A Gaza quasi ogni plotone dell’IDF [esercito israeliano, n.d.t.] usa uno scudo umano: un sotto-esercito di schiavi palestinesi

Gaza, July 2024Credit: David Behar
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Anonimo

30 marzo 2025-Haaretz

I soldati costringono regolarmente palestinesi innocenti a entrare nelle case di Gaza per assicurarsi che non ci siano terroristi o esplosivi. Allora perché la divisione investigativa criminale della polizia militare dell’IDF sta aprendo solo sei indagini sull’uso di scudi umani?

A Gaza i soldati israeliani usano scudi umani almeno sei volte al giorno.

Ho prestato servizio a Gaza per nove mesi e mi sono imbattuto per la prima volta in queste procedure, chiamate “protocollo zanzara”, nel dicembre 2023. Erano passati solo due mesi dall’inizio dell’offensiva di terra, molto prima che ci fosse carenza di cani dell’unità cinofila dell’IDF, Oketz, che venivano usati per questo scopo. Questa divenne la folle scusa non ufficiale per questa dissennata procedura non ufficiale. Allora non mi rendevo conto di quanto sarebbe diventato onnipresente l’uso di scudi umani, che chiamavamo “shawish” [dal nome di una famiglia allargata araba che ha servito nella polizia del mandato britannico e possiede alcuni negozi nella Gerusalemme vecchia, n.d.t.].

Oggi quasi ogni plotone ha uno “shawish” e nessuna forza di fanteria entra in una casa prima che uno “shawish” la “liberi”. Ciò significa che ci sono quattro “shawish” in una compagnia, dodici in un battaglione e almeno 36 in una brigata. Gestiamo un sotto-esercito di schiavi. La procedura è semplice. Palestinesi innocenti sono costretti a entrare nelle case di Gaza e a “sgomberarle”, per assicurarsi che non ci siano terroristi o esplosivi.

Di recente ho visto che la Divisione investigativa criminale della polizia militare dell’IDF [la MPCID, n.d.t.] ha aperto sei indagini sull’uso di civili palestinesi come scudi umani e sono rimasto a bocca aperta. Ho già visto insabbiamenti in passato, ma qui si raggiunge un nuovo livello di infamità. Se la MPCID volesse fare seriamente il suo lavoro dovrebbe aprire ben più di mille indagini. Ma tutto ciò che la MPCID vuole è che possiamo dire a noi stessi e al mondo che stiamo indagando su noi stessi, quindi hanno trovato sei capri espiatori e stanno addossando loro la colpa.

Ero presente a una riunione in cui uno dei comandanti di brigata ha presentato il concetto di “zanzara” al comandante di divisione come un “necessario risultato operativo per portare a termine la missione”. Era tutto ritenuto così normale che ho pensato di avere delle allucinazioni.

Già nell’agosto del 2024, quando questa storia è scoppiata su Haaretz e nelle testimonianze raccolte da Breaking the Silence [ONG israeliana di veterani dell’esercito, che raccontano le esperienze nei territori occupati, ndtr.], una fonte di alto livello ha affermato che sia il Capo di Stato Maggiore delle IDF uscente sia il Capo del Comando Meridionale uscente erano a conoscenza della procedura. Non so cosa sia peggio: che non sappiano cosa sta succedendo nell’esercito che comandano, o che lo sanno e continuano a farlo nonostante tutto.

Sono passati più di sette mesi da quando è stata pubblicata quella storia e i soldati hanno continuato a trattenere i palestinesi e a costringerli a entrare nelle case e nei tunnel prima di loro. Mentre il Capo di Stato Maggiore e il Capo del Comando Meridionale continuavano a non dire e fare nulla al riguardo, il protocollo è diventato ancora più diffuso e normalizzato.

Il personale di grado più alto sul campo è a conoscenza dell’uso di scudi umani da più di un anno e nessuno ha cercato di fermarlo. Al contrario, è stato definito come una necessità operativa.

È importante notare che possiamo entrare nelle case senza usare scudi umani. Lo abbiamo fatto per mesi, secondo una corretta procedura di ingresso che includeva l’invio di un robot, un drone o un cane. Questa procedura ha dato i suoi frutti, ma ha richiesto tempo e il comando voleva risultati qui e ora.

In altre parole, abbiamo costretto i palestinesi a fungere da scudi umani non perché fosse più sicuro per le truppe dell’IDF, ma perché era più veloce. Ecco perché abbiamo messo a rischio la vita di palestinesi che non erano colpevoli di altro che essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.

La faccenda non è andata avanti senza incontrare resistenza. Soldati e ufficiali hanno resistito. Io ho resistito. Ma è quello che succede quando al comando superiore non importa e ai politici ancora meno. È quello che succede quando sei veloce a premere il grilletto e operativamente sei completamente esausto. È quello che succede quando sei in una guerra senza fine che non riesce a riportare gli ostaggi vivi mese dopo mese. Perdi il giudizio morale. Un amico ufficiale dell’esercito mi ha raccontato di un incidente che hanno vissuto: hanno incontrato un terrorista in una casa che era già stata sgomberata da uno “shawish”. Lo “shawish” era un uomo anziano e quando si è reso conto di aver sbagliato, si è spaventato così tanto che si è sporcato addosso. Non so cosa gli sia successo. Avevo paura di chiedere.

Questo caso dimostra che le giustificazioni che ci hanno dato, ovvero che la procedura sia per motivi di “sicurezza”, non erano vere. Queste persone non sono combattenti professionisti; non sanno come perquisire una casa. I soldati non si fidano di loro perché non sono lì di loro spontanea volontà. A volte, gli “shawish” vengono mandati nelle case solo per darvi fuoco o farle saltare in aria. Non ha nulla a che fare con la sicurezza. Tremo al pensiero di cosa questo faccia alla psiche di chiunque debba entrare in una casa, terrorizzato, al posto di soldati armati. Tremo anche al pensiero di cosa questo faccia a noi israeliani.

Ogni madre che manda il figlio a combattere capisce che il figlio potrebbe ritrovarsi ad afferrare un palestinese dell’età di suo padre, o del fratello minore e costringerlo violentemente a correre davanti a lui, disarmato, in una casa o in un tunnel potenzialmente pieno di trappole esplosive? Non solo non siamo riusciti a proteggere le nostre truppe, ma abbiamo corrotto le loro anime e non c’è modo di sapere cosa questo farà a noi, come società, quando torneranno a casa dalla guerra.

Ecco perché l’inchiesta MPCID è così esasperante. Prima, i soldati sono costretti a usare i palestinesi come scudi umani, poi gli ufficiali usano soldati di grado inferiore come propri scudi umani, mentre noi stiamo ancora cercando disperatamente di riavere indietro gli ostaggi che sono trattenuti, in parte, per servire da scudi umani per Hamas.

Era ovvio che era solo questione di tempo prima che questa storia esplodesse, ma è troppo grande perché la MPCID possa gestirla. Solo una Commissione d’inchiesta statale indipendente potrebbe arrivare in fondo a questa storia.

Fino ad allora abbiamo tutte le ragioni per preoccuparci delle corti internazionali all’Aia perché questa procedura è un crimine, un crimine che persino l’esercito ora ammette. Accade quotidianamente ed è molto più comune di quanto venga detto al pubblico.

Questo articolo è stato scritto da un anonimo ufficiale superiore di una brigata di effettivi.

 

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)