Israele: il movimento dei coloni si sente più forte e assapora la possibilità di “ebraicizzare” la Galilea

Itamar Ben-Gvir Foto: (AFP/Ahmad Gharabli)
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Ben Lynfield – Ramat Arbel, Israele

21 agosto 2023 – Middle East Eye

Oltre alle colonie illegali nella Cisgiordania occupata gli attivisti di estrema destra vogliono formare maggioranze ebraiche in aree con grandi comunità di palestinesi provvisti di cittadinanza israeliana

Lestrema destra religiosa israeliana, galvanizzata dal governo più a destra della storia, sta portando avanti la sua campagna per ebraicizzare” aree con consistenti comunità palestinesi.

Mentre lattenzione internazionale è focalizzata principalmente sullespansione degli insediamenti coloniali nella Cisgiordania occupata, le aree con una vasta popolazione araba allinterno dei confini israeliani precedenti al 1967 [confini stabiliti con l’armistizio del 1949 e oltrepassati da Israele in seguito alla guerra dei sei giorni del 1967, ndt.] stanno diventando sempre più il fulcro di unoffensiva demografica.

Fa parte di queste aree la regione settentrionale della Galilea, che ospita un gran numero di palestinesi con cittadinanza israeliana presi di mira da attivisti aderenti alla stessa ideologia che cerca di espandere il processo di colonizzazione nella Cisgiordania occupata.

Gi insediamenti coloniali in Galilea, Giudea, Samaria e nel Negev sono tutti eccellenti”, ha detto a Middle East Eye lattivista di destra Orit Spitz. Hanno tutti lo stesso valore, fanno tutti parte della Terra dIsraele”.

Il termine Giudea e Samaria” è spesso usato dagli israeliani per descrivere la Cisgiordania occupata.

Seguendo lesempio dei coloni ebrei in Cisgiordania, più di un anno fa Spitz ha contribuito a creare un avamposto coloniale illegale vicino alla città araba di Eilabun, in Galilea.

In Cisgiordania tali avamposti sono legalizzati retroattivamente, soprattutto sotto lattuale governo, in cui il leader di estrema destra del partito Sionismo Religioso, Bezalel Smotrich, detiene un ampio potere. Sembra che ora stia cominciando ad accadere lo stesso in Galilea.

Il mese scorso il governo di Netanyahu ha deciso che Ramat Arbel, l’avamposto coloniale la cui realizzazione ha visto l’impegno di Spitz, diventerà una città.

Agli occhi del movimento dei coloni la città servirà come punto di partenza di una missione nazionale volta ad alterare l’attuale equilibrio tra ebrei e arabi all’interno della popolazione della Galilea e raggiungere nell’area una netta predominanza ebraica.

Dobbiamo riempire la Galilea [di coloni] perché attualmente è a maggioranza araba”, spiega Spitz.

Condivisione di interessi e ambizioni

Lidea di incrementare la presenza ebraica in Galilea non è nuova. Ma oggi è supportata da un governo israeliano più ricettivo alle richieste dellestrema destra che in qualsiasi altro momento della storia dello Stato.

La deferenza di Netanyahu verso l’estrema destra deriva da una condivisione di interessi e valutazioni. Egli ha bisogno del sostegno dellestrema destra per mantenere intatta la sua coalizione, mentre lestrema destra condivide il suo obiettivo politico centrale di rimuovere la facoltà della Corte suprema israeliana di controllare il potere della coalizione.

Con la neutralizzazione della Corte lestrema destra avrebbe una libertà ancora maggiore nell’espropriare i palestinesi in Cisgiordania e degradare lo status dei cittadini palestinesi allinterno di Israele.

Considerando il passato di destra radicale di Netanyahu e il fatto che abbia conferito legittimità allestrema destra prima e dopo le elezioni dello scorso anno i critici ritengono che sarebbe un errore pensare che abbia dei dubbi riguardo a questi obiettivi.

Tra le figure chiave del governo ci sono il leader di Potere Ebraico e ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, che ha fatto una campagna con la promessa di espellere gli “sleali” cittadini arabi e ebraici di sinistra, e il leader di Sionismo Religioso e ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che ha invitato a cancellare” un villaggio della Cisgiordania, Huwwara, e ha minacciato di tagliare i finanziamenti alle località arabe.

È chiaro che questo governo sta intensificando gli atteggiamenti razzisti discriminatori che favoriscono la comunità ebraica”, afferma Yousef Jabareen, ex membro della Knesset [parlamento israeliano, ndt.].

Quest’ultimo usa il termine apartheid strisciante” per descrivere misure governative tra cui lapprovazione di un disegno di legge che aumenta il numero di comunità ebraiche che possono escludere di fatto i cittadini arabi dalla residenza.

Il 1° agosto Ben-Gvir e altri “guru” dell’estrema destra, tra cui il deputato Aryeh Kellner del partito Likud di Netanyahu, hanno preso parte ad una celebrazione della decisione del governo di promuovere [la fondazione di] Ramat Arbel. Uno Spitz sorridente osservava i politici di sesso maschile ballare con i giovani coloni religiosi.

Un altoparlante annunciava che Ramat Arbel sarebbe diventata una grande città”. Ma non tutti gli ebrei che vivono nelle vicinanze sono entusiasti di questa prospettiva, soprattutto perché persone come Ben-Gvir sono considerati da molti come acerrimi nemici per aver sostenuto il tentativo di Netanyahu di accrescere i suoi poteri, come evidenziato da politiche come la riforma giudiziaria.

