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21 novembre 2024 – Middle East Eye
Tutti gli Stati membri ora hanno l’obbligo di arrestare il primo ministro israeliano se dovesse arrivare sul loro territorio
I mandati di arresto della Corte Penale Internazionale contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex-ministro della Difesa Yoav Gallant hanno un importante peso giudiziario e politico.
Hanno immediate conseguenze relative agli obblighi legali degli Stati che fanno parte dello Statuto di Roma, il trattato che ha dato vita alla Corte.
Tutti i 124 Stati membri dello Statuto di Roma ora hanno l’obbligo di arrestare Netanyahu e Gallant, così come il capo militare di Hamas Mohammed Deif, anch’egli destinatario di un mandato nonostante Israele sostenga che è stato ucciso a Gaza.
Un processo non può iniziare in assenza [degli imputati] e gli Stati membri devono consegnare l’accusato alla Corte dell’Aia.
Ma la Corte non ha poteri esecutivi. Si basa sulla collaborazione degli Stati membri perché arrestino e consegnino i sospettati.
“È un passo incredibilmente importante nella lotta contro l’impunità,” dice a MEE Giulia Pinzauti, docente di diritto internazionale all’Università di Leida. “Gli Stati membri hanno l’obbligo di collaborare con la Corte e dovrebbero farlo. È un momento fondamentale per la cooperazione con la Corte.”
I firmatari dello statuto includono tutti gli Stati membri dell’UE, così come la Gran Bretagna, in Medio Oriente la Giordania, la Tunisia e la Palestina.
Tuttavia altri Stati, in particolare USA, Cina, India e Russia, non sono firmatari. La maggior parte degli Stati del Medio Oriente e del Nord Africa, tra cui Turchia e Arabia Saudita, non riconoscono la CPI.
Giovedì, in seguito all’annuncio della Prima Camera preliminare, vari Stati che aderiscono allo Statuto, tra cui Olanda, Francia, Giordania, Belgio e Irlanda, hanno annunciato la loro intenzione di applicare la decisione della Corte. Contattato da MEE per un commento, il governo britannico ha rifiutato di dire se applicherà il mandato di arresto.
È probabile che Netanyahu e Gallant, che non è più ministro della Difesa, ridurranno i loro viaggi, come ha fatto il presidente russo Vladimir Putin in seguito al mandato di arresto della CPI contro di lui.
Anche un futuro governo israeliano potrebbe scegliere di consegnarli all’Aia.
Oltretutto Stati che non sono membri dello Statuto di Roma potrebbero scegliere di consegnare all’Aia i sospettati, vietare loro di entrare nel proprio territorio o perseguirli in base al proprio ordinamento giuridico.
Triestino Marinello, avvocato di diritto internazionale per la tutela dei diritti umani che rappresenta le vittime palestinesi presso la CPI, afferma che è improbabile che Netanyahu venga estradato da Israele finché è primo ministro. “Ma ciò avrà un notevole impatto sulla sua capacità di agire come primo ministro, perché non potrà viaggiare in 124 Stati, che hanno l’obbligo legale, non la discrezionalità politica, di arrestarlo ed estradarlo,” dice Marinello a Middle East Eye.
Secondo Marinello, che definisce “storici” i mandati di arresto, avrà un impatto che va oltre quelli relativi a Netanyahu e Gallant.
I mandati potrebbero avviare cause nazionali contro altri cittadini di Israele, soprattutto con doppia nazionalità in Paesi europei, perché la Corte ha stabilito che sono stati commessi crimini. “Chiunque sia coinvolto nella commissione dei crimini deve essere portato in giudizio a livello locale ma anche internazionale,” afferma Marinello.
Benché la CPI abbia giurisdizione sul crimine di genocidio, le accuse contro i dirigenti israeliani escludono questo reato, che attualmente viene esaminato dalla Corte Internazionale di Giustizia in una causa presentata a dicembre dal Sud Africa contro Israele.
Tuttavia il procuratore ha preventivamente riconosciuto che attualmente altri crimini e la campagna di bombardamenti israeliani in corso sono attivamente indagati dalla CPI.
Le due Corti con sede all’Aia hanno competenze diverse.
La CIG, il principale organo giudicante dell’ONU, si occupa di controversie legali tra Stati e fornisce pareri consultivi presentati da organizzazioni dell’ONU e agenzie collegate.
Invece la CPI persegue singoli individui per quattro crimini internazionali: genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimini di aggressione.
(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)