Juan Carlos Sanz
Gerusalemme, 26 aprile 2021 – El País
L’esercito afferma che è indagata per i suoi rapporti con un gruppo terrorista, ma la giustizia militare non ha presentato un’accusa formale
Lunedì [26 aprile] il tribunale militare di Ofer, in Cisgiordania, ha prorogato di una settimana la detenzione senza imputazione di Juana Ruiz Sánchez, di 62 anni, operatrice umanitaria di una Ong palestinese, arrestata dall’esercito lo scorso 13 aprile nei pressi di Betlemme. Fonti diplomatiche e i portavoce della famiglia hanno informato che la cooperante spagnola rimarrà in carcere fino a domenica per essere ancora interrogata dallo Shin Bet, il servizio di intelligence interna di Israele. In Spagna i responsabili di una campagna per la sua liberazione affermano che è stata spostata varie volte da una prigione all’altra e sottoposta a interrogatori che durano anche sei ore, per cui temono per la sua salute.
Durante la sua quarta dichiarazione di fronte alla giustizia militare, competente sul territorio palestinese occupato, Juana Ruiz è comparsa da remoto dalla prigione ed è stata assistita dal consolato generale di Spagna a Gerusalemme, senza che sia stata ancora presentata contro di lei un’accusa formale.
Dal 1984 vive con il marito, il palestinese cristiano Elías Rismawi, nella località di Beit Sahur (nella provincia di Betlemme). Da trent’anni lavora come coordinatrice di progetti di cooperazione con la Spagna per l’Ong locale Comitati di Lavoro per la Salute, che offre servizi sanitari alla popolazione palestinese attraverso una rete di cliniche ed ospedali. Come abitante della Cisgiordania le è stata applicata la legge militare in vigore sotto l’occupazione dal 1967, che consente di prolungare fino a 75 giorni l’arresto di sospettati perché vengano interrogati.
In violazione delle convenzioni internazionali, le autorità spagnole non sono state informate ufficialmente da quelle israeliane della sua detenzione. Fonti diplomatiche al corrente del suo caso affermano che dopo due settimane di arresto Juana Ruiz non ha ancora potuto ricevere gli effetti personali che i familiari le vogliono consegnare. Un medico l’ha visitata in prigione dopo che si è lamentata di aver bisogno di medicine per curare una malattia. La settimana scorsa il suo avvocato, Ibrahim al Araj, ha dichiarato all’agenzia di stampa EFE [principale agenzia di stampa spagnola, ndtr.] che lei è molto preoccupata. “Juana non sta bene, sta soffrendo molto e ogni giorno (che compare) in tribunale piange in continuazione,” ha affermato il legale.
Il ministero degli Esteri israeliano si è rifiutato di parlare della sua situazione, benché un portavoce abbia informato che la cittadina spagnola è stata arrestata “per essere indagata in quanto sospettata di aver commesso reati contro la sicurezza per attività terroristiche e finanziamento del gruppo terrorista Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP).”
In un comunicato l’ufficio del portavoce dell’esercito ha precisato che Juana Rasmawi (il suo cognome da sposata) è stata arrestata per “aver fornito servizi a un’organizzazione illegale (non identificata) affiliata al FPLP, aver avuto contatti con un agente straniero (senza precisare di quale Paese) e per reati relativi al riciclaggio di denaro.” L’esercito ha anche affermato che la cooperante non si trova in detenzione amministrativa [cioè senza accusa né processo, ndtr.] o indefinita, ma in arresto per essere interrogata.
“Il tribunale militare ritiene che esistano indizi significativi che la sospettata abbia fatto parte di una rete per il riciclaggio di denaro per finanziare il FPLP,” aggiunge il comunicato stampa dell’esercito, che evidenzia che “un rappresentante del consolato ha assistito alle udienze.” Alle fonti diplomatiche e ai portavoce della famiglia contattati a Gerusalemme non risulta che le siano state comunicate queste accuse in tribunale, dove le è stato detto che era indagata per un reato grave.
Fonti diplomatiche spagnole hanno precisato che né il ministero degli Esteri né l’esercito israeliano hanno informato il consolato generale di Spagna a Gerusalemme, da cui dipendono gli spagnoli residenti in Cisgiordania, della detenzione di Juana Ruiz il 13 aprile, né della sua prima comparizione di fronte al tribunale militare di Ofer il giorno dopo, il modo che potesse offrire alla cooperante assistenza consolare. Lo si è potuto fare nelle tre udienze successive di fronte alla giustizia militare.
“Situazione preoccupante e dolorosa per la famiglia”
Un comunicato della campagna spagnola per la liberazione di Juana Ruiz, appoggiata da duemila firme e da 150 organizzazioni, afferma che “la sua situazione è sempre più preoccupante e dolorosa per la famiglia” e che per questo “la diplomazia spagnola e quella europea dovrebbero dare assoluta priorità al suo caso.”
Ha anche segnalato che è sottoposta a un trattamento che può danneggiare la sua salute fisica e psicologica. Ora si trova in un carcere israeliano nei pressi della Striscia di Gaza, dove è stata spostata dalla prigione di Hasharon (al nord di Tel Aviv). “Non è il primo trasferimento che subisce, con lunghi spostamenti in veicoli della polizia,” aggiunge la nota informativa. “Si tratta di un centro penitenziario maschile, con un reparto femminile in cui è detenuta con altre due prigioniere.”
Il suo arresto è avvenuto un mese dopo che l’esercito è entrato nella sede centrale dei Comitati di Lavoro per la Salute, a Ramallah, per sequestrare documenti e computer. Nella retata è stato arrestato il capo del dipartimento di contabilità della Ong, Taysir Abu Sharbak.
Mezzi d’informazione israeliani hanno affermato che nella lista per le elezioni legislative palestinesi del partito di sinistra FPLP, considerato da Israele, USA e UE un gruppo terroristico dopo la Seconda Intifada (2000-2005), è candidato Walid Hanatsha, che è stato incarcerato dopo essere stato accusato di complicità in un attentato in Cisgiordania in cui nel 2019 è morta un’adolescente israeliana. In precedenza Hanatsha era stato direttore amministrativo e finanziario dei Comitati di Lavoro per la Salute.
(traduzione dallo spagnolo di Amedeo Rossi)