Hanan Ashrawi smentisce l’affermazione secondo cui si è dimessa per la collusione tra PA e Israele

Hanan Ashrawi parla alla conferenza del Fondo Monetario Internazionale nel 2018 (Ryan Rayburn/IMF Photo)
image_pdfimage_print

Ali Abunimah

9 dicembre 2020 – Electronic Intifada

Hanan Ashrawi ha messo a tacere le informazioni secondo cui si è dimessa dal Comitato Esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina per protestare contro la ripresa esplicita dell’Autorità Nazionale Palestinese del “coordinamento della sicurezza” con l’esercito di occupazione israeliano il mese scorso.

All’inizio di questa settimana i media, che citano fonti anonime, hanno affermato che Ashrawi si è dimessa perché si oppone alla collaborazione per la sicurezza con Israele.

Mercoledì, tuttavia, l’OLP ha pubblicato una traduzione in inglese della lettera di Ashrawi, in cui presenta le sue dimissioni al leader dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, seguita da una sua dichiarazione.

Nella lettera del 26 novembre Ashrawi dice ad Abbas che “con la presente metto a tua disposizione le mie dimissioni, in attesa che tu le accetti entro la fine di quest’anno”.

La lettera offre solo ragioni vaghe e generiche di questa decisione.

“Il problema in questo momento non è una decisione personale o professionale”, scrive Ashrawi. “Piuttosto, ha a che fare con la situazione attuale e il futuro della Palestina, e con la necessità del ricambio di autorità e responsabilità”.

Non fa alcun accenno al “coordinamento per la sicurezza”, la politica in base alla quale le forze dell’ANP aiutano e spalleggiano l’esercito e le agenzie di intelligence israeliani nella repressione della resistenza palestinese all’occupazione israeliana.

“Ingannevole e irresponsabile”

Nella dichiarazione che accompagna la lettera, Ashrawi afferma di aver incontrato Abbas il 24 novembre per una “discussione schietta e amichevole in cui l’ho informato della mia decisione di dimettermi dal Comitato Esecutivo a partire dalla fine dell’anno”.

Ashrawi aggiunge di aver chiesto di mantenere segrete le sue dimissioni “fino a quando non saranno concluse tutte le misure necessarie”, anche se non specifica che tipo di misure per le dimissioni richiederebbe più di un mese.

Ashrawi dice di essere stata in contatto con Abbas in seguito alle notizie dei media sulle sue dimissioni e di aver acconsentito alla divulgazione ufficiale della sua lettera.

Era evidentemente arrabbiata per la fuga di notizie che affermavano erroneamente che stava protestando contro la rinnovata collaborazione dell’Autorità Nazionale Palestinese con l’esercito israeliano.

“Purtroppo la notizia delle mie dimissioni è trapelata da ‘fonti autorevoli’ in modo fuorviante e irresponsabile, il che ha portato a congetture e voci,” afferma.

Ashrawi dice che Abbas ha rinviato la decisione sull’accoglimento delle sue dimissioni, aggiungendo che, quanto a lei, le considera “in vigore”. (Aggiornamento: mercoledì sera Abbas ha accettato le dimissioni di Ashrawi.)

Il suo comunicato sollecita la “riforma” dell’OLP e chiede “rinnovamento e rinvigorimento” del sistema politico palestinese “con l’inclusione di giovani, donne e altri professionisti qualificati.”

Tuttavia non è chiaro perché Ashrawi abbia scelto questo momento per dimettersi, dato che da decenni la caratteristica distintiva dell’OLP è stata l’esclusione antidemocratica del popolo palestinese dal processo decisionale.

Statura internazionale

Il Comitato Esecutivo dell’OLP, ufficialmente il più alto organo esecutivo dei palestinesi, è scelto dal Consiglio nazionale palestinese, un organo legislativo non eletto che si riunisce raramente ed è di fatto controllato da Abbas e dai suoi fedeli.

Ashrawi è stata nominata nel Comitato esecutivo dell’OLP nel 2009 e di nuovo nel 2018, anno in cui Abbas l’ha messa a capo del dipartimento di “diplomazia pubblica” dell’OLP.

