Un mostruoso progetto di frode e autoinganno; quello che agli israeliani sfugge sugli insediamenti

l'incrocio Tapuah nella Cisgiordania occupata. Foto: David Bachar
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Iris Leal

22 luglio 2024 – Haaretz/Opinioni

Mercoledì scorso ero a Kfar Tapuah, un insediamento coloniale nella Samaria [Giudea e Samaria sono i nomi usati da Israele per indicare la Cisgiordania, ndt.]. Il sole picchiava e una giovane donna, che spende i suoi giorni a tormentare i palestinesi rendendo la loro vita un inferno, passava tra due roulotte con un aspetto sciatto e trasandato.

Prima che partissimo da lì tre giovani hanno notato il nome Majdi sul nostro minibus, ci hanno inseguito, hanno picchiato sul cofano del motore e hanno preteso, davanti all’autista terrorizzato, di sapere perché a un arabo fosse stato permesso di entrare nella loro comunità.

Così giovani, eppure erano già esperti su come effettuare una profilazione razziale. Questa è l’immagine che ho portato con me da questo tour giornalistico organizzato dalla Geneve Iniziative [istituzione internazionale nata dall’Accordo di Ginevra tra Israeliani e Palestinesi elaborato nei 2003 a Ginevra, ndt.], una donna e alcuni giovani che immaginano di vivere in un mondo in cui possono impossessarsi della terra e tenersela senza impedimenti, perché i loro rappresentanti parlamentari esercitano un potere inimmaginabile.

Questo è il movimento di insediamento coloniale di cui parlano Bezalel Smotrich e Orit Strock di Sionismo Religioso, questo è il volto del “miracolo”. Non solo blocchi di insediamenti, ma anche alcune roulotte a Kfar Tapuah ed Evyatar che hanno come fine ultimo leliminazione di ogni possibilità di risolvere il conflitto con mezzi pacifici.

Oltre ad essere un progetto di rapina le colonie sono anche un enorme progetto di frode e autoinganno, che tutto Israele ha felicemente abbracciato. Neanche 24 ore dopo la Knesset  avrebbe adottato una risoluzione secondo la quale “La Knesset israeliana si oppone totalmente alla creazione di uno Stato palestinese a ovest del fiume Giordano”.

Un gruppo di persone ricche di fantasia che credono che dopo decenni di sanguinosa lotta nazionale palestinese saranno in grado di convincere milioni di persone ad essere sudditi nelle proprie terre, una terra che non hanno mai smesso di considerare come la loro patria. Zeev Elkin ha twittato, come uno sposo la prima notte di nozze, che la creazione di uno Stato palestinese nel cuore del Paese farebbe sì che il conflitto non abbia fine, al che mi sono chiesta: ma quale allucinogeno si è fumato?

Nel corso degli anni del suo governo Benjamin Netanyahu ha gestito il conflitto partendo dal falso presupposto che lesistenza dei palestinesi potesse essere cancellata dalla memoria, in Israele e allestero, ignorando la loro richiesta di uno Stato proprio. Riguardo agli Accordi di Abramo [accordi di normalizzazione tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein del 13 agosto 2020,ndt.] ha detto con soddisfazione che sono la testimonianza di pace in cambio di pace e non di terra in cambio di pace.

Il 7 ottobre è stata una terribile dimostrazione del suo errore, e la consapevolezza mondiale della grave situazione dei palestinesi e della necessità fondamentale di una soluzione diplomatica non è mai stata così forte. Ma invece di correggere lerrore la Knesset lo ha scolpito nella pietra.

Il che ci porta alla sentenza di venerdì della Corte Internazionale di Giustizia. Per batterla sul tempo Smotrich ha annunciato che quella Corte è un’istituzione politica e antisemita, e che “noi traiamo la fonte del nostro diritto su tutte le parti della terra d’Israele dalla promessa divina”.

I giudici della corte mondiale sono rimasti meno impressionati dalla promessa divina e più dalla realtà, e hanno stabilito che la presenza israeliana in Cisgiordania e a Gerusalemme Est è illegale; che le azioni che Israele porta avanti in questi territori, compresa la costruzione di insediamenti coloniali e la loro espansione, equivalgono allannessione di ampie aree del territorio palestinese; che Israele non riesce a prevenire la violenza dei coloni contro i palestinesi e a punire i colpevoli; che sequestra la terra per l’insediamento dei coloni; e, cosa ancora più vergognosa, che Israele sta attuando un sistema di segregazione razziale tale da configurarsi probabilmente come regime di apartheid.

La risposta alla sentenza da parte di esponenti del sionismo religioso è stata unanime: “La risposta all’Aja – supremazia subito“. Netanyahu ha annunciato che nessuna nazione può essere considerata forza di occupazione nel proprio territorio, mentre il leader dellopposizione Yair Lapid ha affermato che la sentenza è lontana dalla realtà e viziata da antisemitismo.

Da Smotrich a Lapid, dalla destra messianica al centrosinistra, tutti scelgono di negare loccupazione e il fatto che essa sia la questione decisiva delle nostre vite.

I leader ciechi e codardi, che hanno lasciato la sinistra radicale a trattare con la realtà, continueranno a reprimere lespressione della parola apartheid. Ma tutti, su entrambi i lati della Linea Verde [linea di demarcazione stabilita negli accordi d’armistizio arabo-israeliani del 1949, ndt.] che Israele ha cancellato, sentiranno presto le conseguenze della sentenza dellAia. Il gioco è finito.

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)