La giovane palestinese Ahed Tamimi raggiunge un patteggiamento per restare otto mesi in un carcere israeliano

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Yotam Berger

21 marzo 2018, Haaretz

Anche la cugina e la madre di Tamimi ottengono un patteggiamento – l’avvocato afferma che l’accordo è una prova che l’esercito ha voluto ‘ un regolamento di conti’.

Mercoledì la giovane palestinese Ahed Tamimi ha raggiunto un patteggiamento con la procura militare, in base al quale verrà condannata a otto mesi di prigione. Il tribunale militare che si occupava del suo caso ha approvato il patteggiamento mercoledì, trasformandolo in sentenza ufficiale.

Come parte dell’accordo, la diciassettenne si è dichiarata colpevole di quattro aggressioni, compresi gli schiaffi, ripresi in un video, a un soldato israeliano. Oltre alla condanna ad otto mesi di prigione, dovrà pagare una multa di 5.000 shekels (1.437 dollari).

La procura ha raggiunto il patteggiamento anche con Nur e Nariman Tamimi, cugina e madre di Ahed Tamimi, entrambe coinvolte nell’attacco al soldato ripreso dal video. L’accordo, anch’esso approvato dal tribunale, condanna Nur Tamimi a passare 16 giorni in prigione e ad una multa di 2.000 shekels (575 dollari). La condanna di Nariman Tamimi è di otto mesi di prigione ed una multa di 6.000 shekels (1.725 dollari).

Il caso di Ahed Tamimi è stato discusso a porte chiuse. Il tribunale militare ha respinto una richiesta, da lei presentata questa settimana, di tenere il procedimento in pubblico.

Precedentemente l’avvocato di Tamimi, Gaby Lasky, ha confermato che era stata raggiunta un’ammissione di colpevolezza. “Il fatto che il patteggiamento preveda la riduzione di tutti i capi di imputazione che hanno reso possibile tenerla in prigione fino alla fine del procedimento è la prova che l’arresto di Tamimi in piena notte e il processo contro di lei erano atti finalizzati ad un regolamento di conti”, ha detto Lasky.

Prima che la sentenza fosse confermata dal tribunale, alcune fonti hanno riferito a Haaretz che, in base al patteggiamento, Tamimi sarebbe stata dichiarata colpevole dell’aggressione di dicembre ripresa dal video, di incitamento alla violenza per aver postato il video, e di due altre aggressioni a soldati. Ulteriori accuse per aggressione e lancio di pietre sarebbero state ritirate.

Secondo una delle fonti, nel caso di Ahed Tamimi la punizione non viene considerata né particolarmente mite né particolarmente severa. L’esercito israeliano ha sentito la necessità di porre fine alla questione legale, ha detto la fonte, in quanto essa ha danneggiato la reputazione dell’esercito sui media e a livello internazionale, il che potrebbe essere il motivo per cui il patteggiamento è stato fortemente voluto.

Inizialmente, in gennaio, l’imputazione di Tamimi comprendeva 12 capi d’accusa, a partire dal 2016. Includeva cinque aggressioni contro le forze di sicurezza, compreso il lancio di pietre. E’ stata accusata di aggressione, di minacce e di intralcio ad un soldato nell’esercizio delle sue funzioni, di incitamento e lancio di oggetti contro persone o proprietà.

La madre di Tamimi, Nariman, è stata anche accusata di istigazione sui social media – ha filmato l’incidente degli schiaffi – e di aggressione. La cugina di Tamimi, Nur, è stata accusata di aggressione aggravata.

Nur Tamimi ha detto che lei e Ahed hanno preso a schiaffi i soldati in parte perché loro avevano invaso il cortile di Ahed il 15 dicembre, il giorno in cui sono state filmate – ma la ragione principale è stata che avevano appena letto su Facebook che un cugino, Mohammed Tamimi, aveva riportato una ferita alla testa apparentemente letale provocata da un proiettile [sparato da] un soldato israeliano. In realtà lui è sopravvissuto allo sparo.

Bassem Tamimi, padre di Ahed, ha detto che sua moglie e sua figlia non hanno fatto niente di male e che stanno“ lottando per la libertà e la giustizia.”

(Traduzione di Cristiana Cavagna)