Mancano meno di dieci giorni al Ramadan e le strade della Palestina sono irriconoscibili

La Spianata delle moschee chiusa per il Covid -19
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Yumna Patel

16 aprile 2020 – Mondoweiss

Ogni anno i palestinesi di Gaza, Israele, Gerusalemme e della Cisgiordania si uniscono a milioni di musulmani di tutto il mondo nel celebrare il sacro mese islamico del Ramadan.

Per i palestinesi, questo periodo è non solo un intenso momento di devozione e preghiera, ma anche il momento per riunirsi con amici e familiari e osservare varie tradizioni.

Ma nel periodo in cui normalmente affollerebbero i mercati per fare la spesa e appenderebbero luminarie festose e altre decorazioni davanti alle loro case, le strade sono vuote e la solita frenesia in vista del Ramadan è stata sostituita da un’atmosfera triste.

Come in gran parte del resto del mondo, i palestinesi sono ancora in lockdown a causa del coronavirus che ha continuato a diffondersi in Israele e nei territori occupati costringendo la gente alla quarantena e al distanziamento sociale.

Dato che il Ramadan si incentra sulle riunioni, nelle moschee per pregare e intorno alla tavola per condividere il cibo con amici e familiari, i palestinesi e tutti i musulmani si trovano a far fronte ad un ennesimo problema a causa della pandemia.

Il sentimento che in questo momento provo io, e con me tutti i palestinesi, è di grande tristezza” dice a Mondoweiss Sheikh Abed al-Majid Amarna, 62anni, il muftì [autorità religiosa, ndtr.] del governatorato di Betlemme.

Quest’anno il Ramadan sarà molto diverso per tutti noi” sostiene Amarna. “Quindi dovremo trovare modi nuovi per adeguarci e celebrarlo comunque.”

I luoghi di preghiera restano chiusi

Quando agli inizi di marzo è iniziato il contagio a Betlemme, decine di moschee e chiese in città sono state chiuse, molte per la prima volta in decenni.

Finora tenere la gente lontana dalle moschee è stato relativamente facile, ma il mese del Ramadan di solito vede grande affluenza di devoti che vanno alle moschee a pregare insieme, dato che il Corano dice che la preghiera collettiva vale di più di quella fatta da soli.

La gente è molto triste per il fatto che il Ramadan stia per arrivare e che le moschee siano ancora chiuse” sostiene Amarna, aggiungendo di aver ricevuto negli ultimi giorni decine di chiamate dai fedeli che volevano sapere se la moschea sarebbe stata aperta durante il mese sacro.

Sono molto dispiaciuto, ma devo dir loro che probabilmente le moschee resteranno chiuse” afferma Amarna, aggiungendo che esse non sono solo luoghi di preghiera, ma anche posti dove la gente va per socializzare e passare del tempo insieme.”

Dall’altra parte del muro, nel territorio occupato di Gerusalemme est, Alaa Daya, 23 anni, studentessa di cinema, che vive nella Città Vecchia, si lamenta del fatto che la moschea di Al-Aqsa, il terzo luogo sacro per i musulmani che attrae migliaia di fedeli ogni giorno, ma specialmente durante il Ramadan, resterà invece chiusa.

Questa è la prima volta nella mia vita che la vedo chiusa ” dice Daya a Mondoweiss. “Spezza veramente il cuore.”

Questo è il momento dell’anno durante il quale le strade della Città Vecchia sono normalmente affollate di palestinesi provenienti da tutto il Paese e da altri musulmani di tutto il mondo che vengono qui, in questo luogo sacro, a passare il loro Ramadan, ” sostiene. “Ma ora sembra una città spettrale.”

Oltre a perdere le preghiere che attirano decine di migliaia di fedeli, Daya dice che lei e i suoi amici non vedevano l’ora di ritrovarsi insieme nel vasto cortile e negli spazi che circondano la moschea.

Le nostre case nella Città Vecchia sono veramente piccole e attaccate una all’altra, e così noi spesso ci ritroviamo intorno ad Al-Aqsa e passiamo del tempo insieme dopo le preghiere della sera” afferma. “Ma ora, per via del coronavirus, non potremo farlo. È veramente triste.”

Trovare modi nuovi per pregare

Nonostante le difficoltà causate dal lockdown, Sheikh Amarna e altri leader religiosi a Betlemme e in Palestina stanno cercando di adattarsi in modi nuovi per osservare anche quest’anno il Ramadan.

Stiamo facendo del nostro meglio per trovare modi nuovi e creativi per far sì che la gente senta comunque che sta vivendo al meglio questo mese,” dice Amarna a Mondoweiss.

Fra le nuove misure che i leader adotteranno ci sono le lezioni di storia islamica e di spiritualità, tradizionali durante il Ramadan, che verranno trasmesse sui canali televisivi e in streaming sui social.

Abbiamo aperto le nostre linee telefoniche e i canali social alla gente in modo che, se hanno domande durante questo mese o vogliono saperne di più dell’Islam, possono farlo guardando la TV e tramite i loro telefonini invece di andare in moschea.” dice Amarna.

Amarna ha anche incoraggiato i fedeli a recitare a casa e con le loro famiglie le preghiere rituali supplementari di tarawih che i musulmani recitano prima dell’alba e dopo quelle di isha [quinta preghiera giornaliera dei musulmani, ndtr.] solo durante il Ramadan.

Possono riunirsi con le loro famiglie, uno di loro può guidare la preghiera e ciò impartirà loro la stessa benedizione che avrebbero se pregassero in una moschea.” dice Amarna.

Si possono notare le differenze’

Oltre a trovare nuovi modi di devozione, i palestinesi saranno anche costretti ad adattare le loro abitudini culturali e sociali durante il Ramadan.

Waleed Da’na, 53 anni, un panettiere di Betlemme racconta a Mondoweiss che avrebbe potuto dire che quest’anno il Ramadan sarebbe stato diverso perché la gente non faceva o acquistava i qatayef, pancake ripieni di panna o noci speziate, dolci tipici del Ramadan.

Di solito in questo periodo dell’anno, poco prima del Ramadan, si poteva sentire il profumo di qatayef aleggiare per le strade. Ma dato che tutti sono chiusi in casa, abbiamo avuto solo pochissimi clienti.” afferma, aggiungendo che sia musulmani che cristiani aspettano tutto l’anno per godersi questi dolcetti tipici.

Il Ramadan ha qualcosa di speciale nel modo in cui facciamo le cose in Palestina,” dice Da’na.  “Si può veramente notare che quest’anno è diverso.”

Il Ramadan non è solo preghiera e celebrazioni, ma è anche un momento per riunirsi, condividere pasti e storie tutti insieme e riallacciare i rapporti. ” continua. “È veramente un momento speciale affinché le famiglie e i vicini si ritrovino.“

Da’na, Sheikh Amarna e Alaa Daya sperano che le famiglie approfittino del mese stando insieme, cercando di gustarselo per quanto possibile, date le difficili circostanze.

Anche se la gente celebra da sola nelle proprie case, spero che trascorrano un Ramadan felice e benedetto.”

(tradotto dall’inglese da Mirella Alessio)