Ashrawi ha acquisito importanza internazionale come portavoce della delegazione palestinese alla conferenza di Madrid del 1991, che ha avviato il cosiddetto processo di pace.

In precedenza docente alla Birzeit University, Ashrawi ha mantenuto una notevole reputazione internazionale come sostenitrice della causa palestinese – un ruolo in contraddizione con il fatto che lei è stata parte integrante del regime di occupazione permanente e apartheid cementato dagli accordi di Oslo firmati dall’OLP e da Israele all’inizio degli anni ’90.

Ashrawi è stata eletta nel Consiglio Legislativo dell’Autorità Nazionale Palestinese nel 1996.

Dal 1996 al 1998 è stata ministra dell’Istruzione Superiore dell’Autorità Nazionale Palestinese sotto Yasser Arafat, ma si è dimessa per quello che ha definito il modo improprio in cui sono state gestite le accuse di corruzione.

Nel 2006, Ashrawi ha partecipato alle elezioni legislative palestinesi con la lista “Terza Via” insieme a Salam Fayyad.

Anche se il loro partito ha ottenuto solo il 2,41% dei voti, Abbas ha nominato primo ministro Fayyad dopo che elementi allineati con Abbas sostenuti dagli Stati Uniti hanno organizzato un colpo di stato contro i vincitori delle elezioni, la lista “Cambiamento e Riforma” di Hamas.

Quel colpo di stato è riuscito in Cisgiordania ma è fallito a Gaza, da cui nel 2007 sono state espulse le milizie palestinesi sostenute dagli Stati Uniti, lasciando il controllo del governo interno di Gaza ad Hamas.

Dimissioni ripetute

L’ultima mossa di Ashrawi è destinata a essere vista con un certo scetticismo poiché si inserisce in un lungo schema tra gli alti funzionari dell’OLP che si potrebbe definire “dimissioni a porte girevoli”.

Una persona che si è “dimessa” in innumerevoli occasioni è stato Saeb Erekat, il negoziatore di lunga data dell’OLP morto il mese scorso.

Anche Abbas si è dimesso o ha minacciato di farlo in numerose occasioni.

Mercoledì, in un video a commento delle sue dimissioni, Ashrawi afferma: “La verità è che, come tutti sanno, non ho mai chiesto una posizione ufficiale né alcun privilegio.”

Ciò è del tutto coerente con il linguaggio che Ashrawi usò 25 anni fa nel suo libro This Side of Peace [Questo lato della pace], in cui afferma: “Personalmente non aspiro a una posizione e non mi sono impegnata per ottenere potere o benefici. Non voglio niente … non voglio nessun posto ufficiale.”

Eppure dal 1991 Ashrawi ha accettato ripetutamente incarichi ufficiali.

Il professore della Columbia University Joseph Massad fu uno dei primi ad osservare questa tendenza.

In un saggio del 1997 (ripubblicato nel suo libro del 2006 The Persistence of the Palestinian Question [La persistenza della questione palestinese]), Massad indica un certo numero di intellettuali palestinesi, tra cui Ashrawi ed Erekat, che “prima di Oslo minacciavano di dimettersi dalle loro posizioni per protestare contro le concessioni dell’OLP”, ma in seguito hanno continuato a ricoprire incarichi ministeriali nell’ANP.

Negli anni ’90 Ashrawi dichiarò ripetutamente che non avrebbe accettato alcun incarico ufficiale, insistendo in un’occasione sul fatto che il suo rifiuto era “una questione di coscienza e convinzione”.

“Tuttavia la sua successiva accettazione di una posizione ministeriale, “osserva Massad in modo caustico, “dimostra le tendenze mutevoli che la sua coscienza e convinzione subiscono continuamente”.

Resta da vedere se queste saranno le dimissioni definitive di Ashrawi.

Ma, come attestano i precedenti di importanti politici palestinesi, raramente c’è stato un rapporto tra le dimissioni e l’effettiva rinuncia al potere o ai suoi inganni e alle sue trappole.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)