Il Gabinetto di Sicurezza israeliano approva all’unanimità l’espansione delle operazioni militari a Gaza

L'azione dei carri armati e altri mezzi militari sul confine di Gaza vista da Israele. Foto: Amir Cohen/Reuters
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Jonathan Lis e Nir Hasson

5 maggio 2025 – Haaretz

Secondo un funzionario israeliano, Netanyahu ha chiarito che questo piano differisce dai precedenti in quanto passa da operazioni basate su raid a “l’occupazione del territorio e una presenza israeliana di lungo periodo a Gaza”.

Nella notte tra lunedì e venerdì il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato all’unanimità un piano per espandere le operazioni nella Striscia di Gaza, secondo quanto riferito da fonti a conoscenza del dibattito. In linea di principio i ministri hanno anche approvato un progetto per la distribuzione di aiuti umanitari a Gaza tramite compagnie straniere.

I ministri sono stati informati di un piano in varie tappe che, come prima fase, prevede la presa e l’occupazione di aree aggiuntive lungo la Striscia e l’espansione della zona cuscinetto in mano alle IDF [le forze armate israeliane, ndt.], nel tentativo di fornire a Israele una ulteriore leva nei negoziati con Hamas.

Il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, era assente dalla riunione di gabinetto e ha inviato il suo vice al suo posto.

Il Capo di Stato Maggiore delle IDF, Eyal Zamir, ha dichiarato domenica, durante la visita a una base di commando della marina, che le IDF “opereranno in aree aggiuntive e distruggeranno tutte le infrastrutture, sia sopra che sottoterra”.

Durante la discussione del gabinetto di sicurezza è stato chiarito che la prossima fase della manovra militare mira ad aumentare la pressione su Hamas e a spingerla a mostrare flessibilità e ad accettare il rilascio di altri ostaggi con un altro accordo.

Secondo un funzionario israeliano, il piano prevede il trasferimento della popolazione della Striscia di Gaza a sud dell’enclave. Il funzionario ha affermato che Netanyahu ha chiarito che questo piano differisce dai precedenti in quanto passa da operazioni basate su raid a “l’occupazione del territorio e una presenza israeliana prolungata a Gaza”.

“Nel corso della discussione Netanyahu ha affermato che questo è un buon piano poiché può raggiungere gli obiettivi di sconfiggere Hamas e riavere gli ostaggi”, ha affermato il funzionario, aggiungendo che Netanyahu sta ancora spingendo per il piano di trasferimento [dei palestinesi fuori da Gaza, ndt.] e che sono attualmente in corso negoziati con diversi paesi su questo progetto.

Il Forum degli Ostaggi e delle Famiglie Scomparse ha risposto che il piano dovrebbe essere denominato “piano Smotrich-Netanyahu” di “rinuncia agli ostaggi, alla sicurezza e alla resilienza nazionale di Israele”. Nella dichiarazione hanno affermato che questo piano è un’ammissione da parte del governo di scegliere i territori anziché gli ostaggi, il che, a loro dire, è contro la volontà di oltre il 70% degli israeliani.

In linea di principio i ministri del governo hanno anche approvato un piano per la futura distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza tramite aziende private straniere. Il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir è stato l’unico a opporsi a questa proposta, discutendo l’argomento con il capo di stato maggiore delle IDF. “Non capisco perché dovremmo dare loro qualcosa: hanno abbastanza cibo lì. Dovremmo bombardare le riserve alimentari di Hamas”, ha dichiarato Ben-Gvir. Il Capo di Stato Maggiore ha risposto: “Queste idee sono pericolose per noi” e Ben-Gvir ha replicato: “Non abbiamo alcun obbligo legale di sfamare coloro che stiamo combattendo, c’è abbastanza cibo”.

Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu è intervenuto, dicendo al Capo di Stato Maggiore che i ministri “possono esprimere opinioni diverse da quelle degli ufficiali dell’esercito”.

Il Procuratore Generale israeliano Gali Baharav-Miara ha osservato che Israele è legalmente obbligato a consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Il Segretario di Gabinetto Yossi Fuchs ha osservato: “Per essere chiari, nessun ministro ha suggerito di farli morire di fame”. “Non l’ho detto”, ha replicato il Procuratore Generale.

Il Ministro Itamar Ben-Gvir ha interloquito: “C’è abbastanza cibo lì, non capisco. Da quando dovremmo automaticamente fornire aiuti a chiunque combatta contro di noi? Dove sta scritto esattamente nel diritto internazionale?”

A livello politico i presenti hanno indicato la prevista visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti tra circa dieci giorni come un potenziale catalizzatore che potrebbe spingere entrambe le parti verso un accordo, nonostante permangano significative divergenze.

Nel frattempo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha dichiarato domenica che nelle ultime nove settimane Israele ha bloccato l’ingresso di tutti i rifornimenti a Gaza. Di conseguenza, panetterie e mense comunitarie non sono più operative e i magazzini alimentari sono stati svuotati. “La struttura del piano che ci è stata presentata significherà che ampie zone di Gaza, comprese le persone meno mobili e più vulnerabili, continueranno a rimanere senza rifornimenti”, ha scritto l’organizzazione, aggiungendo che il piano “contravviene i fondamentali principi umanitari… È pericoloso costringere i civili a recarsi in zone militarizzate per ricevere cibo”. L’organizzazione ha inoltre osservato che il Segretario Generale delle Nazioni Unite e il Coordinatore dei Soccorsi di Emergenza hanno chiarito che non parteciperanno a piani che non rispettino i “principi umanitari globali di umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità”.

Il governo israeliano si è riunito domenica, dopo che le IDF sabato hanno iniziato a emettere migliaia di ordini di chiamata alle armi per i riservisti in preparazione dell’espansione della campagna a Gaza. Secondo fonti militari non è ancora chiaro quanto durerà il nuovo servizio dei riservisti, ma si prevede che sarà di “durata significativa”.

Le IDF hanno inoltre affermato che Hamas continua a respingere le proposte avanzate durante i negoziati e che gli obiettivi dichiarati della guerra, in particolare la restituzione degli ostaggi, non sono cambiati. La maggior parte dei riservisti verrà schierata per sostituire i soldati regolari attualmente in servizio al confine settentrionale e in Cisgiordania, liberando così ulteriori unità permanenti dell’esercito destinate a rafforzare le operazioni di combattimento a Gaza.

Questa mossa segna un allontanamento dal dispiegamento operativo pianificato per il prossimo anno, presentato in precedenza ai riservisti. Ancor prima della pubblicazione degli ordini di chiamata molti ufficiali e soldati avevano annunciato di non volersi presentare per la successiva tornata di combattimenti, spesso perché esausti.

Dopo che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu la scorsa settimana ha dichiarato che “l’obiettivo supremo è ottenere la vittoria sui nostri nemici”, il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha dichiarato ai ministri durante l’incontro che il ritorno degli ostaggi è più importante e che le IDF comprendono quanto questo sia un obiettivo cruciale per le decine di migliaia di riservisti che si arruolano per questo scopo.

Zamir ha anche recentemente chiarito ai ministri di opporsi all’impiego delle IDF per distribuire aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Ieri sera il governo ha approvato in linea di principio un piano per la distribuzione di aiuti umanitari a Gaza tramite aziende straniere.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)