“Una svolta”: il Comitato delle Nazioni Unite vota per richiedere il parere della Corte Internazionale di Giustizia sull’occupazione israeliana

Un soldato israeliano prende posizione durante una manifestazione di protesta dei Palestinesi vicino a Nablus ( 4 novembre 2022) Foto: AFP
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Redazione di MiddleEastEye

MEE 12 novembre 2022

I palestinesi accolgono con favore il voto come preludio alla “apertura di una nuova era in cui si dichiari Israele responsabile dei suoi crimini di guerra”

Venerdì il comitato per la decolonizzazione delle Nazioni Unite ha adottato una bozza palestinese di risoluzione che richiede il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) sull’occupazione israeliana delle terre palestinesi dal 1967.

La misura è stata accolta con favore dai palestinesi e respinta da Israele.

Il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki ha dichiarato in un comunicato che 98 paesi hanno sostenuto la risoluzione, 52 si sono astenuti e 17 hanno votato contro.

I pareri della Corte Internazionale, che risolve le controversie tra Paesi, non sono vincolanti.

Al-Maliki ha accolto con favore il voto e ha descritto la risoluzione come una “svolta diplomatica e legale” che “aprirebbe una nuova era per dichiarare Israele responsabile dei suoi crimini di guerra”.

La risoluzione passerà ora all’Assemblea Generale di 193 membri per il voto finale prima della fine dell’anno.

La risoluzione, approvata presso la sede delle Nazioni Unite a New York, chiede alla Corte di intervenire “urgentemente” sulla “prolungata occupazione, colonizzazione e annessione del territorio palestinese” da parte di Israele, che viola il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione. La risoluzione si riferisce alle terre palestinesi occupate da Israele dalla guerra del 1967: Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est.

Vi si fa anche riferimento a politiche volte a “alterare la composizione demografica, il carattere e lo status della città santa di Gerusalemme”. La risoluzione chiede alla Corte un parere su come queste politiche e pratiche israeliane “influenzino lo status legale dell’occupazione, e quali siano le conseguenze legali che derivano per tutti gli Stati e per le Nazioni Unite da questa situazione”.

Nel 2004 la Corte aveva ritenuto che il muro costruito da Israele principalmente all’interno della Cisgiordania occupata e di Gerusalemme Est fosse “contrario al diritto internazionale”.

“Questa occupazione dovrà finire”

Dopo il voto l’ambasciatore palestinese alle Nazioni Unite Riyad Mansour ha citato il discorso del presidente palestinese Mahmoud Abbas all’incontro annuale dell’Assemblea Generale di settembre, che ha sollecitato la mobilitazione di “tutte le componenti del nostro ordine internazionale basato sul diritto, compresa la giustizia internazionale”.

Mansour ha ringraziato i Paesi che hanno sostenuto la risoluzione e ha affermato che “nulla giustifica il sostegno all’occupazione e all’annessione israeliane, alla rimozione e l’espropriazione del nostro popolo”.

“Il nostro popolo ha diritto alla libertà”, ha detto. “Questa occupazione dovrà finire”.

“Verrà un giorno, un giorno in cui il nostro popolo porterà la bandiera della Palestina sulle chiese di Gerusalemme e nelle moschee di Gerusalemme e Haram al-Sharif”, ha aggiunto Mansour.

Contemporaneamente l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite Gilad Erdan si è opposto al voto, affermando che con l’invito a coinvolgere la Corte “i palestinesi stanno distruggendo ogni possibilità di riconciliazione”.

“I palestinesi hanno rifiutato ogni iniziativa di pace, e ora coinvolgono un organismo esterno con la scusa che il conflitto non è stato risolto?” ha detto rivolgendosi al Forum.

Nella riunione del comitato di giovedì, il vice rappresentante degli Stati Uniti, che ha votato contro la risoluzione, ha affermato che un parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia è “controproducente e allontanerà solo le parti dall’obiettivo che tutti condividiamo di un negoziato per una soluzione a due Stati”.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)