Tempi bui per gli ucraini di Gaza

Imad e Natalia al-Hasumi con i loro figli. Foto: Ahmed Al-Sammak
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Ahmed Al-Sammak

22 marzo 2022 – The Electronic Intifada

Tatyana Toplalova è molto preoccupata per il suo unico fratello.

Abita a Odessa e ha bisogno di cure regolari per problemi renali. È rimasto in Ucraina da quando in febbraio la Russia ha iniziato l’invasione militare.

“Ho paura da morire per lui,” afferma, sottolineando che a Odessa c’è “mancanza di cibo, medicine e altri beni essenziali.”

Tatyana non ha alcuna notizia dei suoi nonni né di altri parenti nella regione del Donbass, in Ucraina. Non riesce a mettersi in contatto con loro con il telefonino o con internet a causa degli effetti della guerra sulle reti telefoniche.

Dato che vive a Gaza, la violenza estrema le risulta familiare. Ha assistito a quattro grandi offensive israeliane dal dicembre 2008.

È talmente abituata a questi attacchi che lei e suo marito, il dottor Bahaa al-Ashqar, scherzano riguardo a come li affrontano.

“Tatyana è sopravvissuta a quattro guerre,” dice Bahaa. “Quindi potrebbe sempre consigliare a suo fratello di fare scorta di molto cibo e medicine e di mettere tutti i documenti importanti, i gioielli e il denaro in una borsa in modo che siano pronti se si trova in pericolo e deve scappare. È quello che Tatyana ha fatto durante le guerre di Israele contro Gaza.”

Trauma

Il senso dell’umorismo della coppia nasconde il trauma che hanno subito.

Nel gennaio 2009 Muhammad, fratello di Bahaa, venne ucciso da Israele durante l’attacco denominato “Operazione Piombo Fuso” [contro Gaza, ndt.].

“Non so perché lo abbiano ucciso,” dice Tatyana. “Era un povero tassista che non partecipava ad alcuna attività militare.”

Tatyana e Bahaa si incontrarono ad Odessa negli anni ’90. Si conobbero grazie al fratello di Tatyana, amico di Bahaa.

Bahaa studiava medicina in città, mentre Tatyana frequentava economia.

Nel 1999 si sposarono e sei anni dopo si trasferirono dall’Ucraina a Gaza.

Mentre Bahaa ha ottenuto un lavoro nell’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahiya, a nord di Gaza City, Tatyana non è riuscita a trovare un lavoro fuori casa.

Decisi a rimanere

Nonostante tutta la violenza e le difficoltà di cui è stata testimone a Gaza, Tatyana è decisa a rimanere. “Non voglio andarmene da Gaza per nessuna ragione,” afferma. “Mio marito e i miei (quattro) figli sono qui. Ora Gaza è la mia seconda patria.”

Gaza è più cosmopolita di quanto pensi molta gente. Tatyana nota che la sua famiglia ha festeggiato compleanni e ricorrenze religiose con persone originarie della Russia, della Romania e della Francia.

Tuttavia l’invasione dell’Ucraina ha avuto un effetto negativo su qualche amicizia. Alcuni russi di Gaza si sono schierati con Vladimir Putin, il presidente del loro Paese, ed hanno detto a Tatyana che non vogliono più parlare con lei.

Secondo Tatyana è “molto strano” essere trattati con freddezza a causa della propria origine. Dato che suo padre è russo trova difficile capire perché alcuni russi la evitino. “Abbiamo vissuto insieme come un’unica famiglia a Gaza per decenni,” afferma.

Tatyana è rimasta in contatto con altri ucraini a Gaza attraverso gruppi WhatsApp e Telegram. “Alcuni ucraini che sono a Gaza hanno perso dei parenti,” dice. “Conosco una donna la cui madre è stata ferita. Sono molto in ansia per la situazione.”

Circa 800 ucraini vivono a Gaza. Si tratta in genere di persone colte. Molti sono medici preparati.

Rimanere forti

Dal giorno dopo l’invasione russa la dottoressa Natalia al-Hasumi non è riuscita a parlare con la sua famiglia a Kherson, nel sud dell’Ucraina. Ha cercato di sapere qualcosa di loro da parenti in altre parti dell’Ucraina.

Avendo vissuto tre attacchi israeliani su vasta scala contro Gaza ora ha una “specie di immunità che ci aiuta a restare forti quando i miei figli mi chiedono della mia famiglia (in Ucraina),” afferma.

Trova persino divertenti alcune delle loro domande.

“I miei figli mi chiedono sempre: ‘Mamma, perché c’è una guerra in Ucraina? C’è Israele là?”

Natalia incontrò Imad al-Hasumi mentre stavano studiando medicina in Crimea. Si sposarono nel 2005 e andarono a vivere a Gaza sei anni dopo. Essere laureati in medicina ha significato non aver avuto difficoltà a trovare un lavoro.

“Non mi sarei mai aspettata che le condizioni di vita a Gaza fossero così dure,” sostiene. “Non avevo mai visto da nessuna altra parte i livelli di povertà e di disoccupazione che abbiamo a Gaza. Ma la vita qui ci ha obbligati ad adattarci a queste condizioni. I miei tre figli sono ancora piccoli, per cui non penso di lasciare Gaza.”

Straziante”

Il dottor Raed Astal ha esposto la bandiera blu e gialla dell’Ucraina dalla sua casa nella zona di Khan Younis a Gaza. Come sua moglie, la dottoressa Oxana Duzha, si laureò all’università statale di Sumy, nel nordest dell’Ucraina.

La coppia si sposò nel 1997 e si trasferì a Gaza nel 2008.

Raed ha iniziato a esporre la bandiera dell’Ucraina quando ha costruito la sua casa nel 2015. “L’ho fatto in modo che mia moglie si sentisse più vicina a casa,” afferma.

I suoi parenti acquisiti sono stati duramente colpiti dall’invasione russa.

In un primo tempo sono fuggiti da casa e sono sfollati in un villaggio vicino, poi la loro casa di cinque piani a Sumy è stata distrutta da missili russi.

Molti cugini di Oxana hanno lasciato l’Ucraina per cercare rifugio in altre parti dell’Europa.

Raed descrive come “straziante” che i rapporti tra alcuni ucraini e alcuni russi che vivono a Gaza si siano inaspriti.

“Ad essere onesti gli effetti della guerra russa contro l’Ucraina sono più pesanti per noi delle guerre israeliane contro Gaza,” sostiene. “Abbiamo sempre creduto che Israele sia una potenza occupante. Ma chi avrebbe pensato che l’Europa avrebbe visto un’altra guerra nel XXI secolo?”

Ahmed Al-Sammak è un giornalista che vive a Gaza.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)