Spitz e i politici hanno affermato che Ramat Arbel è solo il primo seme di quella che il governo chiama la “ebraicizzazione della Campagna della Galilea”. I cittadini palestinesi affermano che liniziativa è unulteriore manifestazione del suprematismo e razzismo ebraico.

Secondo Spitz e Moshe Solomon, membro della Knesset per il partito Sionismo Religioso, è prevista la costruzione di una serie di nuove comunità ebraiche. Ciò mentre i cittadini palestinesi si trovano ad affrontare la scarsa disponibilità di terra, i tagli al bilancio e la mancanza di piani regolatori, fattori che hanno come conseguenza la demolizione delle case.

Nel sud il governo rifiuta di riconoscere i villaggi beduini e allinizio di questa settimana nel villaggio di Ras Jrabah centinaia di beduini hanno ricevuto lavviso che avrebbero dovuto lasciare le loro case per far posto alla costruzione di un quartiere a maggioranza ebraica nella città di Dimona [città israeliana adiacente a Ras Jrabah, ndt.]

Qui la maggioranza non è ebraica’

A Ramat Arbel, mentre i politici ballavano, più di un migliaio di manifestanti antigovernativi provenienti dalle zone ebraiche vicine hanno manifestato contro la presenza di politici di estrema destra. Sventolando bandiere israeliane gridavano Vergogna”, suonando corni e tamburi per sovrastare i canti festosi.

Ma dal frastuono affiorava, a mo’ di incitamento, una delle canzoni preferite dei coloni della Cisgiordania: Ti espanderai verso il mare, lest, il nord e il sud”. Daniella Weiss, un’influente leader dei coloni della Cisgiordania, scattava delle foto.

Questi sono momenti esaltanti per i membri della destra religiosa come Weiss. Recentemente lesercito ha permesso al suo gruppo Nachala di rioccupare un insediamento coloniale vicino alla città di Nablus, in Cisgiordania, su quella che secondo le organizzazioni per i diritti umani è una proprietà privata palestinese rubata.

I danzatori sorreggevano un cartello con l’emblema di Nachala, una mappa che comprende tutto il territorio che va dalla penisola egiziana del Sinai, Israele, i territori occupati, alla Giordania, la Siria e l’Iraq.

Solomon si è preso una pausa dalle danze per rispondere alle domande su dove sta andando la Galilea sotto il governo di estrema destra.

La ebraicizzazione della Galilea è un valore supremo. C’è un consenso nella società israeliana sulla colonizzazione, e sulla ebraicizzazione della Galilea. È un’area molto significativa. Siamo stati qui fin dai tempi della Bibbia ma con nostro rammarico qui la maggioranza non è ebrea”, ha detto Solomon allorgano di informazione australiano Plus61J Media.

Riferendosi ai cittadini palestinesi di Israele, dice: la loro presenza non è un problema ma vogliamo stabilirci qui, fondare colonie e portare le famiglie in questo bellissimo posto affinché ci siano abbastanza ebrei che possano vivere in pace.

Chiunque viva qui e non è ebreo va perfettamente bene finché non danneggi gli ebrei”, afferma Solomon.

Aggiunge che è importante che la Galilea abbia unaimpronta” ebraica.

Dove c’è una colonia ci sarà un’impronta ebraica. Dove c’è l’agricoltura ci sarà un’impronta ebraica. Dove passa laratro ci sarà un’impronta ebraica”.

Solomon sostiene che Israele fu costretto a lasciare la Striscia di Gaza e le aree della Cisgiordania settentrionale perché gli insediamenti coloniali ebraici lì non erano abbastanza forti. I luoghi in cui non eravamo abbastanza presenti ci sono stati portati via”, dice.

Più ebrei ci saranno qui, più ci saranno lavoro, cultura, istruzione e sicurezza”, aggiunge.

Ma gli arabi in Israele si sentono già più insicuri, preoccupati per i segnali che indicano che la coalizione è intenzionata ad attuare la legislazione razzista del 2018, la Legge sullo Stato Nazione che ha consacrato linsediamento coloniale ebraico come valore nazionale e che ai loro occhi, e a quelli dei critici, ha formalizzato lo status degli arabi come cittadini di seconda classe.

Quando non si lavora per migliorare le condizioni di vita dei villaggi e città esistenti e si creano nuove città e insediamenti coloniali moderni, questa è discriminazione”, afferma Reem Hazzan, leader di Arab Hadash, principale partito nella città settentrionale di Haifa.

Questo per non parlare del fatto che nella per la nostra memoria collettiva queste terre furono confiscate e appartenevano ai palestinesi. Invece di godere congiuntamente di queste terre, il loro usufrutto va esclusivamente agli ebrei”.

Anche Amir Wohl, uno dei manifestanti ebrei contro Ben-Gvir, esprime inquietudine.

“Sono preoccupato per una presa di potere da parte dei fondamentalisti ebrei. Ogni volta che i ministri vengono al nord, noi protestiamo contro di loro. Vogliamo vivere in una democrazia e loro vogliono uno Stato di diritto ebraico ortodosso senza arabi.”

Di Ramat Arbel, Wohl dice: Questa è solo una provocazione. Ci sono già molti insediamenti per ebrei in Galilea”.

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)