Israele ha assolto l’assassino di Eyad al-Hallaq. Poi Ben-Gvir ha definito terrorista sua madre.

Eyad al Hallaq
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Yumna Patel 

7 luglio 2023 – Mondoweiss

Un tribunale distrettuale israeliano ha assolto l’agente della polizia di frontiera che nel 2020 sparò e uccise un palestinese affetto da autismo che era disarmato e stava scappando dalla polizia.

Tre anni dopo gli spari che provocarono indignazione a livello internazionale un tribunale israeliano ha prosciolto un agente della polizia di frontiera israeliana che uccise un palestinese affetto da autismo.

Giovedì il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha stabilito che il poliziotto, inizialmente incriminato per omicidio colposo, agì per “autodifesa” quando sparò e uccise il trentaduenne Eyad al-Hallaq.

Il 30 maggio 2020 al-Hallaq si stava recando a una scuola per disabili nella città vecchia di Gerusalemme est occupata quando venne inseguito da agenti israeliani. All’epoca la polizia affermò che al-Hallaq, che era autistico, stava comportandosi in modo “sospetto” e che era armato, per cui gli agenti gli avevano sparato. In seguito venne dimostrato che era disarmato.

Secondo quanto riportato da Al Jazeera, nella decisione di giovedì del tribunale l’uccisione di al-Hallaq viene descritta come un “tragico errore”, affermando che l’agente “aveva preso una decisione in pochi secondi in una situazione di pericolo,”. Il tribunale ha aggiunto che il poliziotto, la cui identità è rimasta nascosta all’opinione pubblica, aveva agito in “buona fede” perché convinto che al-Hallaq fosse un “aggressore”.

Immagini video postate sulle reti sociali dopo la decisione del tribunale mostrano la madre di al-Hallaq, Ranad, urlare disperata nell’aula del tribunale, e avrebbe gridato: “Siete tutti dei terroristi, mio figlio è sottoterra.”

Il padre di al-Hallaq, Khairi al-Hallaq, ha detto ai giornalisti: “In sostanza il tribunale ha detto alla polizia: ‘Fate quello che volete agli arabi. Non sarete puniti per questo’.”

Video postati sulle reti sociali venerdì 7 luglio, il giorno dopo l’udienza in tribunale, mostrano Ranad al-Hallaq affrontare un gruppo di manifestanti israeliani, tra cui il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, di estrema destra. Benché Mondoweiss non abbia potuto comprendere quello che viene detto nella discussione tra i due, secondo un tweet di Tamy Abdul Ben-Gvir avrebbe urlato: “Vattene, terrorista,” alla madre di al-Hallaq.

In risposta alla decisione della corte Ben-Gvir ha affermato: “Gli eroici soldati che proteggono lo Stato di Israele con le proprie vite avranno un ampio e totale sostegno da me e dal governo israeliano.”

Secondo Haaretz l’agente della polizia di frontiera verrà reintegrato in servizio e parteciperà “tra poche settimane a un corso per comandanti”.

Affermazioni contraddittorie

Durante l’indagine e il procedimento giudiziario i genitori di Eyad al-Hallaq hanno accusato gli inquirenti e i pubblici ministeri israeliani di essere stati indulgenti con l’agente e che egli avrebbe dovuto essere imputato di omicidio volontario invece che colposo, che comporta una pena massima di 12 anni.

L’atto di accusa contro il poliziotto, presentato nel 2021, specificava come l’accusato avesse sparato ad al-Hallaq allo stomaco mentre era intrappolato con la schiena contro il muro, nascosto dietro un cassonetto della spazzatura. L’agente gli sparò una seconda volta al petto mentre era a terra ferito, uccidendolo.

Il poliziotto sostenne che “sospettava che al-Hallaq fosse un terrorista” perché portava guanti e mascherina neri, cosa per niente strana dato che si era all’inizio della pandemia da COVID-19, e “nel camminare si era fermato varie volte guardando indietro.”

Al-Hallaq stava andando a scuola alle prime ore del mattino e sarebbe stato spaventato dal gruppo di poliziotti israeliani che si trovavano nella zona e gli avevano detto di fermarsi. Immagini di una telecamera di sorveglianza mostrano al-Hallaq che si allontana di corsa dai poliziotti, guardando affannosamente dietro di sé mentre gli agenti lo inseguono.

Nella sua testimonianza il poliziotto ha anche affermato di temere per la vita di una donna che si trovava nelle vicinanze, sostenendo di essere stato “sicuro che al-Hallaq fosse un terrorista che intendeva compiere una strage e stava per uccidere una donna.”

Secondo Haaretz l’agente ha detto che dopo che al-Hallaq era entrato in un gabbiotto dei rifiuti avrebbe “sentito le urla di una donna,” affermando: “Da ciò che ho potuto vedere il terrorista stava per uccidere la donna. Erano urla terribili,” ha sostenuto. “Per come l’ho vista io, stavo salvando questa donna.” La donna risultò essere l’insegnante di al-Hallaq e l’unica testimone degli spari. Disse che stava gridando ai poliziotti di non sparare ad al-Hallaq, spiegando loro che si trattava di un disabile. Affermò che gli agenti ignorarono le sue invocazioni e gli spararono ugualmente.”

Lo scorso anno, poco dopo l’uccisione di suo figlio, Ranad al-Hallaq raccontò questi eventi a Mondoweiss, sostenendo che egli si era “rannicchiato per la paura” nascosto dietro al cassonetto, e gridava: “Sono con lei, sono con lei,” indicando la sua insegnante.

“Lei (la docente) vide quello che stava accadendo e urlò alla polizia di fermarsi, dicendo che egli era un disabile,” affermò Ranad. “Ma non si fermarono e continuarono a gridare ‘terrorista!’ in ebraico.”

Di rado poliziotti e soldati israeliani rispondono dei crimini commessi contro palestinesi. Secondo un rapporto di maggio dell’autorità di controllo statale israeliana nel 2021 l’1,2% delle denunce contro funzionari della sicurezza ha comportato un’incriminazione.

Adalah –Centro Giuridico per i Diritti della Minoranza Araba in Israele ha condannato la polizia e le forze di sicurezza israeliane perché non seguono le adeguate procedure prima di aprire il fuoco, affermando che l’“assoluta impunità” che i funzionari ottengono nelle indagini per omicidio colposo comporta “un’estrema facilità nell’uso delle armi da fuoco da parte degli agenti di polizia e delle guardie giurate quando si tratta di arabi.”

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)

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