Israele sta lasciando fare all’estrema destra l’escalation a cui mira?

I disordini provocati dai coloni a Sheikh Jarrah Foto Oren Ziv
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Oren Ziv

20 febbraio 2022 – +972 Magazine

La scorsa settimana +972 Magazine si è unito a The Intercept [sito di inchieste giornalistiche in inglese e portoghese, ndtr.] e Local Call [sito di informazione in ebraico di cui +972 Magazine è la versione in inglese, ndtr.] per pubblicare una storia molto approfondita su come l’8 febbraio a Nablus le forze israeliane hanno ucciso in pieno giorno tre giovani palestinesi membri delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa. [Vedi articolo di Zeitun ]Mentre le autorità hanno sostenuto che gli agenti della polizia di frontiera responsabile delle morti avevano solo risposto al fuoco quando stavano cercando di arrestare i tre, testimoni oculari e video resi pubblici giorni dopo le uccisioni non lasciano dubbi: gli agenti avevano l’incarico di ammazzarli.

Il giorno dopo l’aggressione l’atmosfera a Nablus è rimasta tesa, molti abitanti erano troppo scioccati e spaventati per parlare. Dalla Seconda Intifada Israele ha smesso quasi del tutto di procedere ad assassinii mirati in Cisgiordania, e tra i palestinesi c’è un crescente timore che l’esercito possa riprendere quella prassi. I membri della famiglia di due delle vittime palestinesi hanno persino detto che nei mesi che hanno preceduto l’uccisione avevano ricevuto ripetute telefonate minatorie dallo Shin Bet [agenzia di intelligence interna israeliana, ndtr.] che chiedeva di consegnare i loro figli o fratelli, “altrimenti…”.

Mentre stavamo facendo la nostra inchiesta l’esercito ha ucciso altri due palestinesi. Domenica nel nord della Cisgiordania i soldati hanno sparato e ucciso Muhammad Akram Ali Taher durante la demolizione di una casa per ritorsione: lo stabile era di proprietà di un palestinese sospettato di essere stato coinvolto nell’uccisione di un colono nell’avamposto estremista di Homesh. Il mercoledì seguente i soldati hanno colpito a morte Nihad Amin al-Barghouti nel villaggio di Nabi Saleh.

L’assassinio di Nablus segnala davvero un tentativo da parte di Israele di dar fuoco alle polveri in Cisgiordania? Hanan Ashrawi, esponente del Consiglio Legislativo Palestinese, crede di sì. “Si è trattato di un atto di provocazione inteso a trasmettere ai dirigenti palestinesi il messaggio che ‘qui comandiamo noi’,” afferma. “Parlano di ridurre il conflitto, ma lo stanno estendendo.”

Nel contempo il parlamentare di estrema destra della Knesset Itamar Ben-Gvir era impegnato, per la seconda volta, a piazzare a Sheikh Jarrah un “ufficio parlamentare” improvvisato, che di fatto ha funzionato come avamposto dei coloni, questa volta davanti alla casa della famiglia Salem. I Salem, che lo scorso mese hanno affrontato ripetute violenze da parte dei coloni, sono minacciati da un’imminente espulsione dal quartiere.

Al suo arrivo Ben-Gvir era accompagnato da decine di poliziotti che hanno preso di mira gli abitanti palestinesi di Sheikh Jarrah invece che Ben-Gvir e i coloni.

Sia lui che i palestinesi ricordano che l’ultima volta che era andato nel quartiere [si riferisce al maggio 2021, ndtr.] per provocare disordini è finita con una guerra e violenze in tutta la Palestina: a Gerusalemme, a Gaza, a Ramle, a Lydda e altrove.

Gli assassinii a Nablus sono stati autorizzati dal governo israeliano. A Sheikh Jarrah la violenza è messa in atto da un “estremista” kahanista [seguace del defunto rabbino Kahane, razzista e suprematista ebraico, ndtr.]. Nessuno dei due ha ancora provocato una ripetizione degli avvenimenti del maggio 2021 [la guerra contro Gaza e gli scontri nei territori occupati e in Israele, ndtr.]. Ma se c’è qualcosa che possiamo imparare dal maggio scorso è che persino incidenti sporadici possono portare a un incremento della violenza. Ed è molto probabile che in Israele ci sia chi – il primo ministro Naftali Bennett come il deputato Itamar Ben-Gvir, – è interessato proprio a questo.

La scorsa settimana la violenza si è diffusa da Nablus a Sheikh Jarrah alla Città Vecchia di Gerusalemme, dove estremisti di estrema destra hanno tenuto un piccolo corteo ed hanno aggredito gli astanti palestinesi. Poiché le provocazioni dei coloni avanzano lentamente più vicino alla Città Vecchia e alla Moschea di Al-Aqsa, ci sono molte probabilità che l’opinione pubblica palestinese, a Gerusalemme, in Cisgiordania, a Gaza o all’interno di Israele, scenda in strada come ha fatto lo scorso anno.

Oren Ziv è un fotogiornalista e socio fondatore del collettivo di fotografi Activestills.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)