I palestinesi si scontrano con la sicurezza israeliana dopo l’attacco terroristico a Gerusalemme

Il funerale di Eliyahu David Kelly l'israeliano ucciso dal palestinese Abu Shkhaydam a Gerusalemme est. Foto Menahem Kahana/AFP
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Rina Bassist

22 novembre 2021 Al Monitor

I residenti del campo profughi di Gerusalemme est Shuafat si sono scontrati con le forze di sicurezza israeliane esprimendo il loro sostegno all’assalitore che ha ucciso un israeliano e ne ha ferito altri quattro nei vicoli della Città Vecchia di Gerusalemme

Centinaia di palestinesi hanno marciato il 21 novembre attraverso il campo profughi di Shuafat a Gerusalemme est a sostegno di Fadi Abu Shkhaydam, che ha sparato e ucciso un cittadino israeliano e ne ha ferito altri quattro all’inizio della giornata. Dopo la sparatoria le forze di sicurezza israeliane sono arrivate al campo per arrestare diversi familiari di Abu Shkhaydam sospettati di averlo assistito. Secondo quanto riferito, i sospetti sono aumentati dopo che si è saputo che la moglie di Abu Shkhaydam e alcuni dei suoi figli avevano lasciato la loro casa a Shuafat tre giorni prima dell’attacco.

Secondo quanto riferito, i residenti di Shuafat si sono riuniti per protestare contro il raid. I manifestanti hanno dato fuoco a pneumatici e lanciato sassi contro gli agenti della polizia di frontiera che sono giunti sul posto, mentre cantavano canzoni di sostegno all’ala militare di Hamas. Hanno anche chiamato ad uno sciopero generale oggi a Shuafat.

La sparatoria è avvenuta la mattina del 21 novembre nella Città Vecchia di Gerusalemme. Abu Shkhaydam, noto alle agenzie di sicurezza israeliane come membro di Hamas, ha sparato più volte con un fucile automatico contro un gruppo di civili israeliani e agenti di polizia israeliani nei vicoli della Città Vecchia. Una delle persone prese di mira da Abu Shkhaydam era Eliyahu David Kay, 26 anni, una guida turistica della Western Wall Heritage Foundation, immigrato un paio di anni fa dal Sudafrica e in procinto di sposarsi con la sua fidanzata. Abu Shkhaydam gli ha sparato più volte, incluso un colpo mortale alla testa. Gli agenti di polizia sulla scena hanno sparato ad Abu Shkhaydam dopo che aveva aperto il fuoco, uccidendolo.

Il ministro dell’interno, Omer Bar Lev, ha affermato che l’aggressore “si è mosso attraverso i vicoli e ha sparato un bel po’. Fortunatamente, il vicolo era semideserto perché altrimenti – il cielo non voglia – ci sarebbero state più vittime. L’intero incidente è durato 32 o 36 secondi. L’azione delle agenti donne è stata al più alto livello operativo possibile”.

Migliaia di persone hanno partecipato al funerale di Kay questa mattina. Una delle quattro persone ferite sarebbe ricoverata a Gerusalemme in condizioni critiche. Il primo ministro Naftali Bennett ha twittato ieri: “Il cuore piange per l’amato Eliyahu David Kay che è stato ucciso questa mattina da un vile terrorista a Gerusalemme. Eliyahu è emigrato in Israele dal Sud Africa, ha servito come paracadutista nel 202° battaglione e per il suo sostentamento ha lavorato come guida turistica al Muro del Pianto. Incarnava il meraviglioso israeliano che è legato al suo paese e alla sua patria”.

L’incidente è stato il primo del suo genere nella Città Vecchia di Gerusalemme dal 2018, quando un uomo ebreo – Adiel Kolman – fu pugnalato a morte. Kolman aveva lavorato all’epoca negli scavi archeologici nel vicino sito della Città di David.

Le informazioni dicono che Abu Shkhaydam era un insegnante di studi islamici e che frequentava assiduamente la moschea di Al-Aqsa. Altri rapporti sostengono che di tanto in tanto predicava nel complesso del Monte del Tempio. Una dichiarazione di Hamas ha elogiato Abu Shkhaydam per il suo atto, affermando: “La Città Santa continua a combattere contro l’occupante straniero e non si arrenderà all’occupazione”.

Hamas non ha rivendicato l’attentato.

Questa mattina il ministero degli Esteri francese ha condannato l’attentato nella Città Vecchia di Gerusalemme.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)

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