Yossi Klein
4 novembre 2022 – Haaretz
La vittoria della coalizione di Netanyahu e la sconfitta della sinistra non sono né sorprendenti né l’aspetto più significativo delle elezioni. C’è stato un vincitore in queste elezioni: il nazionalismo sionista religioso. Netanyahu se ne andrà, e anche Ben-Gvir. Il fascismo è destinato a rimanere. Non è più uno degli attori politici in campo: è una visione del mondo.
Si tratta di un cambiamento drammatico e storico. Il fascismo si è affermato. Il quadro generale è che si è manifestato con il punteggio di 14 a 0: 14 seggi per il fascismo, 0 per la sinistra. È una sconfitta cocente. Israele ha adottato la visione del mondo del peggiore dei suoi nemici. Chiamiamola con il suo nome: Ben-Gvir [leader della coalizione di estrema destra Sionismo Religioso, ndt.] il Ben-gvirismo è kahanismo [ideologia suprematista e razzista del defunto rabbino Meri Kahane, ndt.] ed è fascismo.
Non siamo rimasti sorpresi. Siamo rimasti indifferenti. Abbiamo chiamato l’emergente fascismo “un processo”, nella speranza che sarebbe stato contenuto a lungo, o almeno non sarebbe fiorito finché ci fossimo stati noi in giro. Ma il 14 a 0 non è solo una fase, l’ha già superato. I processi sono dinamici, si sviluppano e avanzano, prima alla Knesset, poi al governo, e poi a casa tua.
Il fascismo è una vecchia conoscenza. È qui fin dal 1967, forse da prima. La gente si vergognava di chiamarlo così, ma era qui ad ogni passo, anche se lo abbiamo accettato in silenzio. Oggi non c’è più vergogna. Il fascismo non è più una parolaccia. Oggi puoi chiamare qualcuno fascista e non si sente insultato. Chiamaci fascisti se ne hai voglia, a Otzma Yehudit [Potere Ebraico, il partito di Ben-Gvir, ndt.] non ci importa, nelle prossime elezioni Ygal Amir [kahanista e uccisore del primo ministro Yitzhak Rabin, ndt.] avrà un posto di rilievo nelle liste elettorali.
Nello stesso modo in cui legittimiamo Ben-Gvir legittimiamo il fascismo. Lo trasformeremo. Prenderemo l’estrema destra, gli metteremo una kippah [copricapo degli ebrei religiosi, ndt.] e le frange rituali e avremo il fascismo sionista religioso. Umberto Eco ha definito il fascismo anche come una profonda passione per la tradizione, la concezione del dissenso come tradimento, un’ossessione per il complotto e la venerazione dell’eroe e della morte. Il fascista ebreo sionista religioso ha tutto questo.
Quando l’estrema destra è arrivata al potere in Italia non siamo stati presi dal panico e non abbiamo chiesto agli ebrei di venire a vivere in Israele. Che importa se 80 anni fa gli ebrei furono uccisi in suo nome? Direte che non si può fare un parallelo e che il fascismo ha anche i suoi aspetti bellissimi. Apprezzerà il patriottismo, elogerà la disciplina.
Di chi è la colpa della vittoria del fascismo qui? A breve termine, la televisione commerciale, e a lungo termine il sistema educativo. La televisione ha costruito Ben-Gvir come un ridicolo pagliaccio, una macchietta innocua, e gli ha fornito una piattaforma che nessun politico si era mai sognato. Ora, quando il genio è uscito dalla bottiglia si rifiuta di tornarci dentro. Non c’è da preoccuparsi della televisione, è già pronta per i nuovi padroni, a prostrarsi e a leccargli i piedi.
Che la televisione commerciale adulasse il fascismo non ci ha sorpresi. Eravamo preparati. Per 75 anni nelle scuole hanno evitato di chiamare il fascismo con il suo nome. “Amore per la patria”, “insediamenti”, “estrema destra”. Ci hanno insegnato che siamo migliori del resto del mondo, ma anche le sue vittime. Grazie al rapporto tra autocommiserazione e arroganza, abbiamo fatto quello che la democrazia rifiuta e il fascismo accetta. Ogni ministro dell’educazione ha contribuito all’avanzata del fascismo. Ogni programma scolastico lo ha rafforzato. Lo hanno diluito con ingredienti intesi a offuscarne l’essenza: “il nostro diritto alla terra” ci ha dato il diritto di espellere rifugiati e tormentare gli occupati. I genitori hanno sgranato gli occhi increduli: sono andati a dormire con bravi bambini e si sono svegliati con truppe d’assalto. Se davvero vogliono sapere da dove i loro figli hanno ricevuto questa malvagità, dovrebbero andare nelle loro scuole e leggere i programmi, controllare cosa imparano e soprattutto ciò che non gli viene consentito di imparare.
Capiranno che puoi insegnare ai diciassettenni i diritti umani, la giustizia e l’uguaglianza di fronte alla legge, mentre come soldati gli verrà chiesto di calpestarli. Non puoi insegnare l’uguaglianza in un Paese conquistatore e spiegare cos’è un confine quando non ti viene permesso di citare la Linea Verde [che separa Israele dalla Cisgiordania, ndt.]. Forse è già troppo tardi. Forse abbiamo perso l’occasione e il fascismo non può più essere sradicato.
Come ogni movimento fascista, userà strumenti democratici per vincere, rifletterà la visione del mondo della maggioranza dell’opinione pubblica. È legittimo? Ma può il fascismo essere legittimo in un Paese democratico? L’ingresso ufficiale del fascismo nelle nostre vite è il vero messaggio delle elezioni. Si parla del processo a Netanyahu, del servizio militare di Lapid [polemica contro l’ex-primo ministro che avrebbe fatto il militare come giornalista e non in unità operative, ndt.] e non dell’elefante nella stanza. Lo si è evitato, ignorato. Dopo queste elezioni chiunque deve chiedersi se è ancora orgoglioso di essere israeliano.
(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)