Netanyahu revoca la nomina di Eli Sharvit come nuovo direttore dello Shin Bet

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Redazione di MEMO

1 aprile 2025 – Middle East Monitor

L’agenzia di notizie Anadolu riferisce che martedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha revocato la nomina del comandante della marina israeliana in pensione Eli Sharvit come nuovo direttore del servizio di sicurezza interno Shin Bet.

Una dichiarazione dell’ufficio di Netanyahu ha espresso ringraziamenti nei confronti di Sharvit per la “volontà di assumere l’incarico”, ma gli ha detto che “dopo ulteriori riflessioni, intende sottoporre a colloquio altri candidati.”

Secondo i media israeliani, incluso il sito web di notizie del Times of Israel, la coalizione di governo si è opposta alla sua nomina a causa della sua partecipazione alle proteste di massa contro il progetto del governo relativo alla riforma giudiziaria.

I media israeliani hanno anche legato la decisione a dichiarazioni fatte precedentemente quest’anno da Sharvit che ha pubblicamente criticato le precedenti politiche sul cambiamento climatico del presidente statunitense Donald Trump.

Lunedì Netanyahu aveva annunciato che il comandante in pensione della marina israeliana Eli Sharvit sarebbe stato il nuovo direttore dello Shin Bet per sostituire Ronen Bar, anche dopo che la Corte Suprema israeliana ha emesso una ingiunzione temporanea che impedisce di porre fine all’incarico di Bar fino all’8 aprile. La Corte, tuttavia, ha permesso al primo ministro di sottoporre a colloquio potenziali sostituti.

Il governo di Netanyahu si è si è attivato il 21 marzo per rendere effettiva la fine dell’incarico di Bar il 10 aprile, a meno che non fosse nominato prima un successore definitivo.

Il tentativo di licenziare Bar segna la prima volta che un governo israeliano ha cercato di rimuovere un capo dello Shin Bet. Netanyahu ha insistito che la decisione rientri nell’ambito dei poteri dell’esecutivo e che non dovrebbe essere sottoposta a valutazione giudiziaria.

Bar ha lasciato intendere che dietro la sua rimozione ci siano le motivazioni politiche, suggerendo che Netanyahu sta cercando una “fedeltà personale” che lui non gli avrebbe garantito.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)