Tareq S. Hajjaj
10 giugno 2023, Mondoweiss
Il Programma Alimentare Mondiale dell’ONU ha fornito aiuto alimentare a 8.000 famiglie di Gaza che soffrono di insicurezza alimentare, ma ora sta sospendendo gli aiuti a causa di tagli di bilancio. Il risultato sarà che molte famiglie di Gaza verranno ridotte alla fame.
A una ventina di metri dalla sua casa nella principale via al- Mansoura ad al-Shuja’iyya nella parte orientale di Gaza, il cinquantenne Ameen Qaddoum sta tutto il giorno accanto al suo carretto e vende caffè, the ed altre bevande calde ai passanti. E’ parcheggiato in un quartiere residenziale, per cui la gente della zona è vicina a casa propria e non ha particolarmente bisogno del carretto di Ameen. Quando si concede una breve pausa uno dei suoi figli adolescenti prende il suo posto. Sono circa le 6 del pomeriggio ed ha guadagnato 7 shekel (2 dollari) lavorando tutto il giorno. Ad Ameen serve il guadagno di tre giorni per comprare un pollo per la sua famiglia di 8 persone.
Ameen lavorava come facchino, ma è disoccupato da oltre 17 anni. E’ a capo di una grande famiglia di 6 figli, ma solo due di loro possono andare a scuola a causa della loro grave situazione economica. Il figlio più grande, Salama, di 17 anni, ha lasciato la scuola da anni.
La maggior parte delle famiglie di Gaza versa in situazioni simili a quella di Ameen. Molte di loro ricevono aiuti alimentari in quanto non sono in grado di procurarsi abbastanza per sopravvivere e sono state giudicate dal Programma Alimentare Mondiale dell’ONU (PAM) come aventi diritto agli aiuti alimentari. Secondo il PAM il 64% degli abitanti di Gaza soffre di insicurezza alimentare. Se passano l’esame vengono inseriti in un elenco che permette loro di utilizzare una carta del supermercato che assegna ad ogni membro della famiglia 10,30 dollari al mese.
Tuttavia questo mese il PAM ha comunicato che 200.000 persone che ricevono aiuto alimentare in Palestina “non riceveranno più assistenza alimentare a causa di una grave riduzione dei fondi.” Questo fatto è assolutamente devastante per migliaia di famiglie di Gaza che non dispongono di altre congrue fonti di cibo.
“Questa carta mi dà la speranza di poter procurare qualcosa da mangiare per la mia famiglia, è una piccola somma, ma certo è meglio di niente”, dice Ameen. “Tutte le volte che crediamo ci sia qualche speranza siamo lasciati a morire di fame. Ma non dovrei lottare per il cibo se non fossimo sotto occupazione.”
Per una famiglia come quella di Ameen è appena sufficiente per comprare alcune derrate di base, come olio per cucinare, riso, fagioli e lenticchie, prodotti in scatola, verdure surgelate e poche altre cose che si possono trovare nel supermercato più vicino. Ma il 29 maggio Ameen ha ricevuto un messaggio dal PAM che gli comunicava che il suo aiuto mensile sarebbe stato temporaneamente sospeso a partire dal prossimo mese.
‘Per noi significa vivere’
Il PAM ha riferito che il 53% della popolazione di Gaza vive sotto la soglia di povertà e per la maggior parte di quelle famiglie il cibo è la principale risorsa più difficile a procurarsi. Secondo il PAM a Gaza due persone su tre fanno fatica ad avere da mangiare.
Quando si avvicina la fine del mese il frigorifero di Ameen è normalmente vuoto e lui attende l’inizio del mese successivo per poter ripristinare le provviste. Questa volta non si sa quanto dovrà aspettare.
A voce bassa e guardandosi alle spalle, come timoroso che qualcuno possa sentirlo, dice: “Abbiamo solo zaatar e duqqa da mangiare.” Lo zaatar, un composto di spezie essiccate ed erbe, a base di foglie di timo, viene spesso mangiato col pane, mentre la duqqa è una mistura simile per la quale Gaza è molto nota, sostanzialmente composta da frumento macinato mescolato a spezie come lo zaatar ma più economica.
