Hamas ribadisce: il braccio armato non è oggetto di discussione nei colloqui di riconciliazione

Il Primo ministro Hamdallah al suo arrivo a Gaza il 2 ottobre
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Ma’an News

7 ottobre 2017

GAZA (Ma’an) – Un portavoce del movimento Hamas ha ribadito sabato che il futuro del braccio armato del gruppo non è oggetto di discussione nei colloqui di riconciliazione che stanno per iniziare con il movimento Fatah, previsti per martedì al Cairo.

Hazem Qassem ha detto a Ma’an che “le armi della resistenza sono legali. Servono a proteggere i palestinesi e liberare le loro terre (dall’occupazione israeliana) – perciò questo non dovrebbe essere un argomento di discussione.”

Il portavoce di Hamas ha detto che in realtà ciò che dovrebbe essere discusso è il “rafforzamento” del potere di Hamas in quanto movimento di resistenza armata.

Comunque Qassem ha affermato che tutti gli argomenti che “ostacolano la riconciliazione” dovrebbero essere discussi martedì, compresa l’assunzione del controllo della Striscia di Gaza da parte del Governo di Consenso Nazionale; poi lo spostamento dell’attenzione della riconciliazione da Gaza alla Cisgiordania; ed infine lo svolgimento di elezioni presidenziali, legislative e del Consiglio Nazionale per governare entrambe le parti dei territori occupati.

Giovedì Hamas ha detto che il governo palestinese di consenso nazionale era subentrato ufficialmente al movimento come autorità amministrativa nella Striscia di Gaza sotto assedio, che è stata governata de facto da Hamas dal 2007.

Fatah, il partito principale del governo dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) nella Cisgiordania occupata, ed Hamas sono stati coinvolti in un conflitto fin dalla vittoria di Hamas nelle elezioni legislative del 2006, scatenando una lotta violenta tra I due movimenti, con il consolidamento da parte di Hamas, un anno dopo, del suo controllo sul territorio.

Il primo ministro palestinese Rami Hamdallah ha detto al consiglio dei ministri, che si è riunito per la prima volta in tre anni a Gaza martedì, che il suo governo assumerà la piena responsabilità di tutti i settori della vita a Gaza “in totale coordinamento e partnership con tutte le fazioni e le forze palestinesi.”

Tuttavia, il controllo sulla sicurezza da parte di Hamas e la sua natura di movimento di resistenza armata ha costituito un ostacolo per l’ANP, che coopera con Israele sulle questioni connesse alla sicurezza, come stabilito negli accordi di Oslo – una politica ripetutamente condannata da Hamas, che accusa l’ANP di prendere di mira i suoi aderenti in Cisgiordania arrestandoli per ragioni politiche ed in coordinamento con Israele.

Poiché Hamas ha invitato il governo di consenso a prendere il controllo di Gaza, il presidente dell’ANP Mahmoud Abbas ha detto di non essere disponibile ad accettare che Hamas mantenga il suo braccio armato, le Brigate Izz al-Din al-Qassam. “Non accetterò che si riproduca l’esperienza di Hezbollah in Libano” a Gaza, ha detto Abbas in un’intervista con i media egiziani. Hezbollah fa parte del governo libanese, ma conserva il proprio esercito.

Abbas ha detto che, nonostante il suo “forte desiderio di vedere andare in porto questa riconciliazione”, questo non avverrà a meno che l’ANP non “governi la Striscia di Gaza esattamente come governa la Cisgiordania.”

I passaggi sul confine, la sicurezza e tutti i ministeri devono essere sotto il nostro controllo”, pare abbia detto. Hamas tuttavia ha detto più volte che consegnare le armi non è oggetto di discussione nel processo di riconciliazione.

(Traduzione di Cristiana Cavagna)