16 dicembre 2023 – Euro-Med Human Rights Monitor
Ginevra – Secondo quanto riferito l’esercito israeliano avrebbe seppellito vivi dei civili palestinesi all’esterno dell’ospedale Kamal Adwan nella città di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, dopo nove giorni consecutivi di assedio totale dell’area, tra raid e orribili atrocità. È necessaria l’apertura di un’indagine internazionale indipendente sui fatti riportati, ha affermato Euro-Med Human Rights Monitor in un comunicato stampa diffuso sabato.
Sulla base di testimonianze che l’organizzazione con sede a Ginevra ha ricevuto dai media e dal personale medico sul posto, questa mattina, prima di lasciare la struttura medica, i bulldozer israeliani hanno seppellito vivi dei civili palestinesi nel cortile dell’ospedale. Dei testimoni hanno detto che tra i cumuli di terra era visibile almeno uno dei corpi e hanno confermato che la vittima è stata ferita prima di essere sepolta e uccisa.
Secondo Euro-Med Monitor i bulldozer dell’esercito israeliano sono entrati questa mattina nell’ospedale e hanno completamente distrutto la sua sezione sud lasciando dietro di sé, dopo diversi giorni di assedio e attacchi ininterrotti, una grande devastazione. L’organizzazione per i diritti umani riferisce che nove giorni fa i carri armati israeliani avevano cinto d’assedio l’ospedale mentre i cecchini prendevano il controllo degli edifici circostanti e sparavano su chiunque passasse.
Le squadre di Euro-Med Monitor continuano a documentare ciò che è accaduto oggi all’ospedale Kamal Adwan e hanno sottolineato la necessità di aprire un’indagine internazionale sulle orribili violazioni di cui la struttura è stata testimone negli ultimi giorni contro pazienti, sfollati e personale medico nel quadro di un deliberato e sistematico attacco di Israele, a partire dal 7 ottobre, contro le strutture sanitarie della Striscia di Gaza.
Lunedì 11 dicembre l’esercito israeliano ha bombardato in maniera mirata il reparto maternità dell’ospedale, uccidendo due donne e i loro due bambini e amputando le gambe di una terza donna. Il giorno successivo (martedì 12 dicembre) i militari hanno arrestato il direttore dell’ospedale, il dottor Ahmed Al-Kahlot, e hanno trasferito più di 70 operatori sanitari dall’ospedale a una destinazione sconosciuta.
Da allora i soldati hanno preso più volte d’assalto l’ospedale, trasformando i suoi tetti e gli edifici in caserme militari e hanno imposto un assedio totale a coloro che erano intrappolati all’interno privandoli di cibo e acqua. Un testimone oculare che ha chiesto l’anonimato per timore di ritorsioni ha affermato che i soldati israeliani 48 ore dopo l’invasione dell’ospedale e l’imposizione di un rigido assedio hanno ordinato a tutti gli uomini, compreso il personale medico, di riunirsi nel cortile dell’ospedale. Li hanno poi separati in gruppi di cinque e li hanno fotografati per confermare la loro identità.
L’esercito israeliano ha successivamente costretto ad uscire in gruppi la maggior parte delle persone intrappolate nell’ospedale, tra cui 65 feriti, 12 bambini in terapia intensiva, sei neonati prematuri, 2.500 sfollati e 100 membri del personale medico. A quasi 10 metri dall’ospedale hanno costretto i maschi a togliersi tutti i vestiti, ad eccezione dei boxer. Hanno tenuto le vittime all’aperto per sei ore prima di arrestarne circa 50-60; gli altri sono stati rilasciati e costretti a recarsi nelle scuole adibite a rifugio. Circa 50 pazienti, insieme alle loro famiglie, e cinque medici e infermieri, sono stati trattenuti in uno dei reparti dell’ospedale senza cibo, acqua o elettricità.
Durante il raid i soldati hanno distrutto i cancelli esterni dell’ospedale, parte dell’edificio amministrativo e la farmacia; hanno bruciato il magazzino dei medicinali prima di demolirlo; hanno distrutto il pozzo dell’acqua, il generatore di elettricità e la centrale per l’erogazione dell’ossigeno; hanno scavato una grande fossa nel cortile dell’ospedale e hanno riesumato circa 26 corpi di persone morte che, non potendo essere sepolte nei cimiteri a causa degli attacchi israeliani in corso, erano state precedentemente seppellite nel cortile. I bulldozer israeliani hanno rimosso i corpi in modo umiliante, afferma Euro-Med Monitor, violandone la dignità.
Euro-Med Monitor fa sapere che, sebbene l’esercito israeliano abbia pubblicato un’immagine con quattro individui che lasciano un ospedale con dei Kalashnikov nel tentativo di dipingerli come miliziani, la sua indagine iniziale ha rivelato che le persone raffigurate sono un medico qualificato, un infermiere e due civili sfollati, a cui i soldati hanno imposto di impugnare le armi degli agenti di sicurezza israeliani posti a guardia dei cancelli dell’ospedale.
Euro-Med Monitor ha ricevuto testimonianze che confermano che in ospedale un uomo anziano è stato recentemente lasciato morire di fame mentre un altro è stato ucciso da un cane dell’esercito israeliano che gli è stato aizzato contro. Altri, tra cui due pazienti, oltre ai bambini, sono morti nel reparto di terapia intensiva per non aver potuto ricevere cure mediche adeguate. L’organizzazione per i diritti umani afferma che le atrocità commesse dalle forze israeliane nell’ospedale Kamal Adwan fanno parte dei ripetuti e sistematici attacchi dell’esercito israeliano contro strutture sanitarie e ambulanze con i loro equipaggi, in corso dal 7 ottobre, che mirano a distruggere il sistema sanitario della Striscia di Gaza e costituiscono un crimine di guerra secondo le norme del diritto internazionale umanitario.
Euro-Med Human Rights Monitor sottolinea che ospedali, strutture mediche e veicoli sono obiettivi civili che godono di una protezione speciale ai sensi del diritto internazionale umanitario e del diritto bellico. Pertanto, la protezione specifica cui hanno diritto gli ospedali non viene meno sempre che non vengano utilizzati da una parte in conflitto per commettere, al di fuori delle loro funzioni umanitarie, una “azione dannosa verso il nemico”. Le leggi umanitarie internazionali – leggi che Israele viola palesemente – sottolineano che il personale medico deve essere protetto e autorizzato a svolgere il proprio lavoro.
Finora Israele non ha fornito alcuna prova concreta che dimostri che gli ospedali nella Striscia di Gaza vengano utilizzati per scopi diversi dall’impiego sanitario. Euro-Med Monitor ha espresso grave preoccupazione per la trasformazione degli ospedali di Gaza da parte dell’esercito israeliano in caserme militari, postazioni di cecchini e centri di detenzione per personale medico, pazienti e sfollati interni, considerando in particolare il gran numero di civili feriti nella Striscia a causa del genocidio in corso da parte di Israele nei confronti dei palestinesi.
(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)