Una milizia kahanista per Netanyahu

In vendita magliette con l'immagine del razzista Kahane con la scritta "Kahane aveva ragione". Foto: Lior Mizrahi
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Redazione di Haaretz

28 marzo 2023, Haaretz

Nel suo discorso di lunedì sera il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ripetutamente evocato il pericolo di una guerra civile. Come si addice al nostro provocatore nazionale, lo ha fatto anche mentre insultava e calunniava i suoi oppositori. “C’è una minoranza estremista che è disposta a fare a pezzi il Paese e sta alimentando una guerra civile”, ha accusato, aggiungendo che questa minoranza “usa la violenza, è piromane, minaccia di fare del male ai funzionari eletti, sostiene la guerra civile e il rifiuto [di fare il servizio militare], che è un crimine orribile”.

Ma non ha detto una parola sul suo ruolo nel portare Israele sull’orlo della guerra civile. Al contrario, nel suo discorso Netanyahu ha insistito sul fatto che lui, a differenza di chi si oppone al colpo di stato contro il nostro sistema di governo, “non è disposto a fare a pezzi la Nazione”. Ma come al solito, le sue parole non hanno alcuna relazione con le sue azioni. Poco prima di rivolgersi alla Nazione per dire di essere disposto a congelare le leggi sulla revisione della giustizia fino alla sessione estiva del parlamento per amore del “dialogo”, ha firmato un impegno a istituire una guardia nazionale che sarà subordinata al Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben- Gvir. O in parole povere, una forza di polizia privata di Ben-Gvir.

Ben-Gvir, discepolo di Meir Kahane [1932-1990, rabbino ultranazionalista e razzista imprigionato negli Stati Uniti e in Israele per atti di terrorismo, fondò la Lega per la Difesa Ebraica, ndt.], è un criminale aggressivo, estremista e già condannato. Formare una milizia subordinata a lui piuttosto che alla polizia è una mossa irresponsabile che metterà inevitabilmente in pericolo gli israeliani che non hanno commesso alcun crimine. Un leader politico che non ha intenzione di arrivare a una guerra civile non istituisce e finanzia una forza di polizia privata armata per il membro più estremista del suo gabinetto. Questa mossa dimostra chiaramente che Netanyahu si sta preparando alla guerra civile.

Netanyahu ha guadagnato tempo fino all’estate per sopprimere le proteste e impegnarsi in un “dialogo”. Ma a quanto pare intende utilizzare questo tempo principalmente per essere meglio preparato alla prossima ondata di proteste. E lui e il suo partner kahanista affronteranno l’ondata con una forza di polizia privata a loro disposizione direttamente subordinata al Ministro della Sicurezza Nazionale, non al commissario di polizia Kobi Shabtai. La sua bandiera non sarà la bandiera israeliana, ma la bandiera del movimento Kach di Kahane. A giudicare dalle sue azioni, Netanyahu non è indirizzato alla pace, ma alla guerra.

È facile indovinare chi si unirà ai ranghi della milizia. Lunedì, un manifestante di estrema destra ha picchiato con un bastone il giornalista televisivo di Channel 13 Yossi Eli che stava seguendo una manifestazione a Gerusalemme, e gli ha rotto una costola. “C’erano alcune decine di attivisti di La Familia [gruppo di ultras sostenitore del Beitar Jerusalem, ndt.] e dei suoi satelliti”, ha detto, riferendosi a un gruppo di ultra tifosi di calcio. “Stavamo da un lato per trasmettere e hanno iniziato ad attaccarci, a sputarci addosso, a lanciarci uova e altri oggetti. Il mio cameraman, Avi Cashman, è stato colpito alla testa con un bastone e io sono stato colpito alle costole. La polizia ha cercato di intervenire, ma non erano abbastanza”.

Le truppe d’assalto Netanyahu/Ben-Gvir presenti alla manifestazione di lunedì a sostegno della revisione del sistema di giustizia non erano altro che un provino di ciò che attende i manifestanti dopo la pausa primaverile del parlamento, una volta che la forza di polizia privata sarà istituita e tutta l’organizzazione sarà completata.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)