YUMNA PATEL – 30 settembre 2022
La famiglia di Rayan Suleiman afferma che il cuore del bambino di sette anni si è fermato e che è crollato a terra mentre scappava terrorizzato dai soldati israeliani che avevano fatto irruzione nella sua casa alla ricerca di presunti “lanciatori di pietre”.
Un bambino palestinese di sette anni è morto giovedì; il suo cuore si è fermato, verosimilmente per essere stato inseguito e terrorizzato dai soldati israeliani che facevano irruzione nella sua casa.
Rayan Yasser Suleiman, 7 anni, è stato dichiarato morto giovedì pomeriggio all’ospedale governativo di Beit Jala, poco dopo aver perso i sensi vicino alla sua casa nella città di Tuqu’, nella parte meridionale della Cisgiordania occupata.
La famiglia di Rayan afferma che il suo cuore si è fermato e che è crollato a terra mentre scappava per la paura dai soldati dell’esercito israeliano che stavano facendo irruzione nella sua casa alla ricerca di presunti “lanciatori di pietre” in città.
“Ieri i soldati israeliani hanno detto che nel villaggio alcuni bambini hanno lanciato pietre contro di loro”, ha riferito a Mondoweiss Muhammad Adel Suleiman, 27 anni, cugino di Rayan, poche ore dopo che il piccolo è stato sepolto nel villaggio.
Muhammad dice che non stava succedendo nulla nel villaggio in quel momento, “nessuno scontro, niente”, quando i soldati israeliani hanno fatto irruzione nelle case della città, sostenendo che fossero stati lanciati sassi contro di loro da alcuni ragazzi del posto.
“Hanno fatto irruzione nel villaggio e hanno iniziato a cercare i bambini nelle case”, ha raccontato Muhammad. “Hanno perquisito alcune case prima di venire a ispezionare quella di Rayan, dopo averlo visto con i fratelli vicino a casa. Rayan era il più giovane di tre: Ali di 8 e Khalid di 10.
“I soldati si sono avvicinati alla casa e hanno iniziato a bussare con violenza alla porta”, ha detto Mohammad sottolineando che in quel momento tutti e tre i ragazzi erano all’interno della casa. I soldati avrebbero voluto arrestare Ali e Khalid, sostenendo che avessero lanciato pietre contro i soldati.
“Mio zio ha cercato in tutti i modi di impedire ai soldati di prendere i bambini, e si sono sentite urla in tutta la casa”, dice Mohammad. “Rayan è uscito dalla sua stanza per vedere cosa stava succedendo, e quando i soldati lo hanno visto hanno iniziato a urlare anche contro di lui”.
Mohammad racconta che Rayan si è spaventato e ha iniziato a correre per la casa mentre i soldati lo inseguivano nel tentativo di catturarlo. Terrorizzato, Rayan è corso in strada, dove è crollato a terra.
“Ho sentito alcune persone urlare, quindi sono uscito per vedere cosa stava succedendo”, ha detto Muhammad, che vive alla porta accanto.
“Qualcuno diceva che un bambino era caduto da casa mentre l’esercito lo inseguiva. Quando ho visto Rayan sdraiato per strada, l’ho preso in braccio e poi gli ho tolto i vestiti per controllare se era ferito, ma non ho visto né sangue né ferite”, ha detto Muhammad, trascurando le prime voci secondo cui Rayan era caduto e morto per la caduta.
“Era privo di sensi, ho cercato di svegliarlo versandogli dell’acqua in faccia”, ha detto Mohammad. “Ho provato a muovergli il viso e poi le mani, ma il corpo era inerte e non si muoveva”.
La famiglia ha portato d’urgenza Rayan all’Ospedale Governativo di Beit Jala, dove poco dopo è stato dichiarato morto. I medici hanno detto alla famiglia che era morto a causa di un infarto.
“Ora nel villaggio, dopo il martirio di Rayan, in tutti aleggia un sentimento di tristezza, rabbia e odio”, dice Mohammad, aggiungendo che la madre di Rayan è stata portata in ospedale diverse volte da quando suo figlio è morto, e il padre di Rayan è sotto shock e rifiuta di parlare con chiunque.
“Il mio messaggio al mondo è che vogliamo solo vivere in sicurezza e pace. Pace e sicurezza per i bambini”.
Richieste indagini
A seguito della notizia della morte di Rayan l’esercito israeliano ha rilasciato una dichiarazione secondo cui “l’indagine iniziale non mostra alcun collegamento tra le ricerche delle Forze israeliane nell’area e la tragica morte del bambino”, ha riferito Reuters.
Gli articoli sui media israeliani, sia su Haaretz che The Times of Israel, hanno citato fonti dell’esercito e della sicurezza israeliane che sostengono che i soldati avrebbero interrogato i genitori dei ragazzi “senza che i bambini fossero presenti”. Le fonti affermano anche che non avrebbero inseguito Rayan.
Giovedì durante una conferenza stampa il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha affermato di “auspicare un’indagine approfondita e immediata sulle circostanze intorno alla morte del bambino” e che “si spezza il cuore nell’apprendere della morte di un bambino palestinese innocente”.
“Come il presidente Biden e il segretario Blinken hanno ripetuto numerose volte, palestinesi e israeliani meritano entrambi di vivere in modo sicuro e di godere di uguali misure di libertà e prosperità”, ha affermato il portavoce.
Anche il rappresentante della UE in Cisgiordania, striscia di Gaza e UNRWA ha rilasciato dichiarazioni simile, affermando di essere rimasto “scioccato dalla tragica morte” di Rayan. “Secondo il diritto internazionale, i bambini godono di una protezione speciale. Le circostanze di questo incidente devono essere rapidamente e completamente indagate dalle autorità israeliane al fine di assicurare i colpevoli alla giustizia”.
Anche il Consolato Generale del Regno Unito a Gerusalemme ha fatto eco alla richiesta di un’indagine sulla morte di Rayan.
Brad Parker, Avvocato Senior e Consulente Politico di Defense for Children International Palestine (DCIP) [ONG internazionale impegnata nella difesa e promozione dei diritti del fanciullo, ndr.], ha dichiarato a Mondoweiss che “i bambini palestinesi nella Cisgiordania occupata vivono in un contesto iper-militarizzato in cui le forze israeliane uccidono, detengono illegalmente e torturano impunemente i bambini”.
“Le forze israeliane non conoscono limiti nel tentativo di controllare una popolazione palestinese sotto occupazione estremamente giovane attraverso intimidazioni, minacce, incursioni notturne, punizioni collettive e instillando paura. Le norme internazionali sui diritti dell’infanzia e le stesse leggi israeliane vietano l’arresto e il perseguimento di un bambino di sette anni, ma i soldati israeliani pesantemente armati ignorano palesemente questo fatto, inseguendo e trattenendo regolarmente i bambini palestinesi, incutendo loro paura e assicurandosi che non abbiano spazi sicuri per crescere bene e in salute”, ha affermato Parker.
Secondo DCIP, dall’inizio dell’anno 22 minori palestinesi sono stati uccisi da soldati e coloni israeliani nella Cisgiordania occupata.
(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)