“Questa non è la pace. È la normalizzazione dell’occupazione”: per i palestinesi l’accordo tra Israele e gli Emirati è pericoloso

Contro la normalizzazione , manifestazione a Gaza il 14 agosto (AFP)
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Akram Al-Waara Betlemme, Cisgiordania occupata

domenica 16 agosto 2020 – Middle East Eye

In tutti i territori i palestinesi ritengono che questo patto incoraggi l’occupazione israeliana a danno dei loro legittimi diritti.

In questi giorni nei territori palestinesi occupati l’annuncio dell’accordo di normalizzazione tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti (EAU) è stato sulle prime pagine dei giornali locali: i palestinesi e i loro dirigenti vi esprimono la propria indignazione di fronte a quello che considerano un “tradimento” da parte di un altro Paese arabo.

L’accordo, annunciato giovedì sera, è stato negoziato dal presidente americano Donald Trump e stabilisce che Israele sospenderà l’annessione di alcune parti della Cisgiordania in cambio di relazioni diplomatiche con gli EAU.

Se gli EAU sono il primo Stato arabo del Golfo a raggiungere un tale accordo pubblico con Israele, da molto tempo il Paese, come la vicina Arabia Saudita, si dimostra amichevole nei confronti di Israele e ha messo in pratica una normalizzazione “nascosta”.

Un comunicato congiunto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del principe ereditario di Abu Dhabi Mohammed ben Zayed (MBZ) ha celebrato questa decisione definendola “un progresso diplomatico storico” in grado di far avanzare la pace nella regione mediorientale. Tuttavia i palestinesi ritengono che questo nuovo accordo otterrà l’effetto contrario.

È una decisione pericolosa che non porterà che ulteriori persecuzioni contro i palestinesi,” garantisce a Middle East Eye Iyad Nasser, segretario generale di Fatah nel sud della Striscia di Gaza. Egli dice a MEE che, come tutti i palestinesi, giovedì, all’annuncio di questo accordo, gli abitanti della Striscia di Gaza assediata da Israele sono stati sopraffatti da disillusione e frustrazione.

Si percepiva nell’aria la sensazione di essere stati traditi dai nostri fratelli,” racconta. “Con questa decisione gli EAU non tradiscono solo il popolo palestinese, ma l’insieme degli arabi e persino la loro stessa popolazione.”

A Gerusalemme est occupata, Jawad Siyam, direttore del centro d’informazione Wadi Hilweh nel quartiere di Silwan, esprime un’opinione simile: “La normalizzazione è un tradimento. Nient’altro che questo.”

Se per lui come per molti altri il momento scelto per annunciare questa decisione è una sorpresa, Siyam precisa che la normalizzazione dei rapporti tra Israele ed Emirati Arabi Uniti era prevista da molto tempo. “Bisognava essere ciechi per pensare che non sarebbe successo,” afferma Jawad Siyam. Secondo lui “da anni si poteva vederli agire insieme. Non sono solo gli Emirati, ci sono l’Egitto, l’Arabia Saudita e gli altri Paesi del Golfo. Sono i servi di Israele e degli Stati Uniti.”

A Betlemme, città della Cisgiordania occupata, gli effetti dell’occupazione israeliana sono assolutamente visibili. Circondati da muri e colonie in espansione, i palestinesi che vi abitano vivono con il ricordo costante che Israele controlla le loro vite.

George Zeidan, 30 anni, attivista locale e cofondatore del gruppo “Diritto di Muoversi”, dichiara a MEE che l’annessione è una “realtà quotidiana per i palestinesi in Cisgiordania. Utilizzare l’annessione come giustificazione per la normalizzazione è scandaloso,” ritiene l’attivista, in riferimento alla presunta promessa di Israele di sospendere questa politica in cambio delle relazioni diplomatiche con gli EAU.

L’annessione è una pratica illegale,” afferma. “Quindi il congelamento di una politica illegale non dovrebbe concedere ad Israele la pace con le Nazioni arabe. Non è una cosa per la quale dovrebbe essere ricompensato.”

D’altra parte, secondo George Zeidan l’idea che l’annessione sia stata congelata in conseguenza di questo accordo è una farsa: “Solo un’ora o due dopo questo annuncio, Netanyahu ha chiaramente promesso che non smetterà di perseguire l’annessione. È veramente patetico. Per ottenere questo rapporto diplomatico Israele non ha ceduto su niente.”

