Fatti o finzione: Israele ha bisogno di false infermiere per giustificare l’uccisione dei bambini di Gaza

Bambini nati prematuriamente nell'ospedale di Al Shifa. Foto: Dr. Marawan Abu Saada via AP
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Marc Owen Jones

17 novembre 2023-Al Jazeera

Israele sa che rischia di perdere il sostegno globale per il suo massacro di bambini. Quindi ci si rivolge alla disinformazione sui social media, che è sciatta ma spesso efficace.

A Gaza ogni 10 minuti viene ucciso un bambino. Dal 7 ottobre Israele ha ucciso più di 4.000 bambini. In questo momento i bambini prematuri dell’ospedale al-Shifa di Gaza stanno morendo perché dopo oltre un mese di assedio israeliano l’istituto è senza energia elettrica e quindi non è in grado di far funzionare le incubatrici.

Israele sa che rischia di perdere il sostegno internazionale per il suo continuo massacro di bambini. Alleati occidentali come il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro canadese Justin Trudeau, che fino ad ora sono stati risoluti nel sostenere Israele, la scorsa settimana hanno chiesto pubblicamente al governo israeliano di smettere di uccidere bambini, anche se Macron da allora ha ammorbidito il suo tono.

Di solito, la prima risposta di Israele alle accuse di atrocità è la negazione. Quando ciò fallisce, la seconda strategia è quella di incolpare Hamas o altri gruppi armati palestinesi per le morti palestinesi.

Non ha rinunciato a queste strategie, ma sta anche cercando di collegare direttamente i bambini palestinesi a Hamas, cercando così di raffigurare loro– e i luoghi in cui si rifugiano – come obiettivi legittimi.

Incolpare Hamas

L’11 novembre, l’account ufficiale in arabo gestito dal Ministero degli Affari Esteri israeliano ha pubblicato un video di un’infermiera, apparentemente agitata, che parlava di Hamas e riferiva che aveva invaso l’ospedale di al-Shifa e preso tutto il carburante e la morfina. Ha affermato che, poiché Hamas aveva rubato la morfina, non poteva usarla su un bambino di cinque anni con una frattura.

Il video, ritwittato migliaia di volte, era chiaramente un falso. Nessun membro del personale nelle vicinanze sembra riconoscere la donna del video, mettendo in dubbio la sua identità e il suo ruolo. Robert Mackey, giornalista dell’agenzia di ricerca Forensic Architecture, ha parlato con tre membri dello staff di Medici Senza Frontiere che lavorano all’ospedale al-Shifa, nessuno dei quali l’ha riconosciuta.

Il video era quasi comico nella sua assurdità. L’infermiera parlava con un accento non palestinese e il suo dialogo sembrava riecheggiare perfettamente i discorsi dell’esercito israeliano secondo cui Hamas avrebbe rubato tutto il carburante dagli ospedali.

Inoltre il posizionamento strategico di un logo del Ministero della Sanità palestinese è stato un tentativo artificioso di fuorviare o creare una trappola per ottenere un rilancio da parte degli algoritmi “intelligenti”. Ad aumentare il sospetto c’erano gli effetti audio “di repertorio” dei bombardamenti, il suo camice bianco perfettamente pulito e il trucco perfetto, che sembravano tutti fuori posto in un ambiente che avrebbe dovuto essere disastrato.

Lo scopo del video era chiaro: incolpare Hamas per la sofferenza dei bambini e legittimare le affermazioni dell’esercito israeliano secondo cui Hamas sta usando civili e bambini come scudi umani.

Alla fine, quando al governo israeliano è stato chiesto di rendere conto del video, il Ministero degli Esteri ha cancellato silenziosamente il suo post, senza alcuna spiegazione.

Ma diffondere disinformazione e poi cancellarla è diventata una routine; ciò solleva la domanda: perché la propaganda dell’esercito israeliano è così sciatta? Dopotutto, Israele non rischia di perdere credibilità in questo modo?

No, perché i benefici superano i costi. Il vecchio adagio, “Una bugia può viaggiare dall’altra parte del mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe” ci dice gran parte di ciò che dobbiamo sapere sulla propaganda. La chiave non è la veridicità, ma piuttosto la velocità e il primato.

Controllare la narrazione significa diffondere le informazioni più velocemente del tuo nemico e renderle sensazionali, indipendentemente dal fatto che siano reali. Uno studio ha dimostrato che l’86% delle persone non verifica le notizie che vede sui social media.

Una volta che qualcosa di falso diventa virale, è improbabile che le persone che lo vedono cerchino la verifica dei fatti. Il pubblico di questi video non è un astuto fact-checker. Nel caso di Israele, un gran numero di spettatori è di lingua inglese, spettatori occidentali che non coglieranno accenti contraffatti e non hanno motivo di credere che tali informazioni siano false.

