Redazione di MEMO
12 dicembre 2022 – Middle East Monitor
L’agenzia di notizie Anadolu [agenzia di stampa governativa della Turchia, ndt.] riferisce che secondo notizie di lunedì dei media israeliani, i coloni israeliani stanno attivamente informando le autorità locali israeliane riguardo ad ogni attività edilizia dei palestinesi nella Cisgiordania occupata, nel tentativo di espropriarli.
Un documento interno ufficiale ottenuto dal quotidiano Haaretz mostra una stretta cooperazione tra i coloni e l’amministrazione civile israeliana per segnalare qualunque lavoro intrapreso dai palestinesi.
Il documento elenca 1.168 delazioni effettuate da coloni israeliani nel periodo dal 10 marzo al 19 ottobre attraverso una piattaforma online.
“Scavano un pozzo”, “gli arabi stanno piantando alberi” e “intensa attività ediliza e preparazione di appezzamenti di terreno” sono state tra le forme delle denunce dei coloni contro i palestinesi.
Questo articolo afferma: “Il documento interno fornisce anche un’altra rapida panoramica sul coinvolgimento dei coloni nelle operazioni dell’amministrazione civile e dell’esercito israeliani, dall’espulsione dei palestinesi dalla maggior parte del territorio della Cisgiordania e dal divieto di attività edilizie e costruzione di infrastrutture fino al meticoloso sforzo di assicurarsi che essi non vadano oltre i confini delle enclave che Israele ha destinato loro”.
Israele usa ampiamente il pretesto della mancanza di permessi di costruzione per demolire case ed edifici palestinesi, specialmente nell’area C della Cisgiordania Occupata, che costituisce circa il 60% di tale territorio.
L’area C è sotto il controllo amministrativo e di sicurezza israeliano fino a quando un accordo sullo stato finale non sarà raggiunto con i palestinesi.
Secondo gli accordi di Oslo del 1995 tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), la Cisgiordania, includendo Gerusalemme Est, è stata suddivisa in tre parti – Area A, B e C [strutturate a macchia di leopardo, con Area A divisa in enclave separate tra loro, ndt.]
(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)