Mera Aladam
9 settembre 2024 – Middle East Eye
La regista americana ha detto che stava ricevendo il premio Luigi De Laurentiis per il miglior primo film nel ‘336esimo giorno del genocidio di Israele a Gaza e nel 76esimo anno di occupazione’
Su internet molte persone hanno manifestato apprezzamento alla regista ebrea americana Sarah Friedland dopo che al festival del cinema di Venezia ha espresso solidarietà con i palestinesi nel bel mezzo dell’attuale guerra a Gaza.
Friedland, che sabato ha vinto il Leone del Futuro – Premio ‘Luigi de Laurentiis’ a Venezia per un film d’esordio e il premio Orizzonti per la miglior regia per il suo film Familiar Touch – ha detto che stava ricevendo il premio nel “336esimo giorno del genocidio di Israele a Gaza e nel 76esimo anno di occupazione.”
“Credo che come registi abbiamo la responsabilità di utilizzare le piattaforme istituzionali con cui lavoriamo per rimediare all’impunità di Israele a livello mondiale”, ha proseguito la regista, tra gli applausi e le acclamazioni del pubblico.
Di lì in poi vi è stata un’ondata di gradimenti online per Friedland, la cui affermazione è diventata virale sui social media.
“Gran bel modo di utilizzare la tua piattaforma”, ha detto lo studioso americano islamico Omar Suleiman in un post su X, già conosciuto come Twitter.
“Sarah Friedland merita un altro premio mondiale per il suo coraggio senza precedenti di schierarsi dalla parte dei palestinesi oppressi”, ha scritto un altro utente.
Diversi utenti si sono detti interessati a vedere il suo film, in particolare un post afferma: “Dobbiamo sostenere quei pochi coraggiosi che si esprimono apertamente in un’industria [quella dei social media, ndt] che vergognosamente ostracizza chi si oppone all’apartheid e al genocidio israeliani.”
Parecchi utenti hanno definito il discorso di Friedland “coraggioso”, riferendosi alle potenziali reazioni che avrebbe ricevuto. Dall’inizio della guerra di Israele contro Gaza artisti, attivisti per i diritti e altri personaggi pubblici hanno detto di essere stati messi a tacere e di aver subito censure per aver espresso sentimenti filo palestinesi.
“Sapeva delle terribili e infamanti accuse che le avrebbero lanciato contro quando ha preso posizione e lo ha fatto ugualmente”, ha scritto su X un utente.
La scrittrice e giornalista pachistana Fatima Bhutto ha detto: “Sarah Friedland ha letteralmente più cuore e fegato di chiunque in tutta Hollywood”.
Le parole di Friedland giungono nel momento in cui la guerra di Israele contro la Striscia di Gaza si avvicina a compiere un anno.
Secondo funzionari palestinesi dal 7 ottobre sono state uccise almeno 41.000 persone a Gaza, anche se questa è considerata una stima prudente.
A luglio esperti hanno dichiarato in una lettera alla rivista medica The Lancet che il reale numero di vittime palestinesi uccise a Gaza potrebbe essere superiore a 186.000.
Reazioni contro Friedland
Alcuni utenti di social media e scrittori hanno condannato le parole di Friedland, definendola una “ebrea che odia sé stessa”, una “ebrea assimilata privilegiata” e altri insulti razzisti.
In una lettera aperta a Friedland il giornalista israeliano Ben-Dror Yemini la ha criticata “per essere diventata uno strumento di propaganda di Hamas”.
“No, Sarah Friedland, non sei coraggiosa. Sei parte della mentalità del gregge, della sua moda”, ha scritto Yemeni in un pezzo pubblicato su Ynet. “Se ci sono sempre più voci come la tua, di odio per Israele, la Jihad nel mondo diventerà più forte – e poi verranno anche da te. Non c’è immunità per chi ha sostenuto Hamas, come non c’è immunità per i musulmani, che sono le principali vittime della Jihad.”
Molti utenti hanno risposto a queste critiche dicendo che “Sarah è dalla parte giusta della storia.”
Non è la prima volta che la regista vincitrice del premio si è schierata per la causa palestinese.
All’inizio di quest’anno, durante le festività della pasqua, Friedland ha pubblicato un post su X dicendo di aver “passato la seconda notte di pasqua in arresto insieme a centinaia di altri ebrei antisionisti ad un Seder (pasto rituale) improvvisato davanti alla porta di Schumer [leader maggioranza democratica al Senato, l’ebreo con la più alta carica istituzionale negli USA, n.d.r.] chiedendo l’interruzione dei finanziamenti USA al genocidio e il disinvestimento da Israele.”
Friedland si è anche unita alle proteste pro Palestina fin dall’inizio della guerra lo scorso anno. In un caso si è unita a 1.500 ebrei antisionisti che hanno bloccato il ponte di Manhattan a New York, chiedendo un cessate il fuoco permanente a Gaza e la fine dell’occupazione di Israele.
MEE ha contattato Friedland per un commento.
(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)