Con una storica inversione di tendenza la principale associazione di accademici statunitensi approva il boicottaggio di Israele

Manifestazione degli studenti della New York University il 22 aprile 2024. Foto:Fatih Aktaş – Anadolu Agency
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Redazione di MEMO

13 agosto 2024 – Middle East Monitor

Sull’onda della sentenza dello scorso mese della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) che ha accusato Israele di praticare l’apartheid, con una radicale inversione di tendenza l’associazione americana dei professori universitari (AAUP) ha ribaltato la sua tradizionale opposizione ai boicottaggi academici. La decisione della CIG, insieme alla sua indagine in corso sulle accuse di genocidio da parte di Israele a Gaza e la possibilità per i leader israeliani di dover fronteggiare mandati d’arresto da parte della Corte Penale Internazionale (CPI), sembra aver sollecitato l’AAUP a rivedere la sua posizione di lungo corso sui boicottaggi academici.

L’AAUP, un sindacato impegnato a salvaguardare la libertà accademica con 500 sedi in campus sparsi in tutti gli Stati Uniti, ha approvato una nuova dichiarazione che segna un allontanamento dalla precedente posizione articolata nel suo rapporto del 2006 “Sui boicottaggi accademici”. Dalla sua fondazione nel 1915, l’AAUP ha aiutato a modellare la formazione superiore americana sviluppando standard e procedure per mantenere la qualità della formazione e della libertà accademica nelle scuole superiori e nelle università americane. La nuova politica dell’AAUP riconosce che in determinate circostanze i boicottaggi accademici possano essere legittime risposte. Nella dichiarazione si afferma che “i boicottaggi accademici non sono di per sé violazioni della libertà accademica; piuttosto possono essere considerati legittime risposte tattiche a condizioni che sono fondamentalmente incompatibili con la missione dell’istruzione superiore.”

Fondamentalmente l’AAUP ora ritiene che “singoli membri delle facoltà e studenti dovrebbero essere liberi di soppesare, valutare e dibattere sulle specifiche circostanze che diano luogo a richieste di boicottaggi accademici sistematici e di fare le proprie scelte relative alla partecipazione ad essi.” L’organizzazione ritiene che agire diversamente contravverrebbe alla libertà accademica.

La dichiarazione è attenta a delineare i confini delle pratiche accettabili di boicottaggio. Afferma esplicitamente che i boicottaggi academici non dovrebbero includere delle verifiche di carattere politico o religioso né dovrebbero prendere di mira singoli accademici impegnati in pratiche universitarie ordinarie. Invece i boicottaggi dovrebbero “indirizzarsi solo contro istituzioni di istruzione superiore che violano la libertà accademica e i diritti fondamentali su cui tale libertà si fonda.

Mentre la dichiarazione dell’AAUP non cita specificatamente Israele, la tempistica di questo cambiamento di politica, che avviene dopo la sentenza della CIG e in mezzo a molteplici indagini sulla campagna militare israeliana a Gaza che ha ucciso circa 40.000 palestinesi, principalmente donne e minori, suggerisce fortemente che la situazione nell’enclave assediata abbia giocato un ruolo fondamentale nel provocare questa revisione. Questo cambiamento di politica da parte dell’AAUP si avvicina maggiormente alle azioni effettuate da altre associazioni accademiche negli ultimi anni. Per esempio una decina di anni fa l’American Studies Association [Associazione per gli Studi Americani] ha approvato misure per boicottare le università israeliane e l’American Anthropological Association [Associazione Antropologica Americana] lo scorso anno ha fatto altrettanto.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)