La polizia ferma un importante attivista israeliano per presunto possesso di materiale BDS.

image_pdfimage_print

Yotam Berger | 14 marzo 2017 Haaretz

Jeff Halper, nato negli Stati Uniti, cofondatore del Comitato israeliano contro la demolizione delle case, è stato fermato dopo aver condotto un tour della zona E1, di fronte all’insediamento israeliano di Ma’alehAdumim.

Mercoledì scorso la polizia ha sottoposto a fermo l’attivista di spicco della sinistra Jeff Halper, presso l’insediamento di Ma’aleh Adumim, per sospetto incitamento, affermando di aver agito sulla base di una denuncia per possesso di “materiali relativi al movimento BDS”.
Halper, che si è trasferito in Israele dagli Stati Uniti nel 1973, è stato trattenuto dopo aver guidato un tour di stranieri al sito E1,di fronte all’insediamento, e è stato portato dal furgone della polizia a una commissariato vicino, per essere poi rilasciato senza essere messo agli arresti.
Prima di liberarlo gli agenti di polizia hanno fotografato i manifesti e le mappe che teneva in mano. Halper nega di avere distribuito durante il tour qualsiasi materiale relativo al BDS, o anche di avere discusso del movimento di boicottaggio.
Distribuire tali materiali non sarebbe stato in violazione della legge, anche di una legge anti-boicottaggio del 2011 [http://www.haaretz.com/israel-news/israel-passes-law-banning-calls-for-boycott-1.372711], secondo la quale una persona o un’organizzazione che chiede il boicottaggio di Israele, compresi gli insediamenti, può essere denunciato da chi è bersaglio del boicottaggio, anche senza che debba dimostrare di avere subito alcun danno.
La legge nega anche a una persona o una società che sostiene il boicottaggio di Israele o degli insediamenti la possibilità di partecipare agli appalti governativi. Un’altra legge, approvata questo mese, dà diritto a Israele di negare l’ingresso agli attivisti pro-BDS [http://www.haaretz.com/israel-news/.premium-1.775614].
Halper, co-fondatore del Comitato israeliano contro la demolizione delle case, ha dichiarato ad Haaretz che mercoledì stava partecipando a un tour nei territori con visitatori stranieri. Aveva condotto un gruppo di quindici persone in un punto di osservazione sulla zona E1, nei pressi di Ma’aleh Adumim.
“È un buon posto per mostrare il contesto in cui si trova Ma’aleh Adumim rispetto a Gerusalemme. E’ una tappa regolare dei nostri tour; non era la prima volta che portavo un gruppo in quel luogo”, ha detto Halper.
Al termine della visita i turisti erano saliti a bordo di un autobus diretto a nord e lui stava andando a prendere un autobus per Gerusalemme, ma “mentre correvo verso l’autobus, ho scorto la polizia nella zona, e li ho visti parlare e contattare il gruppo. Ho chiamato l’autista palestinese (del bus che trasportava i turisti) che mi ha detto di avere sentito dire che stavamo distribuendo materiale BDS “.
“Improvvisamente l’autobus, dopo due fermate, si è fermato nel mezzo di Maaleh Adumim, la polizia è salita a bordo, mi ha intimato che mi stava arrestando, e mi ha fatto uscire dall’autobus”, ha riferito Halper.
Halper è stato interrogato riguardo al materiale che aveva con sé.
“Non mi hanno spiegato il motivo del fermo, hanno accennato a qualcosa sul BDS, ma nessun dettaglio. Mi hanno messo in un furgone, già sgradevole di per sé. Mi hanno spinto in direzione della stazione di polizia. Appena arrivati ​​alla stazione, si sono fermati e mi hanno fatto un paio di domande su quello che avevo nel sacco e se c’era del materiale BDS.
“Siamo usciti dal veicolo e hanno gettato le mie mappe sul furgone; erano le mappe di Gerusalemme e della sua area più estesa. C’era anche qualcosa con sopra scritto “BDS per BDS”: è qualcosa di cui faccio uso. Io sostengo che non abbiamo soluzioni da offrire e propongo uno Stato democratico bi-nazionale, per questo uso lo slogan “BDS per BDS”. Non è un adesivo o un volantino, ma solo una mappa con quelle parole scritte sopra.
“L’hanno trovato e l’hanno preso, hanno scritto un verbale o qualcosa del genere, e mi hanno rilasciato”, ha detto Halper.
Halper ha affermato che la polizia ha rifiutato di dargli una copia della contravvenzione o di spiegare ciò di cui era sospettato.
In risposta ad una domanda di Haaretz, la polizia regionale della Samaria ha detto:
“Non c’è alcuna indagine su questa questione. C’erano informazioni che sono state verificate da una pattuglia; una volta chiaro che non ha commesso alcuna violazione, è stato liberato.”
Il portavoce della polizia ha detto che l’accusa contro di lui è “incitamento”, ma è stato rilasciato dopo l’interrogatorio; non è prevista nessun’ altra indagine.

(Traduzione di Angelo Stefanini)