“Rischi catastrofici”: allarme dall’UNRWA per 330.000 tonnellate di rifiuti accumulati a Gaza

Sulla montagna di rifiuti bambini alla ricerca di qualcosa di utile. Foto: UNRWA
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Redazione di The Palestine Chronicle

13 Giugno 2024 – The Palestine Chronicle

L’accesso umanitario senza ostacoli e il cessate il fuoco ora sono fondamentali per ripristinare condizioni di vita umane”.

L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (UNRWA) ha messo in guardia dai “catastrofici” rischi ambientali e sanitari nella Striscia di Gaza, a causa dell’accumulo di rifiuti nelle aree popolate dell’enclave assediata. “Al 9 giugno, oltre 330.000 tonnellate di rifiuti si sono accumulate nelle aree popolate di Gaza o nelle loro vicinanze, con rischi ambientali e sanitari catastrofici”, ha dichiarato giovedì l’UNRWA in un comunicato. “I bambini rovistano quotidianamente tra i rifiuti”. L’agenzia ONU ha ribadito il suo appello per un cessate il fuoco immediato: “L’accesso umanitario senza ostacoli e il cessate il fuoco adesso sono fondamentali per ripristinare condizioni di vita umane”. In precedenza, l’agenzia aveva dichiarato che i palestinesi di Gaza “hanno vissuto sofferenze incessanti per oltre 8 mesi”, sottolineando che “nessun luogo è sicuro. Le condizioni sono deplorevoli. Cibo, acqua e forniture mediche sono ben lungi dall’essere sufficienti”.

Difficoltà nelle missioni di aiuto

Nel suo ultimo rapporto sulla situazione, l’UNRWA ha dichiarato che tra l’1 e il 6 giugno, delle 17 missioni coordinate di assistenza umanitaria nel nord di Gaza, otto (47%) sono state agevolate dalle autorità israeliane, a tre (18%) è stato negato l’accesso, quattro (23%) sono state ostacolate e due (12%) annullate, “per motivi operativi o di sicurezza”. Citando l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), l’UNRWA ha affermato che delle 74 missioni di assistenza umanitaria coordinate nelle aree del sud di Gaza le autorità israeliane ne hanno agevolate 52 (70%), 3 (4%) sono state negate, 12 (16%) sono state ostacolate e 7 (10%) sono state annullate. “Molte missioni classificate come ostacolate hanno subito ritardi prolungati, alcuni dei quali hanno raggiunto le nove ore in luoghi sensibili e insicuri, mettendo il personale umanitario a rischio di sicurezza”, si legge nel rapporto.

Un numero impressionante di morti

Secondo il Ministero della Sanità di Gaza 37.232 palestinesi sono stati uccisi e 85.037 feriti nel genocidio in corso a Gaza dal 7 ottobre. Inoltre almeno 11.000 persone sono disperse, presumibilmente morte sotto le macerie delle loro case in tutta la Striscia. Le organizzazioni palestinesi e internazionali affermano che la maggior parte delle persone uccise e ferite sono donne e bambini. La guerra israeliana ha provocato una carestia acuta, soprattutto nel nord di Gaza, causando la morte di molti palestinesi, soprattutto bambini. L’aggressione israeliana ha anche provocato lo sfollamento forzato di quasi due milioni di persone da tutta la Striscia di Gaza, con la stragrande maggioranza degli sfollati costretti nella città meridionale di Rafah, densamente affollata e vicina al confine con l’Egitto, in quello che è diventato il più grande esodo di massa della Palestina dalla Nakba del 1948. Israele afferma che 1.200 soldati e civili sono stati uccisi durante l’operazione “Inondazione di Al-Aqsa” del 7 ottobre. I media israeliani hanno pubblicato rapporti che suggeriscono che molti israeliani sono stati uccisi quel giorno da “fuoco amico”.

(traduzione dall’inglese di Giacomo Coggiola)