Tutti amano la pace,” continua. “Ma questa non è la pace. È la normalizzazione di un’occupazione. È un’occupazione quotidiana sul terreno, con la quale Israele continua a umiliare tutti i giorni la popolazione palestinese nei territori occupati.”

Una farsa”

Se l’annessione ufficiale della Cisgiordania è stata sospesa, il furto e l’appropriazione continui delle terre palestinesi non sono cessati, sottolinea, aggiungendo che l’annessione era stata ufficialmente rimandata parecchi mesi fa.

George Zeidan, Iyad Naser e Jawad Siyam hanno espresso la stessa opinione: che gli EAU si attribuiscano il merito della sospensione dell’annessione è una farsa.

È demoralizzante vedere che gli EAU utilizzano l’annessione per mascherare le loro iniziative di normalizzazione,” insiste Jawad Siyam con MEE. “Cercano di mostrare che attraverso questo accordo sostengono la Palestina, ma si capisce chiaramente il loro gioco.”

Si sa che non è così. Con questo accordo gli EAU hanno offerto a Trump e a Netanyahu un regalo per aiutarli a realizzare il loro programma politico,” spiega.

Trump utilizza questo successo per la sua campagna elettorale e Netanyahu per portare avanti le sue politiche nei territori occupati,” continua Jawad Siyam. “Da quando in luglio ha sospeso ufficialmente l’annessione, Netanyahu è soggetto ad una forte pressione da parte della destra israeliana, così questo accordo lo aiuta a tenersi a galla.”

Iyad Naser sottolinea che alla fine l’annessione non è stata ufficialmente annunciata come previsto il primo luglio a causa della crescente pressione internazionale, delle minacce di condizionare l’aiuto a Gerusalemme da parte del Congresso americano e della posizione dei cittadini palestinesi e dei loro dirigenti.

Con l’aiuto della comunità internazionale abbiamo fatto pressione su Israele e sugli Stati Uniti per bloccare l’annessione,” dice. “Gli emirati non hanno fatto niente. Non gli permetteremo di usarla come scusa per mascherare la loro vergogna.”

Iyad Naser ricorda l’iniziativa di pace del 2002, che offriva un più ampio riconoscimento di Israele se quest’ultimo si fosse ritirato all’interno delle frontiere del 1967 e avesse risolto il problema dei rifugiati palestinesi.

Nel quadro dell’iniziativa di pace araba la normalizzazione con Israele avrebbe dovuto essere l’ultima tappa di questo processo,” insiste. “Prima avrebbero dovuto essere garantiti i diritti dei palestinesi, restituite le loro frontiere e le loro terre, la loro libertà, poi sarebbe venuta la normalizzazione. E non il contrario.” 

In tutto lo spettro politico gli attivisti e i dirigenti palestinesi sono d’accordo sul fatto che questo accordo tra Israele e gli EAU costituisca un pericoloso precedente nella regione e a livello internazionale.

La Giordania, l’Egitto e ora gli EAU sono per il momento gli unici Paesi arabi ad avere ufficialmente relazioni diplomatiche con Israele. I palestinesi ritengono che questo nuovo accordo aprirà la strada ad altri Paesi della regione. 

Questo accordo è pericoloso perché legittima l’occupazione dal punto di vista internazionale,” dice a MEE George Zeidan.

Quando le persone vedranno che i Paesi arabi cominciano a firmare accordi con Israele sarà più difficile fare pressioni su Israele per porre fine alle sue violazioni dei diritti umani nei territori occupati.”

Il sostegno alla nostra causa e alla liberazione tra gli Stati arabi verrà inevitabilmente indebolita,” prevede il responsabile di Fatah. “Oggi dirigenti come MBZ e MBS (il principe ereditario saudita Mohammed ben Salman) tradiscono le politiche dei loro nonni che appoggiavano la Palestina. E altri Paesi finiranno per seguire l’esempio degli Emirati.”

Nonostante un futuro che sembra oscuro e la possibilità di una normalizzazione regionale con Israele, i palestinesi dicono di sperare ancora che il sostengo alla loro causa si manifesterà tra i popoli di tutto il mondo.

Malgrado il sostegno degli Stati del Golfo a Israele, abbiamo potuto constatare più volte che i popoli arabi sostengono sempre i palestinesi e la nostra lotta per la libertà,” nota Jawad Siyam.

Anche se non abbiamo il sostegno dei loro dirigenti, speriamo che i popoli di tutto il mondo continueranno a sostenere i diritti dell’uomo e a fare pressione su Israele per mettere fine all’occupazione.”

(traduzione dal francese di Amedeo Rossi)

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