Cosa c’entra l’Ucraina con la Palestina?

Ali Abuminah
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Ali Abunimah

18 marzo 2022 – THE ELECTRONIC INTIFADA

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina alla fine del mese scorso, non sono mancati i confronti con la situazione in Palestina.

Per molti dei sostenitori dei diritti dei palestinesi è istintiva l’identificazione con l’Ucraina in quanto Paese sotto attacco che si difende da una forza molto più potente.

Nessuno può restare indifferente di fronte alle scene di civili che vivono l’orrore della guerra e allo sconvolgimento delle vite di milioni di persone quando divengono rifugiati.

Gli attivisti per i diritti dei palestinesi hanno anche notato i parallelismi – e le risposte molto diverse e ipocrite – tra gli appelli al boicottaggio di Russia e Israele, nonché nell’applicazione selettiva del diritto internazionale.

Mentre la Russia è stata praticamente tagliata fuori dal mondo, Israele continua a godere dell’impunità mentre occupa e colonizza la terra dei palestinesi e impone loro un brutale regime di apartheid.

Siamo come voi

Naturalmente, l’identificazione dell’Ucraina con la difficile situazione dei palestinesi è una cosa che i leader ucraini rifiutano con insistenza. Identificano sé stessi con Israele e i loro nemici russi, presumibilmente, con i palestinesi.

A dicembre, ad esempio, il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che Israele è preso “spesso ad esempio dall’Ucraina” e ha affermato che “sia gli ucraini che gli ebrei apprezzano la libertà“.

“Sappiamo cosa vuol dire non avere un [proprio] Stato”, ha aggiunto Zelensky. Sappiamo cosa significa difendere un proprio Stato e la propria terra con le armi in mano, a costo della propria vita”.

Secondo il Jerusalem Post, Zelensky ha anche proclamato “nel difendere la nostra patria dovremmo comportarci come Israele”.

E’ risaputo che lo scorso maggio il leader ucraino ha dipinto Israele come vittima mentre i suoi aerei bombardavano Gaza massacrando dentro le loro case intere famiglie palestinesi.

A febbraio, prima dell’invasione russa, i funzionari ucraini si sono persino lamentati del fatto che Israele trattasse il loro paese “come Gaza” non fornendo loro abbastanza sostegno, il che implica che tali presunti maltrattamenti dovrebbero essere riservati ai palestinesi, non agli ucraini.

I funzionari ucraini hanno insistito su questa identificazione con Israele sin dall’inizio dell’invasione russa.

Penso che il nostro esercito sia uno dei migliori al mondo. Forse dopo l’esercito israeliano”, ha detto a Jerusalem Post [testata quotidiana in lingua inglese, ndtr.] Markiyan Lubkivskyi, un consigliere del ministro della Difesa ucraino. L’esercito è molto forte grazie all’esperienza e il morale è molto elevato, la motivazione è ottima. Siamo come voi”.

Lo stesso giornale ha riportato che Vitali Klitschko, sindaco della capitale ucraina Kiev, “afferma che i suoi modelli su come vincere contro ogni previsione sono Israele – un paese che ha visitato e ammira – e le IDF [esercito israeliano]”.

“Dobbiamo imparare da Israele come difendere il nostro Paese, con ogni cittadino”, ha detto Klitschko.

Intrecciate

Secondo il professore della Columbia University Joseph Massad, da qualunque parte si esamini l’argomento le connessioni esistenti con la questione palestinese sono più profonde.

“La Russia e l’Ucraina hanno entrambe relazioni e vicende che fanno parte della storia della regione che l’Occidente ha finito per chiamare Medio Oriente”, ha detto Massad a Rania Khalek questa settimana nel suo programma BreakThrough News Dispatches [Approfondimento delle notizie, organo d’informazione online no profit e indipendente con sede negli USA ndtr.].

Massad ha osservato che l’Ucraina meridionale e la Crimea erano ex regioni ottomane conquistate dagli zar russi tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.

La città coloniale ucraina di Odessa sul Mar Nero, un tempo la città ottomana di Haci Bey, fu il luogo in cui nacque all’inizio del XIX secolo il nazionalismo greco anti-musulmano e alla fine dello stesso secolo il sionismo ebraico colonialista, ha detto Massad.

“In effetti, i primi coloni ebrei che vennero a colonizzare la Palestina nel 1880 furono ebrei ucraini dell’insediamento coloniale di Odessa”.

La Crimea è stata persino identificata durante il periodo sovietico come un potenziale sito per una repubblica ebraica autonoma, un piano che venne abbandonato a causa della forte resistenza della popolazione tartara della Crimea.

Nei tempi attuali “Sia l’Ucraina che la Russia hanno politiche che sono intrecciate con il Medio Oriente”, ha osservato Massad.

L’Ucraina, ad esempio, ha fornito il terzo più consistente contingente militare per partecipare nel 2003 all’invasione e all’occupazione illegale dell’Iraq sotto la guida degli Stati Uniti.

“Per quanto riguarda la Russia, ovviamente [il presidente Vladimir] Putin ha anche avuto ottimi rapporti con Israele, allo stesso tempo è intervenuto in Siria contro gli jihadisti nemici del regime e sostenuti dagli americani e dagli Stati del Golfo”, ha detto Massad.

Tuttavia il suo intervento in Siria ha continuato a permettere agli israeliani di bombardare la Siria, ma non gli jihadisti”.

Massad ha anche sollevato la questione degli ebrei ucraini, a cui Israele chiede “di emigrare in Israele in modo da trasformarli in coloni sulla terra dei palestinesi”.

La conversazione di Massad con Khalek fornisce una grande quantità di dettagli e informazioni sulla situazione in Ucraina e sulle risposte occidentali, inclusa un’intensa ondata russofobica che rispecchia i precedenti attacchi di xenofobia che si accompagnano regolarmente alle guerre e interventi all’estero dell’America.

Informazioni che toccano anche il conformismo del pensiero e la censura nelle democrazie liberali occidentali e altri temi che Massad ha recentemente affrontato in un articolo per Middle East Eye.

È una discussione affascinante che puoi guardare nel video in cima a questa pagina.

Ali Abunimah

Co-fondatore di The Electronic Intifada e autore di The Battle for Justice in Palestine [la battaglia per la giustizia in Palestina, ndtr.], ora uscito per Haymarket Books.

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)