Israele potrebbe essere in procinto di intraprendere i primi passi per diventare uno Stato teocratico

Slomiansky
Emil Salman
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Nella caotica situazione attuale riguardo alla sicurezza, si prevede che il Comitato ministeriale per la legislazione prenda in considerazione un disegno di legge che inserirebbe nella legislazione israeliana precetti religiosi ebraici.

Haaretz Editoriale

Nella caotica situazione attuale riguardo alla sicurezza, si prevede che il Comitato ministeriale per la legislazione analizzi domenica [18 ott.] un disegno di legge che potrebbe preannunciare il primo passo verso la trasformazione di Israele in un Paese regolato dalla legge ebraica (Halakha), inserendo precetti della religione ebraica nella legislazione israeliana.

Le origini della legislazione israeliana sono state codificate Legge Fondamentale [una sorta di Costituzione, ndt], approvata nel 1980.

In base a questa Legge Fondamentale, quando un giudice deve decidere su una questione legale che non trova risposta né nelle leggi né nelle sentenze precedenti, oppure nell’interpretazione, dovrebbe rivolgersi come fonte supplementare ai “principi di libertà, di giustizia, di integrità e pace della tradizione di Israele ( intendendo la tradizione ebraica)”.

Nel corso degli anni, la corte ha interpretato questo come un riferimento ai principi generali della tradizione ebraica e la maggior parte dei giudici non ha accettato il parere secondo cui ciò metterebbe in pratica i principi della legge ebraica come sono formulati. Inoltre, poiché è stato anche possibile trovare risposte a questioni legali mediante ragionamenti deduttivi, i tribunali non hanno fatto ricorso spesso alla Legge del 1980.

I promotori del nuovo disegno di legge, guidati da Nissan Slomiansky membro alla Knesset del gruppo Habayit Hayehudi [Casa Ebraica, un partito politico sionista religioso di estrema destra, il cui leader è Naftali Bennet, ndt] sono in disaccordo con il fatto che la legge in vigore non obblighi i giudici ad applicare i principi religiosi della legge ebraica, per cui cercano di emendarla. Il disegno di legge proposto imporrebbe ai giudici di considerare i precetti della religione ebraica (e ciò viene affermato esplicitamente, al contrario di quanto fa l’attuale legge), come anche i principi di giustizia, di onestà, di pace, ecc., prima di cercare risposte attraverso l’interpretazione delle norme di legge.

Nella procedura , il disegno di legge renderebbe la legge ebraica , in cui sono incluse le regole del Mishna [insieme della Torah orale e del suo studio, ndt], del Talmud[raccolta di discussioni sulla legge mosaica, ndt] e dell’ halakha é la pratica religiosa ebraica, ndt], parte integrante della legge israeliana senza il filtro dell’attuale legge. La [nuova] legislazione obbligherebbe i magistrati ad applicare una simile legge senza avere la possibilità di trovare risposte con le regole della deduzione.

È difficile capire perché i promotori del disegno di legge lo considerino corretto per un paese democratico introdurre i precetti di un’antica religione. Perché l’intera popolazione israeliana, una larga parte della quale non è religiosa e alcuni non sono neanche ebrei, dovrebbe essere soggetta a una legge religiosa ebraica? E questo in relazione con un diritto religioso  che discrimina sistematicamente gruppi di popolazione quali le donne e coloro che non sono ebrei. I magistrati laici e quelli non ebrei saranno obbligati, in base alla proposta di legge, a promulgare sentenze secondo i precetti della legge religiosa. Per “facilitare di più le cose” per loro, il disegno di legge prevede che un istituto ufficiale ”traduca” la legge ebraica in un linguaggio moderno  e lo renda accessibile a tutti i giudici.

Al di là del messaggio estremistico e coercitivo che il disegno di legge trasmette, esso rafforzerebbe i dubbi sulla legittimità di Israele quale Stato democratico. L’argomentazione che Israele è un Paese che rispetta i diritti dei suoi cittadini risulta sostanzialmente indebolito, evidenziandone maggiormente gli aspetti di Stato ebraico religioso, in particolare quelli che impongono leggi religiose a abitanti che non sono religiosi o che non sono ebrei.

(Traduzione di Carlo Tagliacozzo)