“Dipendiamo da questi aiuti per vivere e sopravvivere. Non è così che vogliamo vivere. Datemi qualunque lavoro a Gaza, ed io vi andrò di sicuro, ma dove potrei procurarmi il cibo per la mia famiglia?”, dice a Mondoweiss.
Secondo l’ufficio del PAM a Gaza 8.000 famiglie hanno ricevuto messaggi di sospensione temporanea. L’ufficio di Gaza non ha comunicato ulteriori dettagli, tranne che l’abbandono di queste famiglie è dovuto al taglio di fondi subito dal PAM.
Le famiglie colpite da questa interruzione sono le più povere tra i poveri a Gaza e certamente non hanno altre fonti di entrate. Non è nemmeno la prima volta che il PAM sospende gli aiuti alimentari a delle famiglie di Gaza – ma quando è accaduto in passato hanno risarcito le famiglie per i mesi in cui sono rimaste senza aiuti. Questa volta non è altrettanto certo.
Nella stessa area di al-Shuja’iyya il gestore di un supermercato mi conduce presso sette famiglie in una piccola zona a cui è stato parimenti sospeso l’aiuto. La maggior parte di loro conta più di sei membri, soprattutto bambini.
Eman Naji, di 51 anni, è madre di sei figli, uno dei quali disabile. Suo marito Mohammed, di 53 anni, è disoccupato. Anche loro hanno ricevuto lo stesso terribile messaggio dal PAM.
“Nessuno ci dà niente e non c’è lavoro per nessuno dei membri della mia famiglia, sono bambini. Questi aiuti significano la vita per noi, altrimenti moriremo di fame”, dice, seduta con tre bimbi in braccio sui gradini della sua casa ad al-Shuja’iyya.
“E’ difficile e doloroso vivere in queste condizioni di insicurezza alimentare”, continua. “A volte riceviamo del cibo, a volte no. Che cosa dovremmo fare nei mesi in cui non riceveremo gli aiuti? Come daremo da mangiare ai bambini in questo periodo? Nessuno ci sostiene, siamo soli.”
“Ma Dio non si dimenticherà di noi”.
Danno per le attività locali
Secondo l’ONU l’80% della popolazione di Gaza dipende dagli aiuti umanitari. Le famiglie sostenute dal PAM ricevono un ammontare totale di 3 milioni di dollari in collaborazione con 300 supermercati nella Striscia di Gaza.
“Le famiglie di questa zona dipendono dagli aiuti del PAM. Prendono tutto quello di cui hanno bisogno nel supermercato e il PAM paga per loro. Alcune famiglie distribuiscono gli aiuti ricevuti nel corso del mese e acquistano i prodotti ogni settimana a debito, finché non viene ricaricata la loro carta”, dice Mohammed Ziad, gestore di un supermercato ad al-Shuja’iyya.
Con i tagli del PAM anche questi supermercati saranno colpiti negativamente dall’impossibilità della gente di pagare i prodotti.
“Io ho più di 10 famiglie che sono state sospese questo mese e tutte mi hanno chiesto di dar loro cibo a debito finché il PAM non fornirà nuovamente gli aiuti”, dice Mohammed. “Non ho altra scelta che dare loro quello di cui hanno bisogno. Sono miei clienti e io devo sostenerli in queste condizioni. Ma ciò influirà negativamente sul mio supermercato, in quanto non sarò in grado di comprare nuovi prodotti.”
Tareq S. Hajjaj è corrispondente da Gaza per Mondoweiss e membro dell’Unione degli Scrittori Palestinesi. Ha studiato letteratura inglese all’Università Al-Azhar di Gaza. Ha iniziato la carriera di giornalista nel 2015, lavorando come giornalista e traduttore per il giornale locale, Donia al-Watan. Ha scritto per Elbadi, Middle East Eye e Al Monitor.
(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)