È importante ricordare che la propaganda non deve essere sofisticata per essere efficace, ma solo veloce e sensazionalistica. I social media sono perfetti per questo.

Bambini pieni di odio, che leggono il Mein Kampf

Oltre a incolpare Hamas, sta emergendo uno stadio più sinistro della legittimazione dell’uccisione di minori da parte di Israele: il tentativo di denigrare i minori palestinesi definendoli destinatari della propaganda malvagia e antisemita di Hamas. Insomma i minori palestinesi verrebbero educati solo per diventare “terroristi”.

Il 5 novembre l’account ufficiale in arabo di Israele ha twittato una vignetta che mostrava che Israele alleva i suoi bambini all’ “amore”, mentre Hamas riempie i bambini di Gaza di “odio”.

Poi, lunedì, l’account ufficiale israeliano gestito dal Ministero degli Esteri ha affermato su X che l’esercito israeliano aveva trovato una copia del “Mein Kampf” di Hitler nella stanza di un minore a Gaza. Intonso, con perfette annotazioni e sottolineature dei punti salienti, il “ritrovamento” del libro è stato un tentativo di rafforzare la narrazione secondo cui i minori palestinesi sono pieni di odio, senza speranza di redenzione e sono quindi validi bersagli da uccidere.

Mein Kampf rappresenta l’epitome dell’antisemitismo. È l’autobiografia di Hitler. Il significato di ciò non sfuggirà a molti occidentali, spesso destinatari della propaganda israeliana. L’uso del Mein Kampf, una copia del quale è stata brandita teatralmente dal presidente israeliano Isaac Herzog, dimostra che Israele sta cercando di ritrarre i minori palestinesi più grandi come antisemiti a cui è stato fatto il lavaggio del cervello: è uno strumento semplice per promuovere questa narrazione.

Bunker sotto un ospedale pediatrico

Lunedì sera Israele ha raddoppiato i suoi tentativi di legittimare i suoi attacchi contro i bambini. L’esercito israeliano ha pubblicato un video del suo portavoce Daniel Hagari che si aggira in un presunto bunker di Hamas sotto l’ospedale pediatrico Rantisi a Gaza. In una delle scene Hagari è inginocchiato accanto a pistole, granate e altre armi, sullo sfondo il dipinto di un albero apparentemente disegnato da bambini.

In un altro video, anch’esso si presume proveniente dal seminterrato dell’ospedale Rantisi, Hagari attira l’attenzione su una sedia e i resti di una corda che, secondo lui, venivano usate per legare gli ostaggi. Quindi indica un biberon che si trova sopra una scatola di giunzione elettrica contrassegnata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Porre accanto la rappresentazione dell’innocenza infantile nella forma del dipinto o del biberon alle armi serve a legittimare la narrazione israeliana di Hamas come “terroristi” disumani che usano bambini, ospedali e prigionieri come scudi umani. Ciò a sua volta viene utilizzato per giustificare gli attacchi di Israele contro obiettivi civili – anche se la vita dei bambini è a rischio, e anche se è coinvolta un’organizzazione delle Nazioni Unite.

Tuttavia il video è chiaramente una trovata propagandistica. Hagari indica una tabella scritta a mano in arabo fissata al muro. Hagari poi dice che la lista nomina i combattenti di Hamas. “Questa è una lista di guardiani in cui ogni terrorista scrive il suo nome, e ogni terrorista ha il proprio turno di guardia per le persone che erano qui”.

L’unico problema è che lì non c’era scritto nulla del genere. Era la pagina settimanale di un calendario.

Perché Israele fa questo?

Durante il fine settimana Israele ha offerto all’ospedale di al-Shifa una miserabile quantità di carburante, dopo aver imposto dal 7 ottobre un blocco totale della Striscia di Gaza che ha paralizzato le strutture mediche.

Il direttore dell’ospedale, Muhammad Abu Salmiya, ha detto del tentativo di fornire carburante che “Israele vuole mostrare al mondo che non sta uccidendo bambini”.

Ma ora che Israele non può più negare di uccidere bambini palestinesi sta cercando di legittimare il loro omicidio. Nel suo lavoro sulla “teoria del restauro dell’immagine” William Benoit chiama ciò “ridurre l’offensività”. In parole povere, incolpi la vittima o fai sembrare la vittima meritevole della sua sofferenza.

Man mano che il bilancio delle vittime aumenta, aumentano anche i tentativi stravaganti di scaricare la colpa su vittime innocenti.

Ma nessuna quantità di video fabbricati o di “prove” nascoste può oscurare la verità. I bambini stanno morendo a centinaia a Gaza, il loro sangue è versato a causa delle bombe, dei proiettili e dell’assedio di Israele.

The views expressed in this article are the author’s own and do not necessarily reflect Al Jazeera’s editorial stance.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la linea editoriale di Al Jazeera.

(traduzione dall’ Inglese di Giuseppe Ponsetti)