecutivo, mentre la polizia israeliana ha attaccato i palestinesi radunati nel complesso e ha impedito ad altri di entrare.

La Mezzaluna Rossa palestinese afferma che almeno tre palestinesi sono stati feriti lunedì dalle forze israeliane, mentre i giornalisti riferiscono che altri 10 sono stati arrestati dentro e intorno al complesso. Le forze israeliane sono state viste usare manganelli per attaccare donne palestinesi e uomini anziani, nonché giornalisti.

I giornalisti palestinesi riferiscono che lunedì 264 israeliani ultranazionalisti sono entrati nel complesso – uno dei luoghi più sacri dell’Islam e un simbolo della nazione palestinese – nella Città Vecchia di Gerusalemme, che Israele ha occupato e annesso illegalmente nel 1967. Domenica ne sono entrati più di 400.

Il numero di ebrei ultranazionalisti – sostenitori del movimento dei coloni israeliani – che sono entrati nel complesso della moschea di Al-Aqsa è aumentato domenica e lunedì in occasione del Rosh Hashanah, o capodanno ebraico, che quest’anno cade tra il 25 e il 27 settembre.

Alcuni di coloro che sono entrati hanno pregato nel sito, nonostante esista un consenso generale tra gli ebrei ortodossi che la preghiera ebraica non sia permessa nel complesso della moschea di Al-Aqsa. La preghiera ebraica nel sito, noto anche come il Monte del Tempio per gli ebrei, è vista come dai palestinesi come una provocazione e come la fine di un’intesa decennale [tra palestinesi e israeliani, ndt.] di non consentire questa pratica.

Ciò ha portato a una tensione crescente con i palestinesi che temono tentativi da parte degli ebrei di estrema destra di impossessarsi del sito. Alcuni ebrei di estrema destra hanno apertamente espresso il desiderio di demolire le strutture musulmane nel complesso di Al-Aqsa per far posto a quello che viene chiamato il Terzo Tempio.

I palestinesi si erano radunati nel complesso nel tentativo di difendere il sito.

Un anziano palestinese, Abubakr al-Shimi, è stato ricoverato in ospedale dopo aver riportato ferite alla testa essendo stato spinto a terra dalla polizia israeliana in un incidente che è stato filmato.

Le forze israeliane hanno respinto il personale medico che tentava di curare al-Shimi.

John Hendren di Al Jazeera, riferendo dalla Gerusalemme est occupata, afferma che le violenze sono avvenute “in modo pianificato” e “con tutta evidenza non necessarie”.

Anche membri della stampa sono stati attaccati: il capo dell’ufficio dell’Agenzia turca Anadolu a Gerusalemme, Anas Janli, è stato gettato a terra in durante un alterco con la polizia.

Le forze israeliane hanno iniziato a limitare l’ingresso dei palestinesi nel complesso dopo le preghiere musulmane dell’alba alle 6 del mattino (03:00 GMT). L’ingresso di ebrei ultranazionalisti è iniziato circa un’ora dopo ed è proseguito nel pomeriggio, fino alle 14:00 circa (11:00 GMT).

Ai palestinesi di età inferiore ai 40 anni è stato vietato l’ingresso nella moschea, mentre a decine si sono radunati alla Porta delle Catene (Bab al-Silsila) e alla Porta del Leone (Bab al-Asbat) dove hanno pregato e protestato.

L’Autorità Palestinese (ANP) ha condannato quello che ha definito “l’attacco” al complesso della moschea.

Il portavoce della presidenza dell’Autorità Nazionale Palestinese, Nabil Abu Rudeineh, ha affermato che “l’attacco alla moschea di Al-Aqsa da parte dell’occupazione e dei suoi coloni rientra nel quadro dell’escalation israeliana contro il nostro popolo, la sua terra e i suoi luoghi santi” e ha avvertito che la “continuazione di queste pratiche porterà a un’esplosione della situazione con il crescere della tensione e della violenza”.

Abu Rudeineh ritiene il governo israeliano “totalmente responsabile di questa pericolosa escalation e delle sue ripercussioni”.

Altrove, nella città di Hebron occupata nel sud della Cisgiordania, i palestinesi hanno dovuto affrontare ulteriori restrizioni legate al capodanno ebraico.

Walid al-Omari di Al Jazeera riferisce che la famosa moschea Al-Ibrahimi [di Abramo, ndt.] della città, divisa tra palestinesi e coloni ebrei, è stata completamente chiusa ai palestinesi durante Rosh Hashanah: la quarta chiusura della moschea quest’anno.

La moschea è conosciuta dagli ebrei come la “Tomba dei Patriarchi”.

L’anno scorso, le crescenti tensioni per l’espulsione delle famiglie palestinesi dalle loro case a Gerusalemme sono state il catalizzatore di diffuse proteste palestinesi in Israele e nei territori palestinesi occupati.

I raid alla moschea di Al-Aqsa da parte delle forze di sicurezza israeliane durante il mese sacro del Ramadan hanno ulteriormente acuito le tensioni e quattro giorni dopo è iniziato l’assalto israeliano a Gaza durato 11 giorni.

Hendren di Al Jazeera afferma che nei prossimi giorni ci si aspetta un aumento delle scorte armate di ebrei ultranazionalisti [nel complesso di Al-Aqasa, ndt.] dato che “questi sono i giorni santi nel calendario ebraico”.

“La prossima settimana c’è Yom Kippur, il giorno più sacro nel calendario ebraico, il giorno dell’espiazione, quindi possiamo aspettarci più visite alla moschea [di Al-Aqsa]”, ha detto Hendren.

(traduzione dall’inglese di Giuseppe Ponsetti)