L’israeliano Ben Gvir chiede che vengano bombardati gli aiuti durante l’assedio di Gaza

Palestinesi prendono gli aiuti alimentari a marzo 2025. Foto: Mahmoud Issa/Reuters)
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Mera Aladam

4 marzo 2025 – Middle East Eye

L’ex ministro di estrema destra chiede la totale interruzione di elettricità e acqua nell’enclave, mentre due impianti di desalinizzazione sono già stati chiusi a Deir al-Balah

L’ex ministro della sicurezza nazionale ha chiesto con forza la “totale interruzione dell’elettricità e dell’acqua”, unitamente al bombardamento degli aiuti a Gaza, nonostante le allerte di associazioni e esperti di diritti sulla carestia nell’enclave assediata.

Lunedì il politico di estrema destra Itamar Ben Gvir ha detto che queste misure devono essere prese nella Striscia di Gaza per “far morire di fame” Hamas prima di riprendere la guerra “in modo che poi possiamo schiacciarli facilmente”.

Il governo dovrebbe anche ordinare il bombardamento delle scorte di aiuti che si sono accumulati a Gaza in enormi quantità durante e prima del cessate il fuoco, nonché la totale interruzione dell’elettricità e dell’acqua”, ha scritto Ben Gvir in un post su X, prima noto come Twitter.

Se Hamas minaccia di far del male ai nostri ostaggi deve sapere che andrà incontro all’eliminazione dei terroristi”, ha aggiunto.

I piani delle autorità israeliane di interrompere l’acqua e l’elettricità erano circolati-circolavano già prima della dichiarazione di Ben Gvir.

Secondo l’emittente israeliana Kan 11 essi fanno parte di una strategia intesa ad applicare “la massima pressione sulla Striscia di Gaza e su Hamas”.

L’iniziativa, che coincide con il mese sacro di Ramadan, fa seguito al divieto di entrata nella Striscia di Gaza degli aiuti, imposto domenica dopo la fine della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco.

Hamas ha chiesto ad Israele di avviare la seconda fase dell’accordo, che include la definitiva fine della guerra, il ritiro israeliano da Gaza e il rilascio dei rimanenti ostaggi israeliani, come precedentemente concordato.

Nonostante abbia ufficialmente interrotto i combattimenti, l’esercito israeliano ha ripetutamente violato la tregua da quando è entrata in vigore il 19 gennaio, lanciando attacchi aerei e sparando ai palestinesi.

Parecchie associazioni ed esperti per i diritti hanno condannato la decisione di Israele di bloccare gli aiuti, definendola “una flagrante violazione del diritto umanitario internazionale”, avvertendo che ciò potrebbe peggiorare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.

In un post su X Medici Senza Frontiere (MSF) ha denunciato l’iniziativa.

L’aiuto umanitario non dovrebbe mai essere usato come strumento di guerra. Malgrado i negoziati tra le parti belligeranti, la popolazione di Gaza necessita ancora di un immediato e massiccio aumento delle forniture umanitarie”, ha dichiarato MSF.

Il blocco totale da parte di Israele degli aiuti umanitari a Gaza è un atto crudele di punizione collettiva e una flagrante violazione del diritto umanitario internazionale.”

Israele toglie la corrente agli impianti di desalinizzazione

Lunedì sera il Municipio di Deir al-Balah, nel centro di Gaza, ha annunciato che Israele ha tolto la corrente a due impianti di desalinizzazione, che forniscono l’acqua a circa il 70% degli abitanti della zona.

Organi di informazione israeliani hanno tuttavia riferito che l’acqua è stata tolta dagli impianti di Deir al-Balah a causa di un problema tecnico in una delle linee elettriche e l’esercito impedisce di ripararla.

Secondo il municipio locale gli impianti che si sono fermati producevano circa 20.000 metri cubi al giorno di acqua desalinizzata, utilizzata soprattutto per bere e per l’irrigazione.

Senza questi sistemi la popolazione può soffrire di disidratazione e rischi per la salute, come problemi renali e malattie trasmesse dall’acqua, conseguenza della scarsa igiene.

La popolazione di Gaza è già altamente vulnerabile dopo 15 mesi di bombardamenti e assedio di Israele.

Più di 48.000 palestinesi sono stati uccisi da quando il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato guerra a Gaza, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 nel sud di Israele, che ha provocato la morte di 1.139 persone.

L’agenzia di informazioni palestinese Wafa ha precedentemente riferito che la guerra ha gravemente colpito il settore sanitario nell’enclave, soprattutto nelle zone sovraffollate meridionali di Mawasi, Rafah e Khan Younis.

La distruzione dell’infrastruttura della gestione dei rifiuti ha provocato l’accumularsi di immondizia che comporta condizioni rischiose per gli abitanti coinvolti.

La diffusione di insetti e roditori aumenta ulteriormente il rischio di malattie, soprattutto patologie respiratorie, che creano grave pericolo per la popolazione vulnerabile, compresi bambini e anziani.

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)