Perché Benny Gantz è più pericoloso dei kahanisti

Benny Gantz
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Tom Mehager

10 marzo 2019, + 972

Nonostante si mostri orgoglioso di aver bombardato Gaza fino a ridurla all’età della pietra, Benny Gantz è ancora dipinto dai media israeliani come una colomba che vuole porre fine al conflitto. Niente di più lontano dalla verità.

L’alleanza tra il partito Likud al potere e il partito kahanista “Otzma Yehudit” [“Potere ebraico”] è un esempio lampante di quanto negli ultimi anni il razzismo sia stato legittimato nel discorso pubblico israeliano. Se in passato il Likud ha apertamente condannato Meir Kahane [rabbino e politico americano-israeliano ultranazionalista e razzista, ndt.] e i suoi discepoli, oggi quella linea rossa non esiste più. Persino il leader del Shas [partito religioso ultraortodosso degli ebrei di origine araba, ndt.] Aryeh Deri ha mostrato disponibilità ad allearsi con Itamar Ben-Gvir di “Otzma”, una cosa che in passato sarebbe stata inaccettabile per il suo partito. Di punto in bianco l’ormai famoso avvertimento di Netanyahu nel giorno delle elezioni [del 2014, ndt.], “Gli arabi stanno andando a votare in massa”, è diventato una realtà terrificante. Il primo ministro ha effettivamente spianato la strada a sfrenate espressioni di razzismo ai più alti livelli della società israeliana.

Eppure il momento più orribile di questa tornata elettorale è stato indubbiamente il lancio della campagna elettorale dell’ex-capo di stato maggiore dell’IDF [l’esercito israeliano, ndt.] Benny Gantz, in cui si è vantato di aver “fatto regredire parti di Gaza all’età della pietra”. In questo senso Gantz e l’umore popolare che rappresenta sono molto più pericolosi del razzismo esplicito dei kahanisti.

Sono pericolosi proprio perché si possono trasformare molto più facilmente in politiche concrete che potrebbero danneggiare materialmente il diritto delle persone alla vita, ad avere un rifugio e all’accesso all’acqua, all’elettricità e alle infrastrutture. Se è in questo modo che misuriamo il pericolo, allora Benny Gantz è una delle persone più pericolose in Israele – molto più di kahanisti come Ben-Gvir.

È importante evidenziare le differenze tra la violenza di un leader politico come Gantz e quella dei partiti israeliani di estrema destra. Mentre c’è un’unanime condanna dell’estrema destra da ogni settore dello spettro politico, così come dalla comunità internazionale, Gantz rappresenta la tendenza israeliana prevalente – corretta, moderata, etica, ed ha conquistato l’appoggio dei principali media israeliani, con partiti di sinistra come il Meretz [partito della sinistra sionista, ndt.] che hanno manifestato il proprio sostegno alla sua candidatura.

Le affermazioni di Gantz riflettono una violenza che è legittimata ed accettata in Israele – il tipo di violenza delle cui vittime non parliamo né ci preoccupiamo. Se Gantz si inorgoglisce veramente di aver portato avanti una simile politica nel passato – ed è chiaro che non solo la società israeliana manca di ogni meccanismo o voce alternativa per evitarlo in futuro (dato che dà i suoi frutti per un’ampia schiera dell’elettorato) – allora una vittoria di Gantz pone un pericolo reale.

Nel discorso prevalente in Israele, il partito “Blue e Bianco” di Gantz è universalmente visto come di centro sinistra, che lavorerà in prospettiva di una soluzione del conflitto israelo-palestinese – in quanto opposto a quello della destra e dei coloni. Ma questo è esattamente il tipo di autonegazione collettiva che ci è già scoppiato in faccia in precedenza: Ehud Barak, un tempo leader della sinistra israeliana, tornò dai negoziati con i dirigenti palestinesi a Camp David dichiarando che “non c’erano partner” per la pace. Fino da quello stesso giorno le sue affermazioni sono state utilizzate dalla destra ogni volta che è sorta la possibilità di colloqui. Ed hanno ragione: “Se la sinistra ha guidato negoziati, fatto varie proposte di pace e tuttavia dice che non ci sono partner per la pace, allora ovviamente non ci sono alternative all’uso della forza,” si pensa.

Inoltre, se Benny Gantz, il politico moderato accolto dalla sinistra israeliana, si vanta della violenza che ha inflitto agli abitanti di Gaza, allora Netanyahu e la destra chiederanno semplicemente di usare ancora più violenza in ogni futuro scontro militare. Nel contempo i gazawi saranno costretti a pagare il pezzo dell’ingannevole dibattito pubblico israeliano.

Quindi, com’è possibile che Gantz sia visto come una valida alternativa al governo della destra? Perché la sua identità ashkenazita [ebreo di origine europea, ndt.] incanta ancora gran parte dell’opinione pubblica israeliana. Gantz porta con sé il capitale culturale del fatto di essere “il sale della terra” – un comandante in capo dell’esercito israeliano alto e con gli occhi azzurri. La versione di Yitzhak Rabin nel 2019. Ma, proprio come la violenza dei padri fondatori di Israele è ignorata da molti nella sinistra israeliana, che vedono le radici del conflitto nell’occupazione del 1967, nonostante innumerevoli ricerche e testimonianze sulla pulizia etnica commessa dal movimento sionista nel 1948, lo è anche la violenza commessa da Benny Gantz. Non c’è da stupirsi allora che sia così facile per la sinistra adirarsi per l’accordo di Netanyahu con i fascisti.

Tom Mehager è un attivista mizrahi [ebreo di origine araba, ndt.]. Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su “Haokets” [sito di controinformazione israeliano, ndt.] in ebraico.

(traduzione di Amedeo Rossi)