Tamara Nassar
19 luglio 2019 – Electronic Intifada
Il ministero dell’Educazione di Israele sta pretendendo che tutti gli studenti di scuole superiori, compresi cittadini palestinesi di Israele, seguano un corso propagandistico e facciano una prova di verifica come condizione per andare a fare un viaggio scolastico all’estero.
Lo scorso mese “Adalah”, un gruppo di assistenza legale per i palestinesi di Israele, ha inviato una lettera al ministero dell’Educazione chiedendo che elimini questa imposizione e ponga fine al corso di hasbara [propaganda israeliana, ndtr.].
“Il ministero dell’Educazione israeliano sta cercando di trasformare gli studenti della secondaria in propagandisti incaricati di diffondere un’ideologia estremamente razzista,” ha affermato l’avvocatessa di “Adalah” Nareman Shehadeh-Zoabi. “È vergognoso e illegale.”
“Adalah” agisce per conto dell’istituto educativo “Masar”, che gestisce alcune scuole a Nazareth.
Una delle sue scuole aveva un programma di scambi con una scuola superiore in Svezia destinato a favorire il dialogo internazionale e lo scambio culturale.
Ma la scuola ha dovuto bloccare il programma come unico modo per evitare di sottoporre i propri studenti alla propaganda razzista, e specificamente antiaraba, del governo israeliano.
Gli studenti sono obbligati a guardare una serie di video prima di essere sottoposti a una verifica.
Le domande sono volte ad inculcare “una visione politica radicale e razzista che vede i palestinesi, gli arabi e i musulmani come terroristi e come una minaccia,” afferma “Adalah”.
Ogni domanda ha una sola risposta “corretta” che è una “presa di posizione politica che lo studente deve assimilare.”
“I video sono una sorta di brutale lavaggio del cervello che tenta di modellare la visione del mondo di adolescenti che gli ideatori del corso ritengono opportuna,” aggiunge la lettera.
Il corso è particolarmente offensivo per gli studenti palestinesi, che per essere promossi sono “obbligati a interiorizzare affermazioni umilianti su se stessi e sulle loro famiglie,” cosa che “Adalah” definisce un “palese insulto” e una violazione della legge.
Falsa informazione
Il corso insegna agli studenti che fonti contemporanee di antisemitismo includono il BDS – il movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni per i diritti dei palestinesi – così come quelle che definisce “organizzazioni musulmane”.
In realtà secondo “Adalah” il BDS è radicato nei principi universali di giustizia, libertà e uguaglianza e “si oppone per principio a ogni forma di razzismo, compresi islamofobia e antisemitismo.”
Una domanda chiede agli studenti come le organizzazioni palestinesi usino le reti sociali online. Secondo Adalah delle quattro possibili risposte quella “corretta” è “per incoraggiare la violenza”.
“Adalah” sostiene che il corso impone agli studenti anche affermazioni politiche relative al ritiro di coloni da Gaza da parte di Israele nel 2005 e altri argomenti riguardanti il conflitto tra palestinesi e israeliani.
“Il solo fatto di presentare in questo modo così unilaterale questioni che per loro natura richiedono dialogo trasmette agli studenti un messaggio sbagliato e vanifica ogni tentativo di educarli al dialogo e a esaminare problemi complessi da ogni punto di vista prima di formulare un’opinione,” afferma la lettera.
Parco solo per gli ebrei
All’inizio di questo mese a Shehadeh-Zoabi e al suo bambino è stato negato l’ingresso in un parco pubblico nella città settentrionale di Afula.
L’avvocatessa ha trovato un cartello che stabilisce che il parco è aperto solo agli abitanti di Afula.
Quando la guardia di sicurezza ha appreso che venivano dalla città prevalentemente palestinese di Nazareth, alla madre e al bambino è stato vietato l’ingresso.
“Mi sono sentita profondamente umiliata dalla situazione,” ha detto Shehadeh-Zoabi.
“Mentre mi veniva impedito di entrare ed ero obbligata ad andarmene – solo perché vengo dalla città araba di Nazareth – gli abitanti ebrei entravano liberamente nel parco di cui avevo così spesso usufruito con mio figlio.”
Secondo “Adalah” il divieto è stato emanato in seguito all’esplicita promessa elettorale del sindaco di Afula Avi Elkabetz di agire contro quella che ha definito la “conquista del parco” da parte degli abitanti delle vicine città arabe.”
“Adalah” ha affermato che il divieto “intende in primo luogo impedire agli abitanti delle vicine comunità arabe di far uso della vasta struttura.”
In seguito a una petizione da parte di “Adalah”, il 14 luglio un tribunale di Nazaret ha ordinato ad Afula di annullare il divieto di ingresso nel parco per i non residenti.
Lo scorso mese, mentre organizzava una manifestazione per protestare contro la vendita di una casa a una famiglia araba in città, il consigliere comunale Itai Cohen ha detto alla radio militare israeliana che il Comune è intenzionato a garantire che “Afula conservi il suo carattere ebraico.”
“Per chiunque cerchi una città mista Afula non è il posto giusto,” ha detto Cohen. “Siamo un luogo di destra con caratteristiche ebraiche.”
Il ministro dell’educazione sostiene l’apartheid
Il ministro dell’Educazione israeliano Rafi Peretz, nominato il mese scorso, ha evidenziato il suo sostegno alla formalizzazione dell’apartheid.
Lo scorso sabato, durante un’apparizione sul Canale 12 israeliano, Peretz ha affermato di volere che Israele “estenda la propria sovranità” su tutta la Cisgiordania occupata, ma senza dare ai palestinesi il diritto di voto.
“Alla domanda se ciò non costituisse apartheid, Peretz non ha escluso la possibilità che lo sia,” ha informato il giornale Haaretz.
“Nella società e nello Stato di Israele viviamo in una situazione molto complicata, e dovremo trovare le soluzioni,” ha detto Peretz.
Durante la stessa intervista il ministro ha appoggiato la “terapia di conversione” – una screditata pratica pseudoscientifica che tenta di cambiare l’orientamento sessuale e che può danneggiare gravemente chi vi viene sottoposto – ed ha affermato di averla fatta lui stesso.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato come “inaccettabili” i giudizi di Peretz sulla terapia di conversione, ma non ha detto niente sul suo evidente sostegno all’apartheid.
In seguito Peretz ha ritirato i suoi commenti riguardo alla terapia di conversione, definendo la pratica “illegittima e grave” e affermando che vi si oppone.
Migliaia di insegnanti, attivisti e associazioni scolastiche avevano firmato una petizione chiedendo che Peretz venisse cacciato per le sue affermazioni se non le avesse ritirate e minacciato uno sciopero.
Mentre i commenti di Peretz sulla terapia di conversione in Israele hanno provocato una condanna unanime, quelli che sostengono l’apartheid sono stati accolti dal silenzio quasi totale.
Di recente Peretz ha anche paragonato la percentuale di matrimoni misti tra gli ebrei statunitensi a un “secondo Olocausto.”
Secondo la rivista Axios, egli ha fatto queste osservazioni durante un consiglio dei ministri all’inizio di questo mese.
Hamas condanna affermazioni antiebraiche
Le dichiarazioni di Peretz sull’apartheid giungono la stessa settimana in cui l’importante dirigente di Hamas Fathi Hammad ha invocato l’uccisione di ebrei “ovunque nel mondo”.
L’organizzazione della resistenza palestinese ha preso le distanze dalle affermazioni di Hammad, sostenendo che “non riflettono le posizioni ufficiali di Hamas né la sua politica, secondo cui la nostra lotta è solo contro l’occupazione israeliana della nostra terra che dissacra i nostri luoghi santi.”
“Di nuovo, la nostra lotta non è contro gli ebrei altrove o contro l’ebraismo come religione,” ha aggiunto l’organizzazione. “Hamas ha condannato e continua a condannare ogni attacco contro gli ebrei e i loro luoghi di culto in tutto il mondo.”
Ciò è coerente con i principi guida di Hamas aggiornati nel 2017, che rifiutano esplicitamente l’antisemitismo.
Il documento politico dell’organizzazione afferma che “il conflitto è con il progetto sionista e non contro gli ebrei a causa della loro religione.”
Aggiunge: “Hamas non conduce una lotta contro gli ebrei in quanto tali ma contro i sionisti che occupano la Palestina. Ma sono i sionisti che identificano costantemente l’ebraismo e gli ebrei con il loro progetto coloniale e la loro entità illegale.”
Hamas ha anche commentato le dichiarazioni di Hammad riguardo alla Grande Marcia del Ritorno, ripetendo che le manifestazioni che continuano dal marzo dello scorso anno sono “pacifiche e popolari.”
Omar Shakir, il direttore dell’ufficio di “Human Right Watch” [Ong USA per la difesa dei diritti umani, ndtr.], ha condannato le affermazioni di Hammad.
Nickolay Mladenov, inviato dell’ONU per il Medio Oriente, ha definito il comunicato di Hammad “pericoloso, ripugnante e provocatorio.”
Ma Mlademov – che non ha detto niente riguardo alle affermazioni di Peretz –in precedenza si è presentato insieme all’ex-ministro dell’Educazione Naftali Bennett [dirigente di un partito di estrema destra dei coloni, ndtr.], che elogia apertamente l’uccisione di arabi.
(traduzione di Amedeo Rossi)