Gaza: la fame imposta da Israele è mortale per i bambini

Bambini in cura a Rafah. Foto: Mohammed Salem/Reuters
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Human Rights Watch

9 aprile 2024 – Human Rights Watch

Devastanti racconti di medici e genitori; denunce di una carestia imminente

(Beirut, 9 aprile 2024) – Da quando il governo israeliano ha iniziato a usare la fame come arma di guerra, un crimine di guerra, i bambini di Gaza stanno morendo per complicazioni legate alla fame, ha affermato oggi Human Rights Watch. A Gaza medici e famiglie hanno descritto bambini, così come donne incinte e madri in allattamento, affetti da grave malnutrizione e disidratazione, e ospedali mal attrezzati per poterli curare.

I governi interessati dovrebbero imporre sanzioni mirate e sospendere l’invio di armi per fare pressione sul governo israeliano affinché garantisca laccesso a Gaza degli aiuti umanitari e dei servizi di base, in conformità con gli obblighi di Israele ai sensi del diritto internazionale e della recente ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia in base alla denuncia di genocidio presentata dal Sudafrica.

Luso della fame come arma di guerra da parte del governo israeliano si è rivelato mortale per i bambini di Gaza”, ha affermato Omar Shakir, direttore per Israele e Palestina di Human Rights Watch. Israele deve porre fine a questo crimine di guerra e a questa sofferenza e consentire agli aiuti umanitari di raggiungere senza ostacoli tutta Gaza”.

Il 18 marzo 2024 una partnership coordinata dalle Nazioni Unite di 15 organizzazioni internazionali e agenzie dell’ONU che indagano sulla crisi della fame a Gaza ha riferito che tutte le prove indicano un forte incremento delle morti e della malnutrizione”. L’organizzazione afferma che nel nord di Gaza, dove si stima che il 70% della popolazione soffra di una fame di dimensioni catastrofiche, la carestia potrebbe verificarsi in qualsiasi momento tra metà marzo e maggio.

Il 1° aprile il Ministero della Sanità di Gaza ha riferito che 32 persone, tra cui 28 bambini, erano morte di malnutrizione e disidratazione negli ospedali del nord di Gaza. Il 2 aprile Save the Children ha confermato la morte per fame e malattie di 27 bambini. Allinizio di marzo, funzionari dellOrganizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno trovato bambini che morivano di fame” negli ospedali Kamal Adwan e al-Awda, nel nord di Gaza. Nel sud della Striscia, dove gli aiuti sono più accessibili ma comunque decisamente inadeguati, a metà febbraio le agenzie delle Nazioni Unite hanno affermato che il 5% dei bambini sotto i 2 anni risultava gravemente malnutrito.

A marzo Human Rights Watch ha intervistato un medico nel nord di Gaza, un volontario che nel frattempo ha lasciato Gaza, i genitori di due bambini che i medici hanno dichiarato morti per complicazioni legate alla fame che ha colpito sia la madre che il bambino, e i genitori di altri quattro bambini affetti da malnutrizione e disidratazione.

Human Rights Watch ha esaminato il certificato di morte di uno dei bambini e le foto di altri due in condizioni critiche che mostravano segni di deperimento. Tutti erano stati curati all’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, nel nord di Gaza.

I consulenti sanitari di Human Rights Watch hanno anche esaminato immagini e video verificati online di altri tre bambini chiaramente emaciati che sono morti e di altri quattro in condizioni critiche che mostravano anch’essi segni di deperimento.

Il 4 aprile il dottor Hussam Abu Safiya, che dirige lunità pediatrica dellospedale Kamal Adwan, ha dichiarato a Human Rights Watch che solo nel suo ospedale 26 bambini erano morti dopo essere stati colpiti da complicazioni legate alla fame. Ha detto che almeno 16 dei bambini deceduti avevano meno di 5 mesi, almeno 10 avevano tra 1 e 8 anni e che era morto anche un uomo di 73 anni affetto da malnutrizione.

Il dottor Safiya ha detto che uno dei bambini è morto dopo soli due giorni di vita in seguito a grave disidratazione alla nascita, chiaramente aggravata dalla cattiva salute della madre: [Lei] non aveva latte da dargli”.

Nour al-Huda, una ragazzina di 11 anni affetta da fibrosi cistica, è stata ricoverata all’ospedale Kamal Adwan il 15 marzo. I medici hanno detto a sua madre che Nour soffriva di malnutrizione, disidratazione e un’infezione ai polmoni, e le hanno somministrato ossigeno e una soluzione salina. Nour al-Huda ora pesa 18 chilogrammi”, ha detto sua madre a Human Rights Watch. “Posso vedere sporgere le ossa del suo petto.”

Il diritto internazionale umanitario vieta la riduzione alla fame dei civili come metodo di guerra. Lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale prevede che affamare intenzionalmente i civili privandoli di quanto sia indispensabile alla loro sopravvivenza, compreso limpedimento doloso delle forniture di soccorso”, è un crimine di guerra.

Dopo gli attacchi di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023 il governo israeliano ha deliberatamente bloccato la consegna di aiuti, cibo e carburante a Gaza, impedendo al contempo lassistenza umanitaria e privando i civili dei mezzi per sopravvivere. I funzionari israeliani che ordinano o eseguono queste azioni stanno commettendo il reato di punizione collettiva contro la popolazione civile e di riduzione dei civili alla fame come metodo di guerra, entrambi crimini di guerra.

Le azioni del governo israeliano che compromettono le capacità dellAgenzia dell’ONU per il soccorso e loccupazione dei rifugiati palestinesi nel Medio Oriente (UNRWA) di svolgere il suo ruolo riconosciuto nella distribuzione degli aiuti a Gaza hanno esacerbato gli effetti delle restrizioni.

Un medico volontario presso lospedale europeo di Khan Younis, nel sud di Gaza, per due settimane alla fine di gennaio ha affermato che il personale è stato costretto a curare pazienti con scorte mediche limitate. Ha descritto la difficoltà di trattare la malnutrizione e la disidratazione a causa della mancanza di elementi essenziali come glucosio, elettroliti e sonde per l’alimentazione. Ha detto che la madre di un paziente, alla disperata ricerca di soluzioni, ha fatto ricorso a patate schiacciate per creare un liquido improvvisato per lalimentazione tramite sonda. Nonostante l’inadeguatezza sul piano nutrizionale, il medico ha riferito: Ho finito per dire agli altri miei pazienti di procurarsi delle patate e di fare lo stesso”.

Il 26 gennaio la Corte Internazionale di Giustizia, in una causa intentata dal Sud Africa, ha ordinato misure provvisorie, tra cui la richiesta a Israele di adottare interventi immediati ed efficaci per consentire la fornitura di servizi essenziali e aiuti umanitari di urgente necessità” e altre azioni per conformarsi con la Convenzione sul Genocidio del 1948. Il 28 marzo la Corte ha evidenziato che Israele non aveva rispettato questordine e ha imposto una misura provvisoria più dettagliata che richiedeva al governo di garantire la fornitura senza ostacoli di servizi di base e di aiuti in piena collaborazione con l’ONU, rilevando che la carestia è alle porte.”

I governi dovrebbero imporre sanzioni mirate, compresi divieti di viaggio e congelamento dei beni, contro funzionari e individui responsabili della continua messa in atto di crimini di guerra rappresentati da punizione collettiva, ostruzione deliberata degli aiuti umanitari e riduzione di civili alla fame come arma di guerra.

Diversi Paesi hanno risposto alle restrizioni illegali del governo israeliano sullassistenza inviando aiuti aerei. Gli Stati Uniti si sono anche impegnati a costruire un porto marittimo temporaneo a Gaza. Tuttavia, organizzazioni umanitarie e funzionari dell’ONU hanno affermato che tali sforzi sono inadeguati per prevenire una carestia. Un altro tentativo di consegnare aiuti via mare è stato interrotto dopo un attacco israeliano contro gli operatori umanitari il 1° aprile.

Il 4 aprile, evidentemente in seguito alle pressioni del governo degli Stati Uniti, il governo israeliano ha approvato diverse misure per consentire l’ingresso a Gaza di una maggiore quantità di aiuti.

I governi indignati dal fatto che il governo israeliano affami i civili a Gaza non dovrebbero cercare soluzioni provvisorie a questa crisi umanitaria”, afferma Shakir. Lannuncio di Israele sull’incremento degli aiuti dimostra che la pressione esterna funziona. Gli alleati di Israele come Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania devono premere per una consegna di aiuti a pieno regime e sospendere immediatamente l’invio di armi”.

Fame a Gaza

Si stima che prima delle attuali ostilità 1,2 milioni degli allora 2,2 milioni di abitanti di Gaza si trovassero ad affrontare una grave insicurezza alimentare e oltre l80% dipendesse dagli aiuti umanitari. Israele mantiene il controllo generale su Gaza, compreso il movimento di persone e merci, le acque territoriali, lo spazio aereo, le infrastrutture su cui Gaza fa affidamento e il registro anagrafico. Ciò lascia la popolazione di Gaza, che Israele ha sottoposto a un blocco illegale per più di 16 anni, quasi interamente dipendente da Israele per laccesso a carburante, elettricità, medicine, cibo e altri beni essenziali.

Tuttavia, prima del 7 ottobre giungevano alla popolazione elevate quantità di aiuti umanitari. Prima di questa crisi a Gaza cera abbastanza cibo per nutrire la popolazione”, ha affermato il direttore generale dellOMS Tedros Adhanom Ghebreyesus. La malnutrizione era un evento raro. Ora le persone stanno morendo e molte altre sono malate”.

LOMS ha riferito che il numero di bambini sotto i 5 anni gravemente malnutriti è aumentato dallo 0,8% prima delle ostilità a Gaza al 12,4 e al 16,5% nel nord di Striscia. Il 3 aprile Oxfam ha affermato che da gennaio le persone nel nord di Gaza sono costrette a sopravvivere con una media di 245 calorie al giorno, meno di un barattolo di fave”.

Secondo unanalisi sulla vulnerabilità nutrizionale condotta a marzo dal Global Nutrition Cluster, una rete di organizzazioni umanitarie presieduta dallUNICEF, il 90% dei bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi e delle donne incinte e che allattano in tutta Gaza hanno dovuto affrontare una grave insufficienza alimentare”, mangiando due o anche meno varietà di alimenti ogni giorno.

I bambini con patologie preesistenti sono particolarmente vulnerabili agli effetti devastanti della malnutrizione che indebolisce significativamente il sistema immunitario. E la fame, anche per i sopravvissuti, porta a danni persistenti, soprattutto nei bambini, causando arresto della crescita, problemi cognitivi e ritardi nello sviluppo.

L’8 marzo il Ministero della Sanità di Gaza ha annunciato che a Gaza circa 60.000 donne incinte soffrivano di malnutrizione, disidratazione e assistenza sanitaria inadeguata. Una cattiva alimentazione durante la gravidanza danneggia sia il bambino che la madre, aumentando il rischio di aborti spontanei, morte del feto, compromissione dello sviluppo del sistema immunitario, impatti sulla crescita e mortalità materna.

Anche gli anziani sono particolarmente a rischio di malnutrizione che aumenta la mortalità tra coloro che soffrono di malattie acute o croniche. HelpAge International ha riferito che anche prima di ottobre il 45% degli anziani di Gaza andava a letto affamato almeno una volta alla settimana e il 6% ogni notte.

Limpatto sulla popolazione di Gaza delluso della fame come arma di guerra da parte del governo israeliano è aggravato dal collasso quasi totale del sistema sanitario. Secondo l’Ufficio dell’ONU per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) dei 36 ospedali di Gaza solo 10 sono operativi, nessuno di essi pienamente, sia a causa dei ripetuti, chiaramente illegali, attacchi dell’esercito israeliano contro strutture, personale e trasporti sanitari, nonché delle severe restrizioni allingresso di carburante e altre scorte.

Notizie da Gaza

Il 19 marzo Andrea De Domenico, capo dell’OCHA nei territori palestinesi occupati, ha visitato l’ospedale Kamal Adwan, dove ha riferito che ogni giorno arrivano circa 15 bambini malnutriti a causa della carenza di cibo, acqua e servizi igienici adeguati. Ha descritto le terribili condizioni dell’ospedale, sottolineando i danni in alcune aree e la dipendenza da un unico generatore.

Alcuni dei casi su cui Human Rights Watch ha indagato:

    • Un uomo di Beit Lahia ha detto che il figlio neonato, Abdelaziz, è morto poche ore dopo che sua madre, gravemente denutrita, lo aveva partorito nellospedale Kamal Adwan il 24 febbraio. Ha mostrato a Human Rights Watch il certificato di morte, in cui si afferma che Abdelaziz è nato prematuro. Suo padre ha detto che il personale dell’ospedale ha collegato Abdelaziz a un respiratore perché aveva difficoltà a respirare, ma che dopo poche ore il respiratore ha smesso di funzionare, avendo l’ospedale esaurito il carburante necessario. “Abdelaziz è morto immediatamente”, ha detto. Ha espresso preoccupazione per sua moglie, che sopravviveva con legumi e cibo in scatola, ponendo l’accento sul loro continuo lottare per avere un’alimentazione adeguata.

    • Il padre di due gemelle appena nate ha detto che una delle sue bambine, Joud, è morta all’ospedale Kamal Adwan il 2 marzo, otto giorni dopo la sua nascita, in seguito a malnutrizione. Ha affermato che prima della nascita delle bambine ha fatto di tutto per sfamare la sua famiglia, ma che avevano da mangiare solo pane, senza carne o proteine. Ha detto che, dopo la nascita delle gemelle, sua moglie non aveva latte per allattare le bambine e che quello in vendita nei negozi scarseggiava. Ha descritto il peggioramento delle condizioni di Joud, dicendo che “i suoi arti sono diventati molto freddi e respirava molto lentamente”. Sua suocera ha accompagnato Joud all’ospedale, dove poi è morta. Il padre ha espresso preoccupazione per la salute della gemella sopravvissuta.

    • Fadi, un bambino di 6 anni del quartiere al-Nasser di Gaza City, è affetto da fibrosi cistica, una malattia genetica che provoca danni ai polmoni. La madre di Fadi ha detto che a causa del blocco israeliano ha avuto difficoltà a procurarsi le medicine necessarie e a fornirgli unalimentazione adeguata. A metà gennaio la salute di Fadi era peggiorata al punto che non poteva più camminare, costringendolo al ricovero in ospedale. Prima della guerra Fadi pesava 30 chili, ora ne pesa 12”, afferma. Fadi è stato dimesso dall’ospedale Kamal Adwan il 23 marzo ed è in cura presso un ospedale del Cairo, ha detto un parente il 28 marzo.

    • Wissam Hammad, lo zio di Muhammad, 5 anni, che soffre di paralisi cerebrale, è intollerante al lattosio e al glutine e può mangiare solo cibi frullati, ha avuto grandi difficoltà a procurargli il cibo:

La maggior parte del suo cibo dovrebbe essere frutta e verdura, che è ciò che cerco di comprare. Ma tutto quello che riesco a trovare e permettermi sono le arance. Il problema è che non può masticare, quindi dobbiamo spappolargli il cibo. È tutto molto costoso.

    • Il dottor Ahmed Shahin, un pediatra, ha detto che prima di poter lasciare Gaza il 16 novembre, Osman, suo figlio di 14 anni affetto da paralisi cerebrale, che ha una gastrostomia e utilizza una sonda per l’alimentazione, aveva perso dall’inizio delle ostilità sette chili perché non avevano accesso né al cibo specifico di cui aveva bisogno, come le verdure, né all’elettricità per frullare gli alimenti.

Ostacoli alla fornitura degli aiuti

I continui bombardamenti e le operazioni di terra israeliane, la mancanza di garanzie di sicurezza da parte di Israele, i diffusi danni alle infrastrutture e le interruzioni delle comunicazioni rendono difficile la distribuzione dei pochi aiuti che arrivano a Gaza. Le organizzazioni umanitarie hanno riferito che le forze israeliane hanno attaccato i loro convogli umanitari e i loro operatori. Le forze israeliane hanno anche sparato e bombardato persone che si radunavano per la raccolta degli aiuti, uccidendone e ferendone centinaia.

Il 18 marzo un portavoce del governo israeliano ha dichiarato che gli aiuti che entrano a Gaza non incontrano nessun ostacolo a parte le preoccupazioni per la sicurezza. Altri funzionari hanno incolpato l’ONU per i ritardi nella distribuzione e hanno accusato Hamas di dirottare gli aiuti o la polizia di Gaza di non aver messo in sicurezza i convogli. Il 29 marzo lorganismo del Ministero della Difesa israeliano che governa gli affari civili nei territori palestinesi, il COGAT, ha contestato il rapporto umanitario del 18 marzo emesso dalle Nazioni Unite, che metteva in guardia sull’imminenza di una carestia, e ha affermato che non riflette la situazione nel suo insieme”. Il COGAT ha negato che il governo israeliano stesse intenzionalmente affamando la popolazione civile di Gaza. Il 2 aprile Human Rights Watch ha scritto al COGAT chiedendo commenti sui nostri riscontri, ma al momento della pubblicazione non ha ancora ricevuto risposta.

Tuttavia, l8 aprile lOCHA ha riferito che a marzo solo una delle quattro spedizioni di aiuti alimentari a Gaza che richiedevano un coordinamento è stata appoggiata dalle autorità israeliane. Dal primo gennaio sono arrivate al nord solo nove spedizioni di aiuti del Programma Alimentare Mondiale, l’ultima delle quali, composta da 18 camion, il 17 marzo. Il Programma Alimentare Mondiale ha affermato che sono necessari almeno 300 camion ogni giorno solo per il nord.

Gli Stati Uniti sono ricorsi al lancio di cibo a Gaza e progettano di costruire un molo galleggiante in mare per fornire aiuti, una proposta criticata da 26 organizzazioni non governative, tra cui Human Rights Watch, in quanto rischiosa, costosa e inefficace”. Il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite Jamie McGoldrick ha sottolineato che il trasporto su strada è lunica soluzione praticabile per aumentare il flusso di aiuti.

Le restrizioni sulla distribuzione degli aiuti rendono particolarmente difficile laccesso al cibo per le persone che necessitano di una dieta specifica. Diversi rappresentanti di organizzazioni umanitarie hanno affermato di non essere stati in grado di fornire alimentazione ai bambini che seguono diete speciali o di raggiungerli. Un membro dello staff del Palestine Childrens Relief Fund ha affermato che erano in grado di fornire solo latte artificiale e non potevano rispondere ai bisogni dei bambini con esigenze dietetiche specifiche. Medical Aid for Palestine ha affermato che gli alimenti speciali che avevano in deposito si sono esauriti rapidamente e da allora non sono stati in grado di trovare e fornire a coloro che ne avevano bisogno alimenti speciali.

Gli aiuti stentano ad arrivare: un quarto della popolazione è a rischio carestia. In queste circostanze le persone con disabilità e quelle vulnerabili soffrono di più. Nell’ambito nutrizionale è difficile sostenere le persone che necessitano di una dieta specifica e di assistenza medica.

Il 1° aprile 2024, a seguito di un attacco aereo israeliano nel centro di Gaza che ha colpito tre veicoli con il contrassegno dellorganizzazione alimentare internazionale World Central Kitchen e ha ucciso sette operatori umanitari provenienti da diversi Paesi, Cipro ha annunciato che le navi che trasportavano circa 240 tonnellate di aiuti per Gaza sarebbero tornate indietro. Alla luce dell’attacco World Central Kitchen, Project Hope e ANERA, tutti fornitori di aiuti alimentari, hanno sospeso le loro operazioni a Gaza, e gli Emirati Arabi Uniti hanno sospeso il loro coinvolgimento nel fornire aiuti attraverso un corridoio marittimo.

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)