Ahmed Abd el Aziz
Nader Durgham
10 settembre 2024–Middle East Eye
Israele afferma di aver colpito un centro di comando di Hamas ad al-Mawasi, sebbene i sopravvissuti palestinesi abbiano detto a MEE che non c’erano combattenti nella zona
Martedì gli attacchi aerei israeliani su una cosiddetta “zona umanitaria” nella zona meridionale di al-Mawasi a Gaza hanno ucciso almeno 40 persone hanno affermato le autorità sanitarie locali. Gli attacchi hanno preso di mira almeno 20 tende che ospitavano i palestinesi sfollati nella zona costiera vicino alla città di Khan Younis.
Testimoni oculari hanno riferito all’AFP [Agenzia France Presse, n.d.t.] che almeno cinque razzi sono caduti nella zona e i servizi di emergenza hanno affermato che gli attacchi hanno creato crateri profondi fino a nove metri. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver attaccato un centro di comando di Hamas “camuffato nell’area umanitaria di Khan Younis” e che “sono state prese molte misure per ridurre le possibilità di danneggiare i civili, tra cui l’uso di armi di precisione, sorveglianza aerea e informazioni di intelligence aggiuntive”.
L’esercito [israeliano, n.d.t.] ha affermato che l’attacco aveva come obiettivo dei leader di Hamas, tra cui Samer Ismail Hader Abudaqa, identificato come il capo dell’unità aerea del movimento palestinese;,Osama Tabash, definito il capo della sorveglianza e degli obiettivi nella divisione di intelligence di Hamas e Ayman Mabhouh, un altro alto funzionario.
Non ha portato prove a sostegno di nessuna delle sue affermazioni.
Hamas ha negato le accuse sostenendo che “le affermazioni dell’esercito di occupazione fascista sulla presenza di elementi della resistenza nel sito preso di mira sono una palese menzogna”.
L’organizzazione di ricerca e soccorso della difesa civile di Gaza ha affermato che l’esercito israeliano ha utilizzato “missili con un’esplosione molto potente” e ha stimato che si è trattato di “uno dei massacri più orribili dall’inizio della guerra israeliana a Gaza”.
“Non ha senso”
Um Mahmoud, un palestinese sfollato ad al-Mawasi, ha descritto di aver visto donne e bambini “fatti a pezzi” dopo gli attacchi.” Siamo qui da nove mesi, non abbiamo visto un solo membro della resistenza entrare nella zona”, ha detto Mahmoud a Middle East Eye.
Alaa al-Shaer, che è rimasto nel campo profughi con la sua famiglia, ha detto di avere un messaggio per gli israeliani “che stanno conducendo un genocidio contro di noi”. “Ho mia sorella, i miei figli, le mie figlie. Vi sembra possibile che permetta la presenza tra loro di qualcuno ricercato dagli israeliani? Non ha senso”. “Gli israeliani hanno detto, ‘andate nelle zone sicure’ ed è quello che la gente ha fatto”, ha aggiunto.
Le riprese video delle conseguenze immediate mostrano i palestinesi che scavano disperatamente nei profondi crateri per cercare i loro cari e la difesa civile che afferma che “intere famiglie” sono “scomparse” sepolte nella sabbia.
Mentre il sole sorgeva molte persone si sono dirette verso la zona per cercare di sostenere i soccorsi. Altri stavano guardando tra i resti delle loro tende, presumibilmente nel tentativo di recuperare qualcosa. Coloro che cercavano di andarsene hanno lottato per farsi strada attraverso i giganteschi crateri lasciati nel terreno.
In lacrime, in piedi fuori dall’ospedale Nasser di Khan Younis, una donna piangeva la morte della sorella uccisa nell’attacco.
“Mia sorella è stata martirizzata, aveva 35 anni”, ha raccontato a Middle East Eye. “Suo marito è scomparso quando gli israeliani lo hanno preso sei mesi fa”.
La donna, che si trovava a una sola strada di distanza dalla tenda della sorella, dice che quest’ultima ha lasciato sei figlie e due figli maschi.
“Come puoi vedere una ragazza rimanere orfana? Nessuna madre, nessun padre, nessun nonno, nessuno”, afferma.
Quasi tutti i 2,1 milioni di abitanti di Gaza sono stati ripetutamente sfollati a causa dei continui attacchi israeliani e molti di loro sono stati costretti a fuggire in quella che Israele descrive come una “zona umanitaria” nella parte meridionale dell’enclave. Israele riduce ripetutamente l’area designata come zona umanitaria sostenendo che alcuni luoghi sono stati utilizzati da Hamas e costringe i palestinesi a trasferirsi in un’area in continua contrazione che è stata anche in passato bombardata da Israele.
Organizzazioni per i diritti umani ed esperti delle Nazioni Unite hanno accusato Israele di punizioni collettive contro i palestinesi sin dall’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre, incluso l’uso della fame come arma di guerra. Da allora, le forze israeliane hanno ucciso nell’enclave più di 41.000 palestinesi
la maggior parte dei quali sono donne e bambini.
(Traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)