Olmert e Gantz lanciano l’allarme: la minaccia di una guerra civile in Israele è più vicina che mai

Netanyahu e Olmert in un collage de The Palestine Chronicle
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Redazione di The Palestine Chronicle

25 marzo 2025 The Palestine Chronicle

In una crisi politica e istituzionale sempre più profonda i leader israeliani avvertono che le divisioni interne stanno mettendo a repentaglio la sicurezza e la stabilità dello Stato.

Benny Gantz, leader del partito israeliano Blu e Bianco, e l’ex capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Gadi Eisenkot hanno avvisato che Israele è “in pericolo” a causa delle crescenti divisioni interne, e l’ex primo ministro Ehud Olmert ha affermato che Israele è “molto vicino alla guerra civile”.

Questi commenti giungono in un momento di crescente crisi politica innescata dall’ostinazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar.

Le divisioni all’interno di Israele si sono acuite in seguito alla decisione di Netanyahu di licenziare Bar, al congelamento temporaneo di tale decisione da parte della Corte Suprema e al voto unanime di sfiducia del governo nei confronti della procuratrice generale Gali Baharav-Miara, tutti fattori che hanno suscitato una vasta indignazione pubblica.

“È vero che esistono molte sfide alla sicurezza dall’estero, ma la sicurezza di Israele è a rischio a causa delle divisioni interne”, ha affermato lunedì Gantz in una dichiarazione.

“Quando dividiamo il nostro popolo all’interno, rafforziamo la resistenza di Hamas e gli diamo la speranza di poterci spezzare. La questione più urgente ora è il ritorno dei nostri soldati rapiti”.

“Chiunque ora lo ignori sta consapevolmente danneggiando la sicurezza dello Stato. Ciò che sta accadendo sta gettando le basi per la prossima catastrofe e rafforzando i nostri nemici”, ha aggiunto.

Nel frattempo Eisenkot ha osservato che “mentre la maggior parte dei cittadini israeliani sostiene il ritorno immediato dei rapiti e la continuazione della guerra decisiva al terrorismo fino alla sua sconfitta, il governo è concentrato sulla lotta contro i capi dei servizi di sicurezza e il sistema giudiziario”.

La decisione di licenziare Bar

Il procuratore generale di Israele ha criticato la decisione di licenziare Bar definendola “piena di incongruenze” e ha affermato che “il processo di selezione di un nuovo capo dello Shin Bet non può iniziare prima che venga emessa una sentenza giudiziaria”. Venerdì la Corte Suprema ha congelato temporaneamente la decisione del governo di licenziare Ronen Bar fino alla fine dell’esame delle petizioni contro la decisione presentate dai partiti di opposizione. La Corte ha programmato un’udienza l’8 aprile per esaminare le petizioni. Il governo israeliano ha fatto ricorso alla Corte Suprema, sostenendo che l’annuncio di Bar di aver perso fiducia nei suoi superiori equivalga a dimissioni, consentendo così il licenziamento.

Nel frattempo il ministro israeliano della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir ha continuato ad attaccare il capo dello Shin Bet, etichettando l’ordine di Bar di indagare sul lavoro dell’agenzia di sicurezza interna [il suo ministero, ndt.] come pericoloso, illegale e come un tentativo di colpo di stato militare. Ben-Gvir ha aggiunto che “Secondo i rapporti Ronen Bar ha raccolto informazioni contro di me, la polizia israeliana e il servizio carcerario”. Ha criticato la decisione di licenziare Bar sostenendo che avrebbe dovuto essere presa dopo il suo fallimento nel 7 ottobre. Ha anche chiesto la formazione di un comitato governativo per indagare sul comportamento “inaccettabile” di Bar.

“Tempesta perfetta”

Nel frattempo lunedì, parlando al New York Times, Olmert ha detto che “le fondamenta dello stato (di Israele) stanno tremando. Netanyahu è pronto a sacrificare tutto per la sua sopravvivenza, e siamo più vicini a una guerra civile di quanto la gente creda”, ha avvertito, aggiungendo: “A Gaza siamo tornati a combattere, e per cosa? E all’estero non ricordo un tale odio, una simile opposizione allo Stato di Israele”.

Questa non è la prima volta che Olmert critica il governo israeliano guidato da Netanyahu.

Lo scorso marzo, in un articolo pubblicato sul quotidiano israeliano Haaretz, Olmert ha sostenuto che Israele aveva solo due scelte: un immediato cessate il fuoco o la morte dei prigionieri israeliani attualmente detenuti a Gaza.

“Le aspettative che il nostro disgraziato governo aveva creato riguardo agli obiettivi della guerra erano infondate, irreali e irraggiungibili fin dall’inizio”, ha scritto Olmert.

“Netanyahu, se fosse stato pienamente consapevole quando ha dichiarato la prima volta questo impegno da spaccone o quando lo ha ripetuto in ciascuna delle sue grottesche conferenze stampa, avrebbe dovuto sapere che non c’era alcuna possibilità di ottenere (la distruzione di Hamas – nda.)”, ha aggiunto.

Olmert è stato primo ministro dal 2006 al 2009.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)