Esperti ONU chiedono a Israele di porre fine alla tortura e ai trattamenti inumani nei confronti dei palestinesi

Redazione MEE

9 febbraio 2021 – Middle East Eye

Un gruppo di esperti sui diritti umani afferma che Israele ha utilizzato ‘un pericoloso cavillo del sistema giudiziario israeliano’ per difendere l’uso della tortura

Esperti ONU sui diritti umani hanno chiesto a Israele di porre fine all’uso della tortura e di altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, che, hanno sottolineato, è stato unanimemente vietato dal diritto internazionale, contro i palestinesi.

Israele dovrebbe “urgentemente e completamente rivedere, sospendere e/o abrogare la clausola della difesa per necessità applicata nelle indagini penali, e tutte le leggi, i regolamenti, le politiche e le prassi che autorizzano, giustificano, avallano o in qualunque modo comportano l’impunità per tali gravi violazioni dei diritti umani”, hanno affermato lunedì gli esperti in una dichiarazione.

Il gruppo di esperti di diritto – che include Stanley Michael Lynk, relatore speciale sui diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967 – ha affermato di essere allarmato per l’uso di “tecniche di interrogatorio potenziate” utilizzate dalle forze di sicurezza israeliane contro il palestinese Samer al-Arbeed.

Arbeed è stato arrestato nel 2019 in quanto sospettato di essere coinvolto in un attacco nella Cisgiordania occupata. Nel settembre 2019, dopo aver subito l’interrogatorio da parte del servizio interno di intelligence israeliano Shin Bet, è stato trasferito all’ospedale Hadassah di Gerusalemme in condizioni critiche. Soffriva di blocco renale e frattura delle costole.

Siamo allarmati perché Israele non ha perseguito, punito e posto rimedio alle torture e ai maltrattamenti perpetrati nei confronti di Mr. Al-Arbeed”, ha affermato il gruppo di esperti.

Occuparsi di simili violenze non è a discrezione del governo o della magistratura, ma costituisce un obbligo assoluto in base al diritto internazionale.”

Nel 1999 la Corte Suprema israeliana emise una sentenza che vietava tali torture. Tuttavia la legge contiene un cavillo per cui chi svolge gli interrogatori può difendere l’uso della forza quando ci sia il timore di un imminente attacco.

Gli esperti ONU hanno affermato che questa è “una difesa fuorviante” che consente l’impunità de facto agli israeliani che interrogano, anche quando le loro tecniche di interrogatorio si configurano come tortura o altre misure crudeli e inumane.

Secondo i dati raccolti dalla Commissione Pubblica contro la Tortura in Israele [Ong israeliana, ndtr.], dal 2001 sono state presentate oltre 1.200 denunce contro lo Shin Bet. Di tali denunce nemmeno una è giunta a processo.

Consentire a singoli agenti di avvalersi della ‘necessità di difesa’ contro le cause penali è un pericoloso stratagemma all’interno del sistema giudiziario israeliano, che di fatto giustifica l’interrogatorio coercitivo di persone sospettate di essere in possesso di informazioni su operazioni militari”, hanno sostenuto.

Gli esperti hanno inoltre detto che le vittime di tortura dovrebbero ricevere piena riabilitazione e totale risarcimento per quello che hanno subito.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)

Sulla tortura e in particolare sul caso di Samer Abeed