Il parlamento israeliano approva una legge che spiana la strada alla chiusura di Al Jazeera

Bibi Netanyahu Foto: Reuters
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Redazione di Al Jazeera

1 aprile 2024 – Al Jazeera

Il primo ministro Benjamin Netanyahu promette di usare la nuova legge per chiudere gli uffici locali di Al Jazeera.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di “agire immediatamente per interrompere” nel Paese le attività di Al Jazeera dopo l’approvazione del parlamento israeliano di una legge che concede ai ministri poteri di chiudere le reti di informazione straniere ritenute un rischio per la sicurezza.

Al Jazeera ha danneggiato la sicurezza di Israele partecipando attivamente al massacro del 7 ottobre e ha incitato contro i soldati israeliani,” ha scritto Netanyahu su X lunedì.

Intendo agire immediatamente in conformità con la nuova legge per fermare le attività del canale,” ha detto.

La rete qatarina ha respinto quelle che ha descritto come “accuse diffamanti” e ha accusato Netanyahu di “incitamento [all’odio]”.

In seguito al suo incitamento e a queste false accuse ignobili Al Jazeera ritiene il primo ministro israeliano responsabile della sicurezza del proprio personale e delle sedi della rete nel mondo,” ha detto in una dichiarazione.

Al Jazeera ribadisce che tali accuse infamanti non ci dissuaderanno dal continuare la nostra copertura coraggiosa e professionale e ci riserviamo il diritto di intraprendere ogni azione legale.”

Netanyahu cercava da tempo di chiudere l’emittente qatarina adducendo un pregiudizio contro Israele.

La legge approvata dalla Knesset con una votazione di 71 a 10 dà al primo ministro e al ministro delle Comunicazioni l’autorità di ordinare la chiusura di reti televisive straniere che operano in Israele e confiscare le loro apparecchiature se si ritiene che pongano “un pericolo alla sicurezza dello Stato”.

Lunedì Karine Jean-Pierre, la portavoce della Casa Bianca, ha detto che la decisione israeliana di chiudere Al Jazeera sarebbe “preoccupante”.

Gli Stati Uniti sostengono il lavoro estremamente importante dei giornalisti in tutto il mondo e ciò include coloro che ci stanno informando sul conflitto a Gaza,” ha detto Jean-Pierre ai reporter.

Quindi noi crediamo che il lavoro sia importante. La libertà di stampa è importante. E se quei reportage sono veritieri ciò ci riguarda.”

Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ), che controlla che i media siano liberi, ha detto che la nuova legge israeliana “pone una significativa minaccia per i media internazionali”.

Ciò contribuisce a un clima di autocensura e ostilità verso la stampa, una tendenza in crescita dall’inizio della guerra tra Israele e Gaza,” ha detto il CPJ.

Una lunga campagna

Dall’inizio della guerra di Israele a Gaza in ottobre il governo israeliano ha approvato con il consenso dei tribunali norme di guerra che consentono di chiudere temporaneamente media stranieri giudicati una minaccia per gli interessi nazionali.

L’approvazione della legge arriva circa cinque mesi dopo che Israele ha affermato che avrebbe bloccato il canale libanese Al Mayadeen. Si era astenuto dal chiudere contemporaneamente Al Jazeera.

Lunedì, dopo il voto, il ministro delle Comunicazioni di Israele, Shlomo Karhi [del principale partito di governo, il Likud, ndt.], ha detto che intende procedere con la chiusura e che Al Jazeera agisce come “un braccio della propaganda di Hamas incoraggiando la lotta armata contro Israele”.

È impossibile tollerare un organo di stampa con credenziali dell’Ufficio Stampa governativo e con uffici in Israele che agisca dall’interno contro di noi, e certamente non in tempo di guerra,” ha proseguito.

Il suo ufficio ha detto che l’ordine avrebbe cercato di bloccare le trasmissioni del canale in Israele e di impedirne le attività nel Paese. L’ordine non si applicherebbe alla Cisgiordania occupata o a Gaza.

Israele si è spesso scagliato contro Al Jazeera che ha uffici nella Cisgiordania occupata e a Gaza. Nel maggio 2022 l’esercito israeliano ha ucciso la giornalista di Al Jazeera Shirin Abu Akleh mentre stava coprendo un attacco dell’esercito israeliano nella città cisgiordana di Jenin.

Una relazione commissionata dalle Nazioni Unite ha concluso che per ammazzarla le forze israeliane hanno usato “una forza letale senza giustificazioni”, violando il suo “diritto alla vita”.

Durante la guerra a Gaza sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani parecchi giornalisti e loro familiari.

Il 25 ottobre un raid aereo ha ucciso la famiglia di Wael Dahdouh, capo dell’ufficio [di Al Jazeera] a Gaza: moglie, figlio, figlia, nipote e almeno altri otto parenti.

La legge è stata approvata mentre Netanyahu fronteggia enormi proteste contro la sua gestione della guerra a Gaza e il fallimento della sicurezza che non ha scoperto in anticipo l’attacco del 7 ottobre guidato da Hamas nel sud di Israele.

Secondo le autorità israeliane almeno 1.139 persone sono state uccise in quegli attacchi e circa 250 ostaggi sono stati portati a Gaza.

Secondo le autorità palestinesi la guerra israeliana contro Gaza ha ucciso almeno 32.782 persone, in maggioranza donne e bambini.

Domenica decine di migliaia di persone si sono riunite davanti all’edificio del parlamento israeliano a Gerusalemme Est nella più grande manifestazione antigovernativa dall’inizio della guerra.

I manifestanti hanno chiesto al governo di garantire un cessate il fuoco che liberi gli ostaggi detenuti da Hamas e ha invocato elezioni anticipate.

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)