Politici israeliani condannano il matrimonio tra due personaggi celebri, un ebreo e una musulmana, come un tentativo di “fare del male al nostro Stato”

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Jonathan Ofir

15 ottobre 2018, Mondoweiss

Mercoledì si sono sposati la conduttrice televisiva arabo-israeliana musulmana Lucy Aharish (la prima a presentare uno spettacolo in ebraico) e l’attore ebreo israeliano Tzahi Halevy (noto per la serie televisiva di Netflix “Fauda” [serie televisiva israeliana che racconta operazioni dell’esercito israeliano nei Territori Occupati, ndtr.]).

Il loro matrimonio è stato quello che si potrebbe semplicemente considerare informale in Israele, sulla spiaggia di Hadera [città israeliana a sud di Haifa, ndtr.]. Ciò a causa del fatto che la legge israeliana non consente matrimoni interreligiosi. L’opzione lasciata a simili coppie è di fare una cerimonia informale in Israele, ma sposarsi in modo veramente ufficiale in un altro Paese, dove questo sia poi riconosciuto retroattivamente dallo Stato [di Israele]. Aharish e Halevy hanno nascosto la loro relazione per circa 3 anni, per evitare reazioni violente – che ovviamente ci sono state.

Molti politici di destra hanno condannato e denunciato il matrimonio. Il ministro degli Interni Arye Deri [del partito religioso di destra “Shas”, ndtr.] ha detto:

L’infermità dell’assimilazione sta consumando il popolo ebraico ovunque. È una loro questione privata. Ma, come ebreo, devo dirvi che sono contrario a queste cose perché dobbiamo preservare il popolo ebraico. I (loro) figli cresceranno, andranno a scuola e poi si vorranno sposare, e allora dovranno affrontare problemi difficili. Se lei (Aharish) anela all’ebraismo, allora c’è il processo di conversione.”

Il parlamentare del Likud Oren Hazan è stato più virulento su Facebook e Twitter:

Non condanno Lucy Aharish per aver sedotto l’anima di un uomo ebreo per fare del male al nostro Stato ed impedire a una nuova progenie ebraica di continuare il lignaggio ebraico. Al contrario, è invitata a convertirsi all’ebraismo. Condanno Tsahi l’ebreo islamico, che ha portato (lo spettacolo televisivo) “Fauda” un passo troppo in là. Fratello, svegliati. Lucy, non è una questione personale, ma sappi che Tsahi è mio fratello e il popolo di Israele è il mio popolo. Basta assimilazione.”

Benché Aharish si definisca come la maggior parte degli israeliani vorrebbe –“araba-israeliana” – lei viene da una società palestinese, dove persino quelli che sono cittadini israeliani come lei si definiscono palestinesi in una percentuale di 2/3. Aharish e Halevy sembrano essersi resi conto di questo paradigma – “Abbiamo sottoscritto un accordo di pace”, ha scherzato la coppia sugli inviti al matrimonio. Aharish in passato ha chiarito che la sua identità è prima di tutto “israeliana” – e che la sua appartenenza nazionale è per lei ancora più importante che la sua appartenenza di genere. Nel 2015 ha detto a “Times of Israel” [giornale israeliano indipendente in inglese, ndtr.]:

Oggi quando la gente mi chiede ‘Cosa sei?’, dico che sono un’israeliana. Non mi vergogno della mia appartenenza a Israele. Poi sono una donna, e poi sono un’araba musulmana. In quest’ordine: israeliana, donna e araba musulmana.”

Aharish si è anche esibita in feste nazionali di Israele, come quando nel 2015 ha acceso una torcia durante la cerimonia del Giorno dell’Indipendenza sul Monte Herzl, per il suo lavoro come “giornalista musulmana all’avanguardia.”

In apparenza, non si può essere più “assimilati”, nel senso nazionale israeliano, di Lucy Aharish. Si trova proprio nella condizione in cui molti sionisti vogliono che stiano gli ‘arabi’: orgogliosa di essere ‘israeliana’ (benché questa nazionalità non esista), accettando la discriminazione che [i palestinesi] patiscono (di cui Lucy Aharish è consapevole), e dando scarsa importanza all’unicità complessiva palestinese nella loro autodefinizione.

Ma ovviamente ciò non è sufficiente a scongiurare la “piaga”, perché, in definitiva, Lucy Aharish non è ebrea, quindi non appartiene alla razza superiore.

La sinistra sionista comunque è stata sollecita nel condannare le succitate osservazioni vergognosamente razziste. Non c’è da sorprendersi, perché Aharish rappresenta l’arabo ‘buono’.

La deputata laburista Stav Shafir dell’Unione Sionista [coalizione di centro, all’opposizione, ndtr.] ha scritto sulle reti sociali:

Lo dirò in modo educato: la coraggiosa e generosa Lucy Aharish capisce che essere ebreo significa qualcosa di meglio della persona che ha twittato quel post disgustoso e razzista che sono obbligata a condividere qui – nella speranza che chiunque veda con chi abbiamo a che fare e quale feccia Netanyahu abbia portato nelle nostre case.”

Ahimè, la dichiarazione di Shafir dipinge precisamente l’ipocrisia dei “sionisti progressisti” – Lucy Aharish è kosher [cioè conforme alle regole, in ebraico, ndtr.], in base a un certo tipo di standard ‘ebreo’, che in effetti è più sionista di quanto sia ebraico. Perché Sharif usa questo linguaggio? Stava di fatto ripetendo un’affermazione del leader del suo partito, Avi Gabbay, che l’anno scorso ha detto che “la sinistra ha dimenticato cosa significhi essere ebreo”, e Gabbay stava ripetendo quello che aveva detto Netanyahu. Quindi il cerchio dell’ipocrisia si è chiuso – la sinistra sionista rimprovera la destra sionista mentre l’asseconda.

Oren Hazan, totalmente conscio di questa ipocrisia, l’ha utilizzata in difesa delle sue prime dichiarazioni:

Le vostre reazioni, che cercano di trasformare l’assimilazione nella cosa giusta ed eroica da fare, spiegano quello che il primo ministro Netanyahu e il segretario dell’Unione Sionista (Avi) Gabbay dicono: “La sinistra ha dimenticato cosa significa essere ebrei.”

Eppure la sinistra e il centro sionisti sono stati molto coinvolti in questa condanna razzista di mescolarsi con gli ‘arabi’. L’ex dirigente di sinistra Isaac Herzog ha messo in guardia l’Unione Sionista dall’essere percepita come “amante degli arabi”, e solo pochi mesi fa, quando stava per assumere il suo nuovo incarico di capo dell’Agenzia Ebraica, ha descritto i matrimoni misti, in particolare negli USA, come una “piaga”.

Nel “centro progressista” sionista c’è il deputato Yair Lapid, che in seguito al cosiddetto “matrimonio misto” (cosiddetto perché entrambi i coniugi erano musulmani – la donna si era semplicemente convertita dall’Ebraismo) del 2014 ha detto: “Se mi darebbe fastidio che mio figlio si sposasse con una non ebrea…mi darebbe moltissimo fastidio.”

Quindi ora la parlamentare laburista Shelly Yachimovitch, che ha “concordato con tutto quanto” ha detto Yair Lapid quando ha fatto il discorso di cui sopra, a sua volta ha condannato le affermazioni razziste della Destra, usando la metafora di Harry Potter: “Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Come dovreste ricordare, i Mangiamorte [personaggi negativi dei libri di Harry Potter, ndtr.] credevano che dovessero esistere solo quelli con il sangue puro, e chiunque sposasse un Babbano [traduzione italiana di Muggle, esseri umani senza poteri magici, ndtr.] era considerato un traditore del sangue. E mi spiace di utilizzare una metafora troppo delicata,” ha scritto.

Ieri anche Yair Lapid è intervenuto contro il matrimonio tra Aharish e Halevy, affermando che i matrimoni misti sono un problema perché “non ci siamo ancora ripresi dall’Olocausto.” Parlando alla radio dell’esercito, Lapid ha dichiarato di avere “un problema con i matrimoni misti” e di preferire “che il popolo ebraico aumenti di numero e non diminuisca. Ora ci sono meno ebrei di quanti ce ne fossero prima dell’Olocausto e stiamo cercando di crescere.” La condanna ‘progressista’ di Lapid delle affermazioni della Destra non riguardava il loro carattere davvero rivoltante dal punto di vista etico, ma piuttosto il loro tempismo:

Diciamo, a qualcuno non è piaciuto, non avrebbero potuto aspettare una settimana? Dovevano dirlo proprio nel giorno dei festeggiamenti della coppia?”

Il deputato di centro sinistra dell’Unione Sionista Yoel Hasson si è aggiunto alla condanna della Destra:

Il volto razzista, oscurantista e imbarazzante che non possiamo più vedere. Immaginate solo cosa potrebbe succedere se il Likud dovesse avere di nuovo 30 seggi e più.”

Ma quel volto razzista, oscurantista e imbarazzante non è solo della Destra. Lo è molto di più il volto del sionismo, di Destra, di Sinistra e di Centro. Le condanne da sinistra sono come se metà del volto condannasse l’altra metà per essere brutto.

Sionismo vuol dire un esclusivismo ebraico razziale e nazionalista. Può darsi che la sinistra sionista si sia truccata da progressista, ma si tratta dello stesso volto. Ed è un problema serio.

Questi cosiddetti ‘matrimoni misti’ sono comunque estremamente rari. I dati del 2015 mostrano che su circa 58.000 matrimoni registrati solo 23 sono stati tra ‘arabi ed ebrei’. È meno di uno su duemila (meno dello 0,05%) in uno Stato in cui i cittadini israelo-palestinesi sono circa il 20%. Ovviamente stiamo sentendo tanto chiasso riguardo a questo perché i due sono famosi. In generale c’è solo un rumoroso silenzio su questo apartheid culturale, che è profondamente inculcato socialmente. Ovviamente ciò riguarda molto più che non solo l’assimilazione, ed ebrei nei confronti di non ebrei. Quando parliamo di ‘ebrei e arabi’ stiamo di fatto parlando del contesto coloniale dello Stato ebraico e dei palestinesi. Quindi non si tratta solo di religione. Riguarda l’egemonia, la dominazione e la purezza razziale, e questa è una questione profondamente sionista. I sionisti non possono scagliare la prima pietra.

Dopo tutto quello che è stato detto, auguri ai novelli sposi.

Su Jonathan Ofir

Musicista, conduttore e blogger/scrittore che vive in Danimarca.

(traduzione di Amedeo Rossi)