Israele sta testando nuovi tipi di gas lacrimogeni a Betlemme?

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Ryan Rodrick Beiler

3 Gennaio 2018, The Electronic Intifada

Secondo un nuovo studio, ogni residente del campo profughi di Aida – nei pressi della città di Betlemme nella Cisgiordania occupata – potrebbe essere stato esposto a gas lacrimogeni lanciati dalle forze israeliane.

Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università di California – fa notare l’uso “ampio, frequente ed indiscriminato” del gas lacrimogeno contro i palestinesi.

Il rapporto evidenzia episodi di [uso del] gas lacrimogeno della frequenza di due a tre volte alla settimana per più di un anno, e in alcuni mesi quasi ogni giorno.

In un discorso pronunciato a Novembre, Pierre Krähenbühl, massimo dirigente dell’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, ha detto che tale ricerca dimostra che i residenti di Aida “sono esposti a più gas lacrimogeno di qualsiasi altra popolazione al mondo.”

Lanciano [il gas] ovunque nel campo” ha detto Salah Ajarma, direttore di Lajee, il centro culturale di Aida, a The Electronic Intifada. “Non importa loro dove sparano.”

Il nuovo rapporto ha utilizzato un questionario sviluppato dal ‘US Centers for Disease Control’ (Centro USA per il controllo delle malattie, ndtr.) per sondare un campione di 236 palestinesi che vivono a Aida, che ospita 6400 residenti.

Aida – di una superficie di soli 0.071 chilometri quadrati – ha una densità di popolazione più alta di alcune delle città più grandi del mondo.

Pericoloso uscire

I membri del gruppo che ha condotto lo studio, pubblicato dal Centro Diritti Umani dell’Università di California, Berkeley, hanno assistito a diversi episodi di lancio di gas lacrimogeni mentre conducevano la loro ricerca. Hanno concluso dalle loro interviste che l’utilizzo dei gas lacrimogeni da parte delle forze israeliane “non è limitato alle proteste o a coloro che minacciano di provocare violenze.”

A volte è pericoloso lasciare il centro quando ci sono gas lacrimogeni fuori”, ha detto Ajarma. Ha ricordato un giorno in cui ha affrontato dei soldati che sparavano gas lacrimogeni, chiedendo perché stessero sparando dato che nessun bambino stava lanciando pietre.

Hanno detto ‘Ieri [i bambini] hanno lanciato pietre e oggi vogliamo cominciare [a sparare] i gas lacrimogeni prima che comincino.’ Perciò per loro è una specie di esercitazione.” ha aggiunto.

Il rapporto dell’Università di California definisce il gas lacrimogeno come un termine generale per [indicare] irritanti chimici pensati per il controllo delle folle. Il rapporto nota anche che nuove tipologie di gas lacrimogeni, più potenti, che durano più a lungo e causano dolori e ferite più gravi– oltre ad essere più resistenti all’acqua – sono state sviluppate recentemente.

Un bambino intervistato per il rapporto ha descritto gli effetti del gas lacrimogeno: “Mi brucia la faccia, e mi sento girare la testa.”

Il bambino ha aggiunto: “è difficile respirare. Starnutisco. Mi brucia la gola. Non riesco ad aprire gli occhi. A volte svengo.”

Il preciso tipo di gas utilizzato dalle forze israeliane a Aida è sconosciuto. Tuttavia, le concordanti testimonianze fornite dai residenti del campo fanno pensare che essi siano esposti a tipi di arma più potenti.

Un lavoratore sanitario ha citato il rapporto sostenendo: “[l’effetto de] il vecchio gas lacrimogeno migliorava con un po’ d’acqua, ma [ora] quest’ultima peggiora solo le cose. Ovviamente, è una sostanza chimica diversa.”

Mohammad al-Azza, un giornalista e un residente del campo, ha detto a The Electronic Intifada di essere d’accordo sul fatto che ora il gas è più forte di prima.

Al-Azza, che insegna anche fotografia al Centro Lajee, ha fatto esperienza in prima persona dell’uso di armi per il “controllo delle folle” da parte delle forze israeliane.

In Aprile 2013, mentre fotografava le forze israeliane che invadevano il campo, un soldato gli ha sparato in faccia da una breve distanza con una pallottola d’acciaio rivestita di gomma che gli ha spaccato le ossa del volto, richiedendo diverse operazioni chirurgiche ricostruttive.

In aggiunta ai gas lacrimogeni, il nuovo rapporto rivela che la maggior parte dei residenti di Aida è stata esposta a bombe sonore, acqua sporca – una miscela maleodorante di sostanze chimiche sconosciute gettata da cannoni d’acqua ad alta pressione – e spray al peperoncino. Più del 50% dei residenti intervistati hanno assistito all’uso di pallottole d’acciaio rivestite di gomma, mentre il 6% è stato “testimone diretto” dello sparo di pallottole vere.

Più del 22% della popolazione sondata ha detto di essere stata colpita direttamente da una bomboletta di gas lacrimogeno in qualche momento della propria vita.

Queste scoperte coincidono con le mie stesse osservazioni. Ho assistito a molte occasioni in cui le forze israeliane hanno sparato proiettili di gas lacrimogeni direttamente contro i manifestanti palestinesi a Aida e altrove.

Letale

Il nuovo rapporto fa notare che secondo la Convenzione sulle Armi Chimiche del 1992, il gas lacrimogeno e altri irritanti chimici non possono essere utilizzati come armi, ma non ne è vietato l’uso per il mantenimento dell’ordine civile “purché le tipologie e le quantità siano conformi a tali obiettivi.”

Il rapporto conclude, tuttavia, che l’utilizzo del gas lacrimogeno da parte delle forze israeliane è “in discordanza con tutte le linee guida internazionali disponibili su come dovrebbe essere utilizzato.”

I residenti di Aida che hanno partecipato al sondaggio hanno raccontato di molti effetti fisici dovuti all’essere esposti ai gas lacrimogeni, inclusi asma, pruriti e mal di testa. [Il rapporto] mette anche in evidenza come una donna di 25 anni che ha partecipato al sondaggio abbia avuto un aborto alla fine del terzo trimestre di gravidanza. Una bomboletta di gas lacrimogeno era atterrata nel cortile della [casa della] donna alcuni giorni prima che avesse l’aborto; ha avuto gravi problemi respiratori nel periodo in cui era stata esposta al gas.

I gas lacrimogeni si sono dimostrati essere delle armi letali in diverse occasioni. Nell’aprile del 2014, per esempio, ho assistito al funerale di Noha Katamish – una residente di Aida di 45 anni – morta per gli effetti del gas che le forze israeliane avevano sparato attraverso la finestra del suo salotto. Salah Ajarma, del Centro Lajee, ha descritto come le case nel campo non possano dare rifugio dal gas. “A volte [la gente] va dai suoi vicini perché si sente più sicura, ma non è così.” ha aggiunto.

Molti degli impatti psicologici dell’uso del gas lacrimogeno da parte delle forze israeliane derivano dalla frequenza dell’utilizzo, dalla sua imprevedibilità e dall’impossibilità di scampare ai suoi effetti.

Un adolescente ha riferito, nel rapporto: “Non ci sentiamo sicuri nelle nostre case. Non ci sentiamo sicuri da nessuna parte.”

Il rapporto sostiene che l’imprevedibilità, in particolare, provoca stress perché gli attacchi che coinvolgono i gas lacrimogeni non sono sempre legati ad uno specifico tipo di incidenti, e questo crea “uno stato di ipertensione, paura e preoccupazione.”

Prodotto negli USA

I residenti hanno testimoniato che eventi pacifici come le feste di compleanno dei bambini o i picnic di famiglia sono stati interrotti da attacchi con i gas lacrimogeni, [episodi] spesso registrati per video. Un intervistato ha detto che i soldati israeliani usano i gas lacrimogeni “quando si annoiano, quando vogliono provocare incidenti o quando vogliono entrare nel campo.”

A volte sembra che lo facciano solo per divertimento”, ha detto un anziano abitante.

Di conseguenza i residenti di Aida raccontano di alti livelli di ansia, depressione, paura, disturbi del sonno e disfunzioni cognitive. Secondo gli autori del rapporto, questi sintomi sono coerenti con situazioni di acuto stress e di disordine da stress post-traumatico.

Secondo un adolescente che ha partecipato al sondaggio, “Ci siamo adattati, ma questo non è normale. Non è così che dovrebbero vivere dei bambini.”

Il rapporto sottolinea da un lato la responsabilità secondo il diritto internazionale delle forze militari israeliane per la sicurezza dei civili palestinesi sotto il loro controllo, ma dall’altra incita anche l’UNRWA a svolgere il suo mandato di provvedere praticamente alla protezione e all’assistenza dei profughi a Aida.

Le Nazioni Unite devono fare qualcosa di più utile per la popolazione qui”, ha detto Al-Azza del Centro Lajee.

Gli insegnanti e le guardie impiegate da UNRWA hanno fatto richiesta di specifici protocolli su come rispondere agli attacchi con gas lacrimogeni, così come di strutture, strumenti e attrezzature di protezione migliori. “Il muro [israeliano] è dall’altra parte della strada dalla scuola,” ha detto un insegnante citato nel rapporto. “Noi siamo in prima linea.”

Ajarma ha sottolineato che molte famiglie hanno ritirato i loro figli dalla scuola UNRWA a Aida e che li hanno mandati altrove – o si sono trasferiti completamente fuori dal campo – a causa delle continue incursioni delle forze israeliane.

Anche gli Stati Uniti sono responsabili dell’impatto del gas lacrimogeno su Aida. Al-Azza ha fatto notare che, come molte armi usate dall’esercito israeliano, il gas lacrimogeno a Aida è prodotto in USA. I bossoli delle bombe utilizzate dalle forze israeliane riportano spesso complete informazioni di contatto del produttore, Combined Systems, di Jamestown, Pennsylvania.

Negli scorsi anni, degli attivisti hanno appeso delle granate di gas lacrimogeni e dei bossoli di bombe “Made in the USA” dagli alberi di piazza Manger a Betlemme, affiancandoli appositamente a tabelloni che promuovono la sponsorizzazione USA delle disposizioni delle luci per le festività locali.

Gli attivisti hanno spesso usato le vacanze di Natale e la prossimità del campo alla Chiesa della Natività, ritenuta da molti cristiani il luogo di nascita di Gesù, per gettare luce sulla realtà presente che affrontano i residenti della zona di Betlemme.

Accanto alle granate e ai bossoli delle bombe, gli attivisti hanno anche esposto dei cartelli che dicono: “Questi sono gli aiuti USA ai palestinesi”, e “Complesso militare industriale USA, smettila di rendere il nostro Natale un inferno mandandoci i tuoi aiuti e fornendo le tue armi a Israele.”

Ryan Rodrick Beiler è un foto-reporter e membro del collettivo ActiveStills. Twitter: @RRodrickBeiler

(Traduzione di Tamara Taher)