29 novembre 2020, The Guardian
Un gruppo di 122 accademici, giornalisti e intellettuali palestinesi e arabi esprime le proprie preoccupazioni sulla definizione dell’IHRA
Noi sottoscritti accademici, giornalisti e intellettuali palestinesi e arabi, dichiariamo le nostre opinioni riguardo la definizione di antisemitismo da parte dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) [organizzazione intergovernativa fondata nel 1998 che unisce governi ed esperti allo scopo di rafforzare, promuovere e divulgare l’educazione sull’Olocausto, ndtr.] e il modo in cui questa definizione è stata presentata, interpretata e applicata in diversi Paesi d’Europa e del Nord America.
Negli ultimi anni la lotta contro l’antisemitismo è stata sempre più strumentalizzata dal governo israeliano e dai suoi sostenitori nel tentativo di delegittimare la causa palestinese e mettere a tacere i difensori dei diritti dei palestinesi. Dirottare l’indispensabile lotta contro l’antisemitismo per favorire un tale programma minaccia di svilire questa battaglia e quindi di screditarla e indebolirla.
L’antisemitismo deve essere smascherato e combattuto. Indipendentemente dai pretesti, nessuna espressione di odio per gli ebrei in quanto ebrei dovrebbe essere tollerata in nessuna parte del mondo. L’antisemitismo si manifesta attraverso generalizzazioni e stereotipi indiscriminati sugli ebrei, riguardanti in particolare il potere e il denaro, insieme a teorie del complotto e alla negazione dell’Olocausto. Consideriamo legittima e indispensabile la lotta contro tali atteggiamenti. Crediamo anche che le lezioni dell’Olocausto, così come quelle di altri genocidi dei tempi moderni, debbano far parte dell’educazione delle nuove generazioni contro ogni forma di odio e pregiudizio razziale.
La lotta contro l’antisemitismo, tuttavia, deve essere affrontata in modo strutturato, onde evitare di vanificare il suo scopo. Attraverso gli “esempi” che fornisce, la definizione dell’IHRA fonde l’ebraismo con il sionismo partendo dal presupposto che tutti gli ebrei siano sionisti e che lo Stato di Israele nella sua condizione attuale incarni l’autodeterminazione di tutti gli ebrei. Siamo in profondo disaccordo con questo. La lotta contro l’antisemitismo non deve essere trasformata in uno stratagemma per delegittimare la lotta contro l’oppressione dei palestinesi, la negazione dei loro diritti e l’ininterrotta occupazione della loro terra. A tale riguardo consideriamo fondamentali i seguenti principi:
1. La lotta contro l’antisemitismo deve essere applicata nel quadro delle leggi internazionali e dei diritti umani. Dovrebbe essere parte integrante della lotta contro tutte le forme di razzismo e xenofobia, compresi l’islamofobia e il razzismo anti-arabo e anti-palestinese. Lo scopo di questa lotta è garantire libertà ed emancipazione a tutte le categorie oppresse. Orientarlo verso la difesa di uno Stato oppressivo e rapace costituisce un profondo stravolgimento.
2. Esiste un’enorme differenza tra una condizione in cui gli ebrei vengono individuati, oppressi e annientati come minoranza da regimi o organizzazioni antisemite e una condizione in cui l’autodeterminazione di una popolazione ebraica in Palestina / Israele è stata realizzata sotto forma di uno Stato etnico esclusivista e territorialmente espansionista. Così com’é attualmente, lo Stato di Israele è fondato sullo sradicamento della stragrande maggioranza dei nativi – quella che palestinesi e arabi chiamano Nakba – e sulla sottomissione dei nativi che vivono ancora nel territorio della Palestina storica come cittadini di seconda classe o come popolo sotto occupazione, deprivati del diritto all’autodeterminazione.
3. La definizione di antisemitismo dell’IHRA e le relative misure legali adottate in diversi Paesi sono state utilizzate principalmente contro le organizzazioni di sinistra e quelle per i diritti umani che sostengono i diritti dei palestinesi e contro la campagna per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), mettendo da parte la reale minaccia per gli ebrei, proveniente da movimenti nazionalisti bianchi di destra in Europa e negli Stati Uniti. La rappresentazione della campagna del BDS come antisemita è una grossolana distorsione di quello che è fondamentalmente un mezzo legittimo di lotta non violenta a favore dei diritti dei palestinesi.
4. L’affermazione della definizione dell’IHRA secondo cui un esempio di antisemitismo è “Negare al popolo ebraico il diritto all’autodeterminazione, ad esempio affermando che l’esistenza di uno Stato di Israele è un’iniziativa razzista” è piuttosto strana. Non si preoccupa di riconoscere che, in base al diritto internazionale, l’attuale Stato di Israele costituisce una potenza occupante da oltre mezzo secolo, come riconosciuto dai governi dei Paesi in cui viene accolta la definizione dell’IHRA. Non si preoccupa di considerare se questo diritto includa il diritto di creare una maggioranza ebraica attraverso la pulizia etnica e se debba essere valutato in rapporto ai diritti del popolo palestinese. Inoltre, la definizione dell’IHRA potenzialmente scarta come antisemite tutte le visioni non sioniste del futuro dello Stato israeliano, come la difesa di uno Stato bi-nazionale o democratico laico che rappresenti nella stessa misura tutti i suoi cittadini. Un autentico sostegno al principio del diritto di un popolo all’autodeterminazione non può escludere la Nazione palestinese, né qualunque altra.
5. Crediamo che nessun diritto all’autodeterminazione debba includere il diritto di sradicare un altro popolo e impedirgli di tornare nella sua terra, o qualsiasi altro strumento per garantire una maggioranza demografica all’interno dello Stato. La rivendicazione da parte dei palestinesi del loro diritto al ritorno nella terra da cui loro stessi, i loro genitori e nonni sono stati espulsi non può essere interpretata come antisemita. Il fatto che una tale richiesta crei angosce tra gli israeliani non prova che essa sia ingiusta, né antisemita. È un diritto riconosciuto dalle leggi internazionali come dichiarato nella risoluzione 194 del 1948 dell’assemblea generale delle Nazioni Unite.
6. Rivolgere indistintamente l’accusa di antisemitismo contro chiunque consideri razzista l’attuale Stato di Israele, nonostante l’effettiva discriminazione istituzionale e costituzionale su cui si basa, equivale a garantire a Israele l’impunità assoluta. Israele può così deportare i suoi cittadini palestinesi, revocarne la cittadinanza o negare loro il diritto di voto, ed essere comunque immune dall’accusa di razzismo.
La definizione dell’IHRA e il modo in cui è stata applicata vietano qualsiasi discussione sullo Stato israeliano in quanto basato su una discriminazione etnico-religiosa. In tal modo viola la giustizia elementare e le norme fondamentali dei diritti umani e del diritto internazionale.
7. Crediamo che la giustizia richieda il pieno sostegno del diritto dei palestinesi all’autodeterminazione, inclusa la richiesta di porre fine all’occupazione internazionalmente riconosciuta dei loro territori,alla mancanza di uno Stato e alla deprivazione dei rifugiati palestinesi. L’occultamento dei diritti dei palestinesi nella definizione dell’IHRA tradisce un atteggiamento che sostiene il privilegio ebraico, invece dei diritti ebraici, in Palestina e, invece della sicurezza ebraica, la supremazia ebraica sui palestinesi. Crediamo che i valori e i diritti umani siano inseparabili e che la lotta contro l’antisemitismo debba andare di pari passo con la lotta a nome di tutti i popoli e gruppi oppressi per la dignità, l’uguaglianza e l’emancipazione.
Samir Abdallah
Regista, Parigi, Francia
Nadia Abu El-Haj
Ann Olin Whitney Docente di Antropologia, Columbia University, USA
Lila Abu-Lughod
Joseph L Buttenwieser Docente di Scienze Sociali, Columbia University, USA
Bashir Abu-Manneh
Docente in Letteratura Postcoloniale, University of Kent, UK
Gilbert Achcar
Docente di Studi sullo Sviluppo, SOAS, University of London, UK
Nadia Leila Aissaoui
Sociologa e scrittrice su tematiche femministe, Parigi, Francia
Mamdouh Aker
Consiglio di amministrazione, Università di Birzeit, Palestina
Mohamed Alyahyai
Scrittore e romanziere, Oman
Suad Amiry
Scrittrice e architetto, Ramallah, Palestina
Sinan Antoon
Professore Associato, New York University, Iraq-USA
Talal Assad
Professore Emerito di Antropologia, Graduate Center, CUNY, USA
Hanan Ashrawi
Ex docente di Letteratura Comparata, Università di Birzeit, Palestina
Aziz Al-Azmeh
Professore emerito, Università dell’Europa centrale, Vienna, Austria
Abdullah Baabood
Accademico e ricercatore in Studi sul Golfo, Oman
Nadia Al-Bagdadi
Docente di Storia, Università Centrale Europea, Vienna
Sam Bahour
Scrittore, Al-Bireh / Ramallah, Palestina
Zainab Bahrani
Edith Porada Docente di Storia dell’Arte e Archeologia, Columbia University, USA
Rana Barakat
Assistente universitaria di Storia, Università di Birzeit, Palestina
Bashir Bashir
Professore associato di Teoria Politica, Open University of Israel, Raanana, Stato di Israele
Taysir Batniji
Artista-Pittore, Gaza, Palestina e Parigi, Francia
Tahar Ben Jelloun
Scrittore, Parigi, Francia
Mohammed Bennis
Poeta, Mohammedia, Marocco
Mohammed Berrada
Scrittore e critico letterario, Rabat, Marocco
Omar Berrada
Scrittore e curatore, New York, USA
Amahl Bishara
Professore Associato e Presidente, Dipartimento di Antropologia, Tufts University, USA
Anouar Brahem
Musicista e compositore, Tunisia
Salem Brahimi
Regista, Algeria-Francia
Aboubakr Chraïbi
Docente, Dipartimento di Studi Arabi, INALCO, Parigi, Francia
Selma Dabbagh
Scrittrice, Londra, Regno Unito
Izzat Darwazeh
Docente di Ingegneria delle Comunicazioni, University College London, UK
Marwan Darweish
Professore associato, Università di Coventry, Regno Unito
Beshara Doumani
Mahmoud Darwish Docente di Studi Palestinesi e di Storia, Brown University, USA
Haidar Eid
Professore Associato di Letteratura Inglese, Università Al-Aqsa, Gaza, Palestina
Ziad Elmarsafy
Docente di Letteratura Comparata, King’s College di Londra, Regno Unito
Noura Erakat
Professore Associato, Africana Studies and Criminal Justice, Rutgers University, USA
Samera Esmeir
Professore Associato di Retorica, Università della California, Berkeley, USA
Khaled Fahmy
FBA, Docente di Studi Arabi Moderni, Università di Cambridge, Regno Unito
Ali Fakhrou
Accademico e scrittore, Bahrain
Randa Farah
Professore Associato, Dipartimento di Antropologia, Western University, Canada
Leila Farsakh
Professore associato di Scienze Politiche, Università del Massachusetts Boston, USA
Khaled Furani
Professore Associato di Sociologia e Antropologia, Università di Tel Aviv, Stato di Israele
Burhan Ghalioun
Professore Emerito di Sociologia, Sorbonne 3, Parigi, Francia
Asad Ghanem
Professore di Scienze Politiche, Università di Haifa, Stato di Israele
Honaida Ghanim
Direttore generale del Forum Palestinese per gli Studi Israeliani Madar, Ramallah, Palestina
George Giacaman
Docente di Filosofia e Studi Culturali, Università di Birzeit, Palestina
Rita Giacaman
Docente, Istituto di Comunità e Sanità pubblica, Università di Birzeit, Palestina
Amel Grami
Docente di Studi di Genere, Università Tunisina, Tunisi
Subhi Hadidi
Critico letterario, Siria-Francia
Ghassan Hage
Docente di Antropologia e Teoria Sociale, Università di Melbourne, Australia
Samira Haj
Professore Emerito di Storia, CSI / Graduate Center, CUNY, USA
Yassin Al-Haj Saleh
Scrittore, Siria
Dyala Hamzah
Professore Associato di Storia Araba, Université de Montréal, Canada
Rema Hammami
Professore Associato di Antropologia, Università di Birzeit, Palestina
Sari Hanafi
Docente di Sociologia, Università Americana di Beirut, Libano
Adam Hanieh
Docente in Studi dello Sviluppo, SOAS, University of London, UK
Kadhim Jihad Hassan
Scrittore e traduttore, Docente presso INALCO-Sorbonne, Parigi, Francia
Nadia Hijab
Autrice e Difensore dei Diritti Umani, Londra, Regno Unito
Jamil Hilal
Scrittore, Ramallah, Palestina
Serene Hleihleh
Attivista Culturale, Giordania-Palestina
Bensalim Himmich
Accademico, romanziere e scrittore, Marocco
Khaled Hroub
Professore in Residenza di Studi Medio-Orientali, Northwestern University, Qatar
Mahmoud Hussein
Scrittore, Parigi, Francia
Lakhdar Ibrahimi
Scuola di Affari Internazionali di Parigi, Istituto di Studi Politici, Francia
Annemarie Jacir
Regista, Palestina
Islah Jad
Professore Associato di Scienze Politiche, Università di Birzeit, Palestina
Lamia Joreige
Artista Visuale e Regista, Beirut, Libano
Amal Al-Jubouri
Scrittore, Iraq
Mudar Kassis
Professore Associato di Filosofia, Università Birzeit, Palestina
Nabeel Kassis
Ex Docente di Fisica ed ex Preside, Università di Birzeit, Palestina
Muhammad Ali Khalidi
Docente di Filosofia, CUNY Graduate Center, USA
Rashid Khalidi
Edward Said Docente di Studi Arabi Moderni, Columbia University, USA
Michel Khleifi
Regista, Palestina-Belgio
Elias Khoury
Scrittore, Beirut, Libano
Nadim Khoury
Professore Associato di Studi Internazionali, Lillehammer University College, Norvegia
Rachid Koreichi
Artista-Pittore, Parigi, Francia
Adila Laïdi-Hanieh
Direttore generale, Museo Palestinese, Palestina
Rabah Loucini
Docente di Storia, Università di Orano, Algeria
Rabab El-Mahdi
Professore Associato di Scienze Politiche, The American University, Il Cairo, Egitto
Ziad Majed
Professore Associato di Studi sul Medio Oriente e IR, Università Americana di Parigi, Francia
Jumana Manna
Artista, Berlino, Germania
Farouk Mardam Bey
Editore, Parigi, Francia
Mai Masri
Regista palestinese, Libano
Mazen Masri
Professore a contratto di diritto, City University of London, UK
Dina Matar
Docente in Comunicazione Politica e Media Arabi, SOAS, University of London, UK
Hisham Matar
Scrittore, Docente al Barnard College, Columbia University, USA
Khaled Mattawa
Poeta, William Wilhartz Docente di Letteratura Inglese, Università del Michigan, USA
Karma Nabulsi
Docente di Politica e IR, Università di Oxford, Regno Unito
Hassan Nafaa
Professore Emerito di Scienze Politiche, Università del Cairo, Egitto
Nadine Naber
Docente, Dipartimento di Studi Femminili e di Genere, University of Illinois at Chicago, USA
Issam Nassar
Professore, Illinois State University, USA
Sari Nusseibeh
Professore Emerito di Filosofia, Università Al-Quds, Palestina
Najwa Al-Qattan
Professore Emerito di Storia, Loyola Marymount University, USA
Omar Al-Qattan
Regista, Presidente del Museo Palestinese e della Fondazione AM Qattan, Regno Unito
Nadim N Rouhana
Docente di Affari internazionali, The Fletcher School, Tufts University, USA
Ahmad Sa’adi
Docente, Haifa, Stato di Israele
Rasha Salti
Curatrice indipendente, scrittrice, ricercatrice d’arte e film, Germania-Libano
Elias Sanbar
Scrittore, Parigi, Francia
Farès Sassine
Docente di filosofia e critico letterario, Beirut, Libano
Sherene Seikaly
Professore Associato di Storia, Università della California, Santa Barbara, USA
Samah Selim
Professore Associato, Lingue e letterature A, ME e SA, Rutgers University, USA
Leila Shahid
Scrittrice, Beirut, Libano
Nadera Shalhoub-Kevorkian
Lawrence D Biele Cattedra in Legge, Hebrew University, Stato di Israele
Anton Shammas
Docente di Letteratura Comparata, Università del Michigan, Ann Arbor, USA
Yara Sharif
Docente senior, Architettura e Città, Università di Westminster, Regno Unito
Hanan Al-Shaykh
Scrittrice, Londra, Regno Unito
Raja Shehadeh
Avvocato e scrittore, Ramallah, Palestina
Gilbert Sinoué
Scrittore, Parigi, Francia
Ahdaf Soueif
Scrittrice, Egitto / Regno Unito
Mayssoun Sukarieh
Docente senior di Studi sullo Sviluppo, King’s College di Londra, Regno Unito
Elia Suleiman
Regista, Palestina-Francia
Nimer Sultany
Docente in Diritto Pubblico, SOAS, University of London, UK
Jad Tabet
Architetto e scrittore, Beirut, Libano
Jihan El-Tahri
Regista, Egitto
Salim Tamari
Professore Emerito di Sociologia, Università di Birzeit, Palestina
Wassyla Tamzali
Scrittrice, produttrice d’arte contemporanea, Algeria
Fawwaz Traboulsi
Scrittore, Beirut Libano
Dominique Vidal
Storico e giornalista, Palestina-Francia
Haytham El-Wardany
Scrittore, Egitto-Germania
Said Zeedani
Professore Associato Emerito di Filosofia, Università Al-Quds, Palestina
Rafeef Ziadah
Docente in Politiche Comparate del Medio Oriente, SOAS, University of London, UK
Raef Zreik
Minerva Humanities Center, Università di Tel Aviv, Stato di Israele
Elia Zureik
Professore Emerito, Queen’s University, Canada
Traduzione dall’inglese di Aldo Lotta