Dal 2009 Netanyahu ha costruito nelle colonie in Cisgiordania 19.346 unità abitative

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14 maggio 2019 – Ma’an News

Il rapporto di Peace Now [organizzazione pacifista israeliana, ndtr.] riguardo alla costruzione nella Cisgiordania occupata afferma che nel 2018 è iniziata la costruzione di circa 2.100 nuove unità abitative, il 9% in più della media annuale dal 2009 (1.935 unità per anno) e che circa il 73% (1.539) delle nuove costruzioni è avvenuto in colonie a est del confine proposto dall’Iniziativa di Ginevra [bozza di accordo di pace stilata nel 2003 da politici israeliani e palestinesi, che però non venne accolta, ndtr.], cioè colonie che probabilmente sarebbero evacuate in un accordo a due Stati.

Nel contempo il rapporto mostra che almeno dieci strutture sono state costruite su terreni privati palestinesi di circa 10 dunam [1 ettaro, ndtr], e almeno 37 dunam [3,7 ettari, ndtr] supplementari di terreni privati sono stati espropriati per costruirvi un parco, una strada e mucchi di detriti abbandonati in conseguenza della costruzione di infrastrutture di colonie.

Riguardo all’Avanzamento di Piani e Gare d’Appalto del 2018 (gennaio-dicembre), Peace Now sostiene che 5.618 unità abitative sono state promosse attraverso progetti in 79 colonie e quasi l’83% (4.672 unità abitative) delle unità previste si trova a est della frontiera proposta dall’Iniziativa di Ginevra.

Sono stati pubblicati bandi di appalto per 3.808 unità abitative, un numero record da almeno due decenni. Inoltre nel 2018 sono stati pubblicati anche bandi di appalto per 603 unità a Gerusalemme est,” sottolinea il rapporto.

Secondo i calcoli di Peace Now, durante il decennio di Benjamin Netanyahu come primo ministro israeliano (2009-2018), si è iniziata la costruzione di 19.346 nuove unità abitative in colonie illegali.

Circa il 70% (13.608 unità abitative) delle nuove costruzioni è avvenuto in colonie a est della frontiera proposta dall’Iniziativa di Ginevra. Ciò si è tradotto in un incremento di oltre 60.000 coloni nelle colonie israeliane illegali.

Peace Now presenta anche dati pubblicati dall’Ufficio Centrale di Statistica israeliano su costruzioni in Israele e nelle colonie durante i dieci anni di Netanyahu al potere, che indicano che 18.502 unità abitative sono state costruite nelle colonie e dalla fine del 2008 fino alla fine del 2017 120.518 coloni si sono aggiunti agli insediamenti.

Il rapporto evidenzia gli investimenti governativi israeliani nell’ultimo decennio, in cui i vari ministeri hanno trasferito più di 10 miliardi di shekel (circa 2,48 miliardi di euro) come bilancio extra per le colonie. Nel 2016 la cifra trasferita alle colonie è stata di 1,189 miliardi di shekel [295 milioni di euro]. Nell’anno seguente, la somma è stata di 1.650 miliardi di shekel [408 milioni di euro, ndtr.] e nella prima metà del 2018 la cifra è stata di 697 milioni di shekel [170 milioni di euro, ndtr.].

Peace Now conclude il suo rapporto concentrandosi sulla costruzione su terreni privati palestinesi, affermando che, a causa di petizioni di Peace Now e di altre organizzazioni contro la costruzione nelle colonie su terreni privati palestinesi, nell’ultimo decennio c’è stata una drastica riduzione di questa attività edilizia. Nel 2018 su terreni privati sono stati costruiti 10 edifici.

Inoltre nella colonia di Naaleh sono stati costruiti su terreni privati campi da gioco e parchi, è stata tracciata una strada nella colonia ricollocata di Migron e in varie colonie continua il fenomeno di scarico su terreni privati di mucchi di detriti risultanti dalla costruzione di colonie. In questo modo sono stati portati via a proprietari palestinesi almeno 37 dunam [3,7 ettari] di terra privata palestinese.

(traduzione di Amedeo Rossi)