Aggiornamento sullo sciopero della fame: continua la lotta contro la detenzione amministrativa

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5 Agosto 2021 Samidoun

 

 

Alla data del 5 agosto 2021 quindici palestinesi continuano lo sciopero della fame nelle zone occupate da Israele, quattordici dei quali per protesta contro la detenzione amministrativa – reclusione senza capi di accusa o processo – ed uno, Mohammed Nuwarra, per protesta contro la protratta incarcerazione in isolamento. Altri due detenuti hanno iniziato lo sciopero della fame giovedì 5 agosto: Akram al-Fasfous ha seguito l’esempio del fratello, Kayed al-Fasfous, da 22 giorni in sciopero della fame.

Sempre giovedì l’altro fratello, Mahmoud al-Fasfous, in carcere anche lui senza capi di accusa né processo, ha sospeso lo sciopero della fame a causa di un grave peggioramento del suo stato di salute. Amjad Nammoura, di Dura, nei pressi di al-Khalil [nome arabo di Hebron, ndtr], ha iniziato anche lui lo sciopero della fame giovedì per protestare contro la sua detenzione amministrativa.

Altri tre prigionieri palestinesi avevano intanto sospeso lo sciopero della fame: Alaa el-Din Ali e Maher Dalaysheh, entrambi profughi del campo di Jalazone, vicino a Ramallah, e Guevara Nammoura, il calciatore professionista che ha fatto parte della squadra nazionale palestinese. Ali e Dalaysheh hanno sospeso lo sciopero della fame dopo avere ottenuto l’intesa di fissare una data di scadenza della loro detenzione amministrativa. Anche Nammoura ha sospeso lo sciopero in seguito a un accordo per porre termine alla sua detenzione amministrativa raggiunto davanti al tribunale militare israeliano il 5 agosto.

Anche se il 5 agosto il tribunale dell’ occupazione militare ne ha confermato la detenzione, portandola da quattro a tre mesi, esso non ha però chiarito se questa è un’ordinanza definitiva, il che lascia aperta la possibilità di un rinnovo dell’ordine di detenzione.

Gli ordini di detenzione amministrativa sono emessi per periodi massimi di sei mesi alla volta, ma sono rinnovabili senza limiti. Di conseguenza accade frequentemente che i palestinesi passino anni di seguito nelle prigioni dell’occupazione israeliana senza capi di imputazione né processo, sulla base di cosiddette “prove segrete” a cui non possono accedere né i detenuti né i loro avvocati. La detenzione amministrativa, originariamente introdotta nella Palestina occupata dal mandato coloniale britannico [il mandato della Società delle Nazioni permise al Regno Unito di governare la Palestina tra il 1920 e il 1948, dopo la sconfitta dell’Impero ottomano nella prima guerra mondiale, ndtr], fu in seguito adottata dagli occupanti sionisti per reprimere la resistenza palestinese.

Altri detenuti palestinesi hanno partecipato a proteste all’interno delle prigioni dell’occupazione israeliana in sostegno dei prigionieri in sciopero della fame. Si annuncia una serie di vasti scioperi di solidarietà e le prime adesioni vengono da Bara’a Issa di Anata [cittadina nei pressi di] Gerusalemme, Taha al-Tarwa di Taffouh [villaggio nei pressi di] al-Khalil, Malik al-Sa’ada di Halhoul e Qasim Masalmeh di Beit Awwa [cittadine nei pressi di al-Khalil, ndtr], tutti detenuti nella prigione di Ramon [nel nord di Israele, ndtr].

Le forze di occupazione israeliane hanno intensificato la repressione prendendo di mira i detenuti in sciopero della fame, mettendoli in isolamento, facendo irruzione e perquisizioni nelle celle e trasferendoli ripetutamente da una prigione all’altra, procedura fisicamente e mentalmente gravosa ed estenuante, specialmente perché i detenuti cominciano a soffrire di gravi problemi di salute. Il sistema penitenziario israeliano ha anche rallentato il rilascio delle autorizzazioni ai legali per visitare i detenuti in sciopero della fame, cercando di privarli di comunicazione e rappresentanza.

Samidoun, rete di solidarietà con i prigionieri palestinesi, fa appello a tutti i sostenitori della Palestina ad attivarsi per sostenere questi palestinesi in sciopero della fame e tutti i prigionieri palestinesi che lottano per la libertà, per la propria vita e per il popolo palestinese. Essi sono in prima linea nella lotta contro il sistema dell’oppressione israeliana e mettono a rischio i loro corpi e le loro vite per porre fine al sistema della detenzione amministrativa. Potete adottare queste diverse azioni per sostenere chi è in sciopero della fame e per lottare per la liberazione della Palestina, dal fiume [Giordano, ndtr] al mare [Mediterraneo,ndtr]!

ATTIVATI:

Firma la petizione!

Attivisti internazionali di base hanno lanciato una petizione in sostegno agli scioperi della fame e per porre fine alla detenzione amministrativa. Sostieni con la tua firma – e agisci di persona! 

Firma qui: change.org/NoChargeNoTrialNoJail

Protesta con l’ambasciata o il consolato nel tuo Paese!

Unisciti alle proteste in corso in tutto il mondo – affronta, isola e prendi d’assedio l’ambasciata o il consolato nella tua città o Stato di residenza. Fai capire che il popolo sta con la Palestina! Comunica gli eventi che organizzi a samidoun@samidoun.net.

Scendi in piazza: organizza una protesta in solidarietà con la Palestina!

Scendi in piazza e unisciti alle manifestazioni elencate nella nostra lista degli eventi, che viene costantemente aggiornata mano a mano che se ne annunciano altre! Organizzane una tu se non ve ne sono nella tua zona, e comunicala a  samidoun@samidoun.net.

Boicotta Israele!

Le campagne internazionali, arabe e palestinesi di boicottaggio di Israele possono giocare un ruolo importante in questo momento critico. I gruppi di boicottaggio locali possono protestare ed etichettare i prodotti agricoli ed alimentari. Durante il ramadan, i datteri israeliani prodotti nelle terre rubate ai palestinesi vengono distribuite per il mondo, mentre Israele tenta di scacciare i palestinesi da Gerusalemme, demolisce le loro case e ne imprigiona altre migliaia. Partecipando al boicottaggio di Israele, puoi aiutare a mettere un bastone fra le ruote dell’economia del colonialismo dell’occupazione.

Chiedi al tuo governo di sanzionare Israele!

Lo Stato razzista e coloniale di occupazione israeliano e i suoi crimini di guerra contro il popolo palestinese sono resi possibili e sostenuti massicciamente dagli oltre 3,8 miliardi di dollari forniti ogni anno dagli USA ad Israele – destinati direttamente al sostegno dell’occupazione militare israeliana che uccide bambini, donne, uomini e anziani nella Palestina occupata. Che siano il Canada, l’Australia o l’Unione Europea, i governi occidentali e le potenze imperialiste non solo continuano a fornire sostegno diplomatico, politico ed economico ad Israele, ma vendono anche miliardi di dollari di armi allo Stato dell’occupazione coloniale.

Nel contempo comprano anche miliardi di dollari di armamenti dallo Stato di Israele. Anche governi in combutta con le potenze imperialiste, come quelli delle Filippine, Brasile, India e altri, comprano armi e servizi di “sicurezza” – tutti “testati sul campo” sulla popolazione palestinese. Chiama i tuoi rappresentanti, i parlamentari, i politici e chiedi che il tuo governo sanzioni subito Israele, tagli tutti gli aiuti, ne espella gli ambasciatori e smetta di comprare e vendere armi!

(traduzione dall’inglese di Stefania Fusero)