Rasha Abou Jalal
31 dicembre 2020 – Al Monitor
Per la prima volta in 46 anni Israele ha permesso ai palestinesi di entrare nella valle di al-Qa’oun nel nord della valle del Giordano per coltivare la propria terra. Nonostante l’Autorità Nazionale Palestinese abbia dichiarato che ciò dipende dalla messa in pratica di una sentenza, Al-Monitor ha ricevuto informazioni secondo cui invece la ragione che ha portato a questa azione sarebbe l’intesa Emirati-Israele.
GAZA CITY, Striscia di Gaza — Il 28 dicembre, per la prima volta dopo 46 anni, Israele ha aperto il cancello di sicurezza che separa la valle di al-Qa’oun, nel nord della valle del Giordano, dal villaggio palestinese di Bardala, permettendo agli agricoltori palestinesi di coltivare la propria terra, ottemperando a una sentenza della magistratura israeliana.
L’ultima volta che gli abitanti del villaggio di Bardala erano andati nelle loro terre fu nel 1974. Dopo è stato loro impedito di accedere all’area a seguito di una decisione dell’esercito israeliano che la considerava “una zona militare chiusa.”
La terra fu concessa ai coloni [israeliani] per coltivarla e trarne guadagni.
Comunque, recentemente si è concluso un accordo fra palestinesi e israeliani per aprire e ripristinare una strada fra il villaggio di Bardala e la valle di al-Qa’oun e concedere l’accesso ai contadini palestinesi.
Tawfiq Jabareen, un avvocato che nella causa delle terre della valle di al-Qa’oun ha rappresentato presso i tribunali israeliani la Colonization and Wall Resistance Commission [Commissione contro la colonizzazione e la resistenza al muro] e i municipi locali, ha detto ad Al-Monitor che, “nel 2015 i palestinesi avevano presentato un’istanza alla magistratura israeliana per riottenere l’accesso alle terre. Nel settembre 2017 siamo riusciti ad ottenere dalla Corte Suprema israeliana una sentenza che richiedeva la cacciata dei coloni e la restituzione della terra ai proprietari palestinesi.”
Ha poi aggiunto che la sentenza non è mai stata implementata.
“La pressione politica e diplomatica esercitata dall’Autorità Nazionale Palestinese su Israele ha poi costretto quest’ultimo ad applicare la sentenza,” ha detto.
Così sono stati restituiti circa 1380 dunum (138 ettari) nella valle di al-Qa’oun di proprietà di circa 300 famiglie palestinesi.
Nella valle del Giordano vivono 65.000 palestinesi in 34 località e 13.000 coloni sparsi in 38 insediamenti.
Bassam Sawafta, un contadino che alla guida del suo trattore stava andando ad arare nella valle di al-Qa’oun, ha detto ad Al-Monitor: “Mio padre sognava di riottenere la sua terra qui, ma è morto anni prima che il suo sogno si realizzasse. Oggi lo realizzo io, coltivando questa terra.”
Ha detto che Israele ha permesso l’ingresso a 20 contadini per lavorare dalle 10 del mattino alle 3 del pomeriggio.
Sawafta ha affermato che i palestinesi hanno bisogno di un permesso israeliano ogni volta che vogliono andare sulle loro proprietà, dato che si trovano in una zona militare israeliana.
Moataz Bisharat, il funzionario palestinese incaricato dell’ANP del caso delle colonie israeliane nella valle del Giordano, ha detto ad Al-Monitor, “L’ANP sta per implementare una serie di progetti mirati a fornire assistenza agli agricoltori della zona.”
Ha aggiunto: “La restituzione della valle è un colpo per i coloni, che per anni si sono appropriati delle risorse delle terre. Porta anche alla luce la lentezza delle istituzioni giudiziarie israeliane quando si tratta di applicare le decisioni riguardanti le colonie a spese dei palestinesi.”
Bisharat ha detto che l’ANP intende far ricorso ai tribunali israeliani per chiedere i danni per i proprietari di terreni nella valle di al-Qa’oun privati dell’uso delle loro proprietà per anni.
Anche se i funzionari palestinesi hanno detto che la restituzione delle terre ai proprietari deriva da pressioni diplomatiche dell’ANP, un leader di spicco della Democratic Reformist Current [corrente riformista democratica, ndtr.] ha detto ad Al-Monitor, a condizione di restare anonimo, che, “la restituzione di questa valle ai proprietari palestinesi è avvenuta dopo un accordo Emirati-Israele.” La corrente è capeggiata da Mohammed Dahlan che fu espulso da Fatah e risiede negli Emirati Arabi Uniti.
Quest’anno il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ripetutamente annunciato la sua intenzione di annettere tutta la valle del Giordano.
Il 13 agosto gli EAU hanno annunciato un accordo di normalizzazione con Israele dopo che quest’ultimo si era dichiarato d’accordo sulla sospensione dei suoi piani di annessione di vaste parti della Cisgiordania e della valle del Giordano.
L’accordo di normalizzazione ha scatenato l’ira dell’ANP che, il giorno stesso, ha richiamato il proprio ambasciatore negli EAU. Comunque, il 17 novembre l’ANP ha annunciato il ripristino del coordinamento per la sicurezza con Israele e il ritorno dell’ambasciatore.
Il leader della Democratic Reformist Current ha aggiunto: “La politica degli EAU in relazione al conflitto Palestina-Israele ha bloccato uno dei progetti israeliani più pericolosi contro i palestinesi, cioè l’annessione della valle del Giordano, oltre ad altre vaste aree della Cisgiordania, che sarebbero finite sotto la sovranità israeliana entrando in futuro all’interno dei suoi confini.” Ha detto che l’accordo EAU–Israele porterà presto alla restituzione ai palestinesi di altre terre nella valle del Giordano.
Ahmed Rafiq Awad, docente di media e scienze politiche presso l’università di Al-Quds, ha detto ad Al-Monitor che Israele ha permesso agli agricoltori palestinesi l’accesso alle terre per promuovere gli accordi di normalizzazione con altri Paesi Arabi.
Ha aggiunto: “La valle fu confiscata nel 1974 e la sua restituzione ai palestinesi, in seguito all’annuncio dell’accordo di normalizzazione EAU-Israele in cambio della sospensione del piano di annessione, trasmette il messaggio a palestinesi e arabi che la normalizzazione sarà nell’interesse dei palestinesi.”
Ha affermato che altre decisioni israeliane che mirano a facilitare la vita dei palestinesi o a ripristinare parte dei diritti a loro sottratti in Cisgiordania tranquillizzerebbero l’opinione pubblica palestinese e la collera a livello ufficiale verso gli EAU e gli altri Paesi che hanno concluso o concluderanno in futuro accordi di normalizzazione con Israele.
Awad ha detto che Netanyahu preferirebbe concludere altri accordi con Paesi arabi piuttosto che annettere la valle del Giordano e parti della Cisgiordania.
“Netanyahu crede che ogni futuro accordo di pace con i palestinesi risulterebbe più facile in seguito ad accordi di pace con influenti Paesi arabi della regione,” ha detto Awad